giovedì 4 ottobre 2018

Slow Wine 2019, Marche

Le etichette della regione Marche segnalate con un riconoscimento nella guida Slow Wine 2019:
VINO SLOW
Arshura 2015, Valter Mattoni
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. San Paolo 2016, Pievalta
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Vigna Il Cantico della Figura 2015, Andrea Felici
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Villa Bucci 2016, Bucci
Falerio Pecorino Onirocep 2017, Pantaleone
Offida Pecorino 2017, Tenuta Santori
Offida Pecorino Fiobbo 2016, Aurora
Offida Pecorino Mida 2017, Maria Letizia Allevi
Piceno Sup. Morellone 2013, Le Caniette
Piceno Sup. Polisia 2014, Vigneti Vallorani
Regina del Bosco 2015, Fattoria Dezi
Rosso Piceno Sup. Vigna Monteprandone 2016, Saladini Pilastri
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Vigneto di Tobia 2017, Col di Corte
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Ylice 2016, Poderi Mattioli
Verdicchio di Matelica Gegè 2015, Cavalieri
Verdicchio di Matelica Vigneto Fogliano 2016, Bisci
GRANDE VINO
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Dino 2015, Filodivino
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Salmariano 2015, Marotti Campi
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. San Sisto 2016, Fazi Battaglia
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Selva di Sotto 2015, La Staffa
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Tardivo Ma Non Tardo 2016, Santa Barbara
Kurni 2016, Oasi degli Angeli
Michelangelo 2015, Emanuele Dianetti
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Il Priore 2016, Sparapani – Frati Bianchi
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. L’insolito 2016, Vicari
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Podium 2016, Gioacchino Garofoli
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Vecchie Vigne 2016, Umani Ronchi
Verdicchio di Matelica Meridia 2015, Cantine Belisario
Verdicchio di Matelica Vertis 2016, Borgo Paglianetto
VINO QUOTIDIANO
Colli Maceratesi Ribona Pausula 2017, Cantina Sant’Isidoro
Lacrima di Morro d’Alba Fiore 2017, Lucchetti
Rosso Conero Julius 2016, Silvano Strologo
Rosso Piceno 2017, Aurora
Rosso Piceno Sup. Brecciarolo 2016, Velenosi
Rosso Piceno Sup. Katharsis 2016, San Filippo
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Soteria 2016, Vigna degli Estensi
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Le Piaole 2017, Tenuta dell’Ugolino
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Lyricus 2017, Colonnara
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Coste del Molino 2017, Tenute Pieralisi – Monteschiavo
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. La Staffa 2017, La Staffa
Verdicchio dei Castelli di Jesi Suprino 2016, Broccanera
Verdicchio di Matelica Villa Marilla 2017, Marco Gatti
=legenda=
Vino Slow (tipicità, riconducibilità a vitigno e territorio)
Grande Vino (livello assoluto)
Vino Quotidiano (qualità-prezzo)
Potrete incontrare i responsabili delle aziende segnalate qui sopra e assaggiare i loro vini, durante la presentazione di Slow Wine 2019, prevista sabato 13 ottobre 2018 a Montecatini Terme (Pt).
Commento a cura di redazione Slow Wine:
Le Marche: una regione al plurale” recita un famoso spot istituzionale. In realtà è così anche dal punto di vista viticolo: da nord a sud una miriade di vitigni autoctoni, cresciuti e acclimatati sul territorio, danno vita a una pluralità di Denominazioni di Origine che le differenti caratteristiche pedo-climatiche rendono uniche. È anche questo uno dei motivi per cui le Marche del vino ci paiono una regione in salute, che probabilmente ha solo bisogno di maggiore convinzione da parte dei produttori e di un’ulteriore crescita sul piano della comunicazione – nonostante siano stati fatti passi da gigante – per far percepire il reale valore del territorio.
Il portavoce della regione nel mondo è senza dubbio il Verdicchio, declinato nelle due versioni territoriali dei Castelli di Jesi e di Matelica, che oramai da una quindicina di anni ha raggiunto uno standard qualitativo elevato, consolidandosi, e sa dribblare le bizze climatiche con colpi di tacco da manuale.
Lo segue da vicino il Pecorino, protagonista di una crescita strabiliante e che a nostro avviso, con l’unanime accordo dei produttori sul posticipo dei tempi di immissione in commercio previsti dal disciplinare, potrebbe rivelare in maniera ancora più concreta le sue reali potenzialità.
Sul versante dei vini rossi è scontato affermare che il Piceno è la culla del Montepulciano e del Sangiovese, che su queste terre trovano il loro habitat ideale in fatto di struttura e maturità aromatica e fenolica, garantendo sempre risultati convincenti, resi differenti solo dalle peculiarità stilistiche di ogni azienda.
Nel Conero invece il Montepulciano stenta ancora un po’, in particolare nella tipologia Riserva, spesso ancora priva delle necessarie definizione e finezza. Segni incoraggianti invece dal Rosso Conero, che in molti casi si è spogliato dell’eccessiva struttura e sta virando verso la facilità di beva e il frutto.
L’aromaticità del Lacrima di Morro d’Alba ha spesso creato barriere e diffidenze, che in verità sembrano legate a stereotipi poco fondati. Il vino ha sicuramente caratteri aromatici e gustativi particolari, ma è proprio qui che sta il suo valore: un tempo relegato a beva informale e fugace, oggi possiamo apprezzarlo a livelli qualitativi più elevati.
Tra i vitigni talvolta impropriamente definiti “figli di un Dio minore” non possiamo non occuparci del Ribona, uva bianca del maceratese che fino a poco tempo fa era relegata al ruolo di produttrice di vini di pronta beva. Ci sentiamo di affermare che non è così e grazie alla ricerca svolta negli ultimi anni il Ribona sta mostrando personalità, articolazione aromatica e longevità. Si era tentato di sdoganarlo dall’aurea di vino blando d’annata proponendo una variazione al disciplinare – che avrebbe introdotto la tipologia Superiore, in commercio a un anno dalla vendemmia, permettendogli così di esprimersi in tutta la sua complessità – ma le ritrosie di uno sparuto numero di aziende sono state sufficienti a far abortire il progetto. Auspichiamo che coloro che veramente credono in questa svolta qualitativa proseguano anche senza il riconoscimento ufficiale della Denominazione.

4 commenti:

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