sabato 1 maggio 2010

I terroir del Montepulciano

Cronaca dell'evento "I terroir del Montepulciano", tenutosi venerdì 30 aprile in occasione di "Fritto Misto 2010" ad Ascoli Piceno.
La location ricavata nel chiostro della Chiesa di S.Francesco, fa da degna cornice.
Giampaolo Gravina, coordinatore regionale I Vini d'Italia dell'Espresso, guida la degustazione orizzontale cieca di 6 vini annata 2004 ottenuti da uva Montepulciano.
Un appassionante confronto tra prestigiose etichette provenienti dalle tre zone d'elezione: Abruzzo, ConeroPiceno.
Giampaolo Gravina
guida la degustazione
I vini esaminati sono Riserve annata 2004.
foto intravino.com
1) Montepulciano d'Abruzzo di Emidio Pepe di Torano Nuovo (TE): lascia qualche perplessità, già dal colore piuttosto scarico si percepisce un limite strutturale, pienamente confermato dalla scarsa espressività olfattiva e dalla magrezza gustativa.
Un'annata sotto tono, rispetto a quelle precedenti e successive.
2) Montepulciano d'Abruzzo Cocciapazza dell'azienda Torre dei Beati di Loreto Aprutino (PE): il primo impatto olfattivo è segnato da note balsamiche, cuoio e vagamente d'idrocarburo, poi però dopo adeguata ossigenazione, si apre verso sensazioni leggermente fruttate e anche floreali che riportano al territorio di provenienza e lo rendono distinguibile.
Anche al palato conferma le stesse sensazioni.
Considerando il costo intorno ai 15 euro, risulta da podio per qualità-prezzo.
3) Erasmo Castelli dell'azienda Maria Pia Castelli di Monte Urano (FM): qui si comincia ad andare sul pesante.
Il colore è nero, compatto, impenetrabile.
I profumi  sembrano filtrati dalla massa sovrastante, ma non trovano ostacoli.
Intenso in questa fase ed austero: la nota alcolica avvolgente contribuisce ad un imprinting di grande eleganza.
A mio parere ha la miglior corrispondenza gustolfattiva tra tutti i vini della serata.
Bocca dotata di motilità, ben articolata sui toni del cioccolato fondente, del frutto in confettura e speziata nel finale.
Top wine.
4) Dorico dell'azienda Moroder di Ancona: compatto, di grande concentrazione.
Note olfattive tendenti al cuoio; o meglio tra l'erbaceo di erbe officinali e l'animale.
Non raggiunge pulizia di profumi.
Al palato è asciugante, tannino astringente.
A sorpresa dopo un paio d'ore di sosta nel calice, sembra recuperare grassezza: molto migliorato.
5) Sassi Neri dell'azienda Fattoria le Terrazze di Numana (AN): si continua a stare sul pesante per concentrazione di colore e sostanza.
Le successive fasi lasciano delle perplessità.
Nota olfattiva alcolica, leggermente prevaricante in prima battuta, poi si attenua.
Sia al naso che al gusto è giocato sui toni della marasca sotto spirito e delle speziature.
Palato non particolarmente materico, denota un limite di profondità.
In generale tutti i vini degustati hanno trovato beneficio dalla prolungata sosta nel calice, ad eccezione di questo.
Finale con sensazioni affumicate, di vino quasi risolto.
6) Kurni dell'azienda Oasi degli Angeli di Cupramarittima (AP): un vino inconfondibile, destinato a recitare sempre il ruolo di protagonista per iperbole e persistenza.
Ho comunque rilevato in quest'annata una certa discontinuità tra le note olfattive e gustative: più maturità nelle prime, più frutto fresco nelle seconde.
Il primo impatto al palato è contraddistinto da sensazioni speziate e liquirizia, che però tendono ad essere sovrastate dal fruttato dolciastro della ciliegia: glicerico e morbido in questa fase.
Massa materica notevole che necessita di tempi di maturazione lunghi e di sosta in bottiglia.
Lo storico
Caffè Meletti
ad Ascoli Piceno
post correlato:
https://vinidiconfine.blogspot.com/2010/03/il-montepulciano-vitigno.html

3 commenti:

  1. Mi incuriosisce il Torre dei Beati, anche perchè l'azienda si trova in quel di Loreto Aprutino, paese natio di un caro amico. Vedrò di farmelo procurare... ;-)

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  2. Dello stesso produttore anche il Mazzamurello, vino di punta aziendale: sosta di più sulle fecce fini e fa batonnage.

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  3. Grazie per la dritta, tengo a mente! ;-)

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