domenica 30 maggio 2010

Cantine Aperte 2010

Immancabile tour di fine maggio organizzato dal Movimento Turismo del Vino.
Incontri, degustazioni, promozione del settore, direttamente tra i filari; toccando con mano gli aspetti tecnici di produzione per assimilarne risvolti e problematiche.
Sulla base delle esperienze di precedenti edizioni, l'impressione ricavata da quest'ultima è di un sensibile calo di interesse e partecipazione.
Si tratterà di valutarne attentamente le ragioni.
Ma tant'è! Quasi insensibili ad esse, si punta in prima battuta direzione Ripatransone (AP), presso l'amico Giovanni Vagnoni dell'azienda Le Caniette.
Modernità e tradizione vanno a braccetto all'interno dello stilizzato padiglione degustazioni.
Procedendo verso nord, entriamo nel territorio della provincia di Fermo, presso l'azienda Madonnabruna di Paolo Petracci.
Atmosfera familiare e genuino senso della misura anche nei vini proposti.
Tocchiamo anche la provincia di Macerata, visitando l'azienda Fontezoppa a Civitanova Alta.
Trentacinque ettari di proprietà, suddivisi tra il territorio dei comuni di Serrapetrona e Civitanova Marche. Produzione su larga scala di autoctoni: Ribona, Lacrima di Morro d'Alba, Vernaccia di Serrapetrona. Accanto selezioni più mirate da vitigno internazionale: Pinot Nero e Cabernet Sauvignon.
Pausa pranzo in questa stessa sede presso l'adiacente ed omonima Locanda. Struttura moderna, di stile minimalista, dove abbiamo degustato: primo piatto di penne, carciofi, fave e piselli ed un tradizionalissimo e buonissimo coniglio in porchetta; bagnati con Carapetto Marche rosso igt '07 da uve cabernet sauvignon, dell'azienda che ci ospitava.
Conclusione del tour a Morrovalle (MC), presso l'azienda Capinera. Buono il livello medio, con menzione per i rossi di punta, ovvero Duca Guarnerio da uve montepulciano e sangiovese e Cardinal Minio da uve merlot. Veramente eccellenti i due bianchi principali: Fontelata da uve sauvignon e La Capinera Selezione da uve chardonnay; quest'ultimo da 15%vol. fermentato ed affinato in barrique, inseguendo modelli d'oltralpe per finezza ed equilibrio d'impianto.

sabato 22 maggio 2010

Brodetto di Porto S. Giorgio

Prendendo a pretesto usi e costumi che lo prevedono dedicato esclusivamente al pesce, utilizziamo quest'ultimo venerdì appena trascorso, per organizzare una cena casalinga, fatta di piatti poveri nella forma, ma ricchi di profumi, sapori e sostanza.
Un cordone ombelicale che ci lega inesorabilmente alla cucina del territorio e alla tradizione marinara locale.
Antipasto di cozze del Cozzaro Nero (titolare dell'unico allevamento in mare aperto di cozze al largo di Porto S. Giorgio) gratinate al forno.
Chitarrine fatte in casa al profumo di mare; ovverossia sugo alla marinara rosso con seppie, scampetti, vongole, cozze, aglio, peperoncino, prezzemolo e vino bianco.
Brodetto alla sangiorgese, ovvero zuppa di pesce con  pesce cosiddetto povero e cioè: pesce prete, tracina, gallinella, mazzancolle, scampi, rana pescatrice, razza, scorfano, gattuccio e seppia, cucinati con pomodoro verde, cipolla, aceto, vino bianco e spezie varie, in questo caso senza peperone, normalmente facoltativo.
Degustati per l'occasione tre vini bianchi da pesce di buon livello. Il Verdicchio in chiusura di progressione gustativa, in abbinamento al brodetto.

Offida Pecorino doc Irata '09 dell'azienda Clara Marcelli di Castorano (AP)
Collio Sauvignon doc '07 di Renato Keber
Verdicchio dei Castelli di Jesi doc classico superiore Le Case '06 dell'azienda Vallerosa Bonci di Cupramontana (AN).
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Lu Brudittu (ricetta in vernacolo, del marinaio sangiorgese).
"Pe' fa lu brudittu bònu, ce vò lo pescio iusto!
Se sfrìe la cepolla.
Quanno è bella rosolata, se vutta l'acèta; po' se mette la pummadòra.
Se te ce piace anche 'mmoccò de saittì.
Po' se fa coce le seccie.
Dopo se mette le panocchie, li scampitti, le code de rospu, du' sfoglie e du' mirlucci.
Se fa coce piano piano.
Se sbizzùra l'erbetta e se vutta sopra.
Quanno lu brudittu è cottu, se prepara lo pà 'bbrustulìto.
...e se magna!!".

post correlato:
http://brodetto-portosangiorgio-live-video-ricetta.html

domenica 16 maggio 2010

Osteria Gastone

Mancanza di proposta, mente vuota, come afflitta da sindrome metereopatica. Tutto è ovattato sotto il cielo plumbeo: pure le idee.
Passeggiando in cerca di spunti validi per una scelta gourmand, arriviamo per forza d'inerzia di fronte all'Osteria Gastone: un'oasi nel deserto!
Soddisfatti ci accomodiamo.
L'ambiente è raccolto, pochi tavoli, una decina, senza tovagliato, di stile minimalista. Si gioca sul contrasto tra i figurativi moderni in bella mostra alle pareti e il mobilio in legno di stile classico, tra cui spicca un prezioso giradischi d'antiquariato perfettamente funzionante con tanto di fruscii d'altri tempi, risalente al 1918.
La proposta di cucina è moderatamente creativa. In sintonia con un target giovane, cerca di coglierne desideri e tendenze; con un occhio attento alla materia prima.
Entrè con bignè ripieno di zucchina, poi di seguito: 1) selezione antipasti del giorno comprendente in successione: petto d'anatra affumicato con sale alle spezie e arancia, carciofo al verdicchio, vellutata di fave, maffin di grana padano con confettura di pere e vino rosso. 3) crudità di carne, ovvero: tataki cipolle rosse di tropea e aceto balsamico, carpaccio alle erbe aromatiche, involtino di carpaccio con sedano e vinagrette leggermente piccante alla vaniglia. 4) tagliata di manzo razza marchigiana. 4) selezione formaggi freschi e stagionati, tra cui spiccavano Casera di Valtellina, Ragusano dop, Comtè aoc e Gorgonzola.
Il tutto bagnato con: Orano Marche rosso igt '06 dell'azienda Maria Pia Castelli di Monte Urano (FM) e Notari '04 Montepulciano d'Abruzzo Colline Teramane docg dell'azienda Bruno Nicodemi di Notaresco (TE).
Solito Caolila a chiudere.
Totale conto finale per quattro persone: € 210.
Osteria Gastone- via Giordano Bruno 76- 63017 Porto S. Giorgio (FM)- info e prenotazioni: 0734.673898 - 3929154936.
p.s.: dalla prossima settimana inizia il periodo di chiusura estiva.

domenica 9 maggio 2010

Marche rosso igt '05 Per Domenico, Fausti Vini.

Siamo di fronte ad un vino ottenuto da uva Syrah.
Si tratta del risultato lusinghiero di un lavoro iniziato in vigna e rivolto ad esaltare i caratteri dell'uva.
Tale lavoro è stato realizzato facendo leva su tre capisaldi:
1) consentire ad ogni singola pianta di accumulare energia, salvaguardandone l'impianto fogliario ed evitando cimature esasperate
2) selezione grappoli
3) esatta valutazione del grado di maturazione fenolica e susseguente vendemmia realizzata in tempi ristretti.
Questo vino che è stato affinato per 18 mesi in barrique, si presenta alla vista di color rosso rubino molto scuro, tendente al viola prugna.
Un impatto visivo vigoroso di antociani, che evidenzia tutta la carica polifenolica di un vitigno di rara energia, come appunto l'uva Syrah.

Profumato e vibrante al naso di note balsamiche, cuoio, frutta nera macerata, spezie: mai sopra le righe nonostante la complessità.
Perfetta corrispondenza gustolfattiva.
La tipica nota di pepe nero è stemperata dall'alcool, poi ribes e piccoli frutti.
Il tannino è levigato e regala un finale vellutato.
Ampio e persistente in chiusura.

Il vitigno trova in questa porzione di territorio (nei pressi della foce del fiume Tenna, in provincia di Fermo), il contesto pedoclimatico adatto per esprimersi al meglio.
Lo trova in verità anche in altre zone poste alle stesse latitudini; tant'è che secondo il parere di esperti, sarebbe il caso di affiancare all'etichetta di "internazionale" quella di "centro mediterraneo", a significarne il territorio d'elezione.

Marche rosso igt '05 Per Domenico - alcool 14 % - circa € 20 in azienda.
Fausti vini, contrada Castelletta 15 - 63900 Fermo
tel +39 0734.621023 - +39 0734 620492
fax 0734 620492
email  faustivini@gmail.com

sabato 1 maggio 2010

I terroir del Montepulciano

Cronaca dell'evento "I terroir del Montepulciano", tenutosi venerdì 30 aprile in occasione di "Fritto Misto 2010" ad Ascoli Piceno.
La location ricavata nel chiostro della Chiesa di S.Francesco, fa da degna cornice.
Giampaolo Gravina, coordinatore regionale I Vini d'Italia dell'Espresso, guida la degustazione orizzontale cieca di 6 vini annata 2004 ottenuti da uva Montepulciano.
Un appassionante confronto tra prestigiose etichette provenienti dalle tre zone d'elezione: Abruzzo, ConeroPiceno.
Giampaolo Gravina
guida la degustazione
I vini esaminati sono Riserve annata 2004.
foto intravino.com
1) Montepulciano d'Abruzzo di Emidio Pepe di Torano Nuovo (TE): lascia qualche perplessità, già dal colore piuttosto scarico si percepisce un limite strutturale, pienamente confermato dalla scarsa espressività olfattiva e dalla magrezza gustativa.
Un'annata sotto tono, rispetto a quelle precedenti e successive.
2) Montepulciano d'Abruzzo Cocciapazza dell'azienda Torre dei Beati di Loreto Aprutino (PE): il primo impatto olfattivo è segnato da note balsamiche, cuoio e vagamente d'idrocarburo, poi però dopo adeguata ossigenazione, si apre verso sensazioni leggermente fruttate e anche floreali che riportano al territorio di provenienza e lo rendono distinguibile.
Anche al palato conferma le stesse sensazioni.
Considerando il costo intorno ai 15 euro, risulta da podio per qualità-prezzo.
3) Erasmo Castelli dell'azienda Maria Pia Castelli di Monte Urano (FM): qui si comincia ad andare sul pesante.
Il colore è nero, compatto, impenetrabile.
I profumi  sembrano filtrati dalla massa sovrastante, ma non trovano ostacoli.
Intenso in questa fase ed austero: la nota alcolica avvolgente contribuisce ad un imprinting di grande eleganza.
A mio parere ha la miglior corrispondenza gustolfattiva tra tutti i vini della serata.
Bocca dotata di motilità, ben articolata sui toni del cioccolato fondente, del frutto in confettura e speziata nel finale.
Top wine.
4) Dorico dell'azienda Moroder di Ancona: compatto, di grande concentrazione.
Note olfattive tendenti al cuoio; o meglio tra l'erbaceo di erbe officinali e l'animale.
Non raggiunge pulizia di profumi.
Al palato è asciugante, tannino astringente.
A sorpresa dopo un paio d'ore di sosta nel calice, sembra recuperare grassezza: molto migliorato.
5) Sassi Neri dell'azienda Fattoria le Terrazze di Numana (AN): si continua a stare sul pesante per concentrazione di colore e sostanza.
Le successive fasi lasciano delle perplessità.
Nota olfattiva alcolica, leggermente prevaricante in prima battuta, poi si attenua.
Sia al naso che al gusto è giocato sui toni della marasca sotto spirito e delle speziature.
Palato non particolarmente materico, denota un limite di profondità.
In generale tutti i vini degustati hanno trovato beneficio dalla prolungata sosta nel calice, ad eccezione di questo.
Finale con sensazioni affumicate, di vino quasi risolto.
6) Kurni dell'azienda Oasi degli Angeli di Cupramarittima (AP): un vino inconfondibile, destinato a recitare sempre il ruolo di protagonista per iperbole e persistenza.
Ho comunque rilevato in quest'annata una certa discontinuità tra le note olfattive e gustative: più maturità nelle prime, più frutto fresco nelle seconde.
Il primo impatto al palato è contraddistinto da sensazioni speziate e liquirizia, che però tendono ad essere sovrastate dal fruttato dolciastro della ciliegia: glicerico e morbido in questa fase.
Massa materica notevole che necessita di tempi di maturazione lunghi e di sosta in bottiglia.
Lo storico
Caffè Meletti
ad Ascoli Piceno
post correlato:
https://vinidiconfine.blogspot.com/2010/03/il-montepulciano-vitigno.html