Il Montepulciano è l'uva a bacca rossa "regina" del territorio abruzzese e marchigiano: qui trova il suo habitat ideale.
L'origine del nome è incerta: non ha nulla a che fare con l'omonima città in provincia di Siena nè col Prugnolo Gentile alla base della Docg "Vino Nobile di Montepulciano".
In realtà sembra che il vitigno Montepulciano abbia avuto origine in Abruzzo e l'equivoco sul nome risalga ad un frettoloso collegamento tra due diverse realtà geografiche, fatto dagli ampelografi dei primi anni del XIX secolo.
Il Montepulciano è un'uva a maturazione tardiva, ricca di antociani, da cui si ottengono vini con lungo retrogusto e tannino vivido, contraddistinti sia al gusto che all'olfatto da sensazioni che ricordano l'amarena, la ciliegia matura che possono virare verso note speziate, cuoio e liquirizia.
Questa uva nel passato, veniva utilizzata prevalentemente come "uva da taglio" perchè conferiva potenza e intensità di profumi ai vini.
Oggi l'evoluzione enologica ha liberato tutte le potenzialità del Montepulciano e molte aziende sono in grado di esprimere vini di levatura mondiale.
Si tratta di un'uva versatile, in grado di coprire tutto lo spettro produttivo: può dar luogo sia a vini d'uso quotidiano non particolarmente complessi e di facile approccio, sia a versioni rosé (ferme e spumantizzate), sia a vini complessi, di grande profondità e struttura.
La capacità d'esprimere prodotti d'eccellenza, varia in relazione all'età dei vigneti.
Coltivato prevalentemente nelle regioni del centro-sud Italia, trova la sua zona d'elezione nella fascia di territorio compresa tra la linea collinare sub-appenninica e il mare Adriatico, estesa dalla regione Marche fino all'Abruzzo, al Molise, alla Puglia settentrionale.
E' in questa macro area che il Montepulciano dà il meglio di sè, per questioni legate al clima, al terreno, all'esposizione e consente ai viticoltori declinazioni diverse, dalle più semplici alle più complesse, da solo o in combinazione con altri vitigni.
All'interno di questa macro area è possibile individuarne altre tre, dove la diversa condizione pedoclimatica va ad incidere sui caratteri e le sfumature dei vini prodotti: quella abruzzese, quella del sud delle Marche e quella più a nord, comprendente la provincia di Ancona.
In Abruzzo l'escursione termica, dovuta alla vicinanza della catena appenninica, di solito determina una maggiore ampiezza delle nuances olfattive.
In provincia di Ancona, l'influenza del vicino mare Adriatico può invece accentuare sfumature minerali e salmastre.
Nell'ascolano il terreno collinare a calanchi e la tradizionale combinazione col vitigno Sangiovese, producono vini in genere grintosi, a volte esuberanti.
La diversità di terroir e di tradizioni vitivinicole regalano, pur nelle differenti sfumature, vini sempre inconfondibili.
L'origine del nome è incerta: non ha nulla a che fare con l'omonima città in provincia di Siena nè col Prugnolo Gentile alla base della Docg "Vino Nobile di Montepulciano".
In realtà sembra che il vitigno Montepulciano abbia avuto origine in Abruzzo e l'equivoco sul nome risalga ad un frettoloso collegamento tra due diverse realtà geografiche, fatto dagli ampelografi dei primi anni del XIX secolo.
Il Montepulciano è un'uva a maturazione tardiva, ricca di antociani, da cui si ottengono vini con lungo retrogusto e tannino vivido, contraddistinti sia al gusto che all'olfatto da sensazioni che ricordano l'amarena, la ciliegia matura che possono virare verso note speziate, cuoio e liquirizia.
Questa uva nel passato, veniva utilizzata prevalentemente come "uva da taglio" perchè conferiva potenza e intensità di profumi ai vini.
Oggi l'evoluzione enologica ha liberato tutte le potenzialità del Montepulciano e molte aziende sono in grado di esprimere vini di levatura mondiale.
Si tratta di un'uva versatile, in grado di coprire tutto lo spettro produttivo: può dar luogo sia a vini d'uso quotidiano non particolarmente complessi e di facile approccio, sia a versioni rosé (ferme e spumantizzate), sia a vini complessi, di grande profondità e struttura.
La capacità d'esprimere prodotti d'eccellenza, varia in relazione all'età dei vigneti.
Coltivato prevalentemente nelle regioni del centro-sud Italia, trova la sua zona d'elezione nella fascia di territorio compresa tra la linea collinare sub-appenninica e il mare Adriatico, estesa dalla regione Marche fino all'Abruzzo, al Molise, alla Puglia settentrionale.
E' in questa macro area che il Montepulciano dà il meglio di sè, per questioni legate al clima, al terreno, all'esposizione e consente ai viticoltori declinazioni diverse, dalle più semplici alle più complesse, da solo o in combinazione con altri vitigni.
All'interno di questa macro area è possibile individuarne altre tre, dove la diversa condizione pedoclimatica va ad incidere sui caratteri e le sfumature dei vini prodotti: quella abruzzese, quella del sud delle Marche e quella più a nord, comprendente la provincia di Ancona.
In Abruzzo l'escursione termica, dovuta alla vicinanza della catena appenninica, di solito determina una maggiore ampiezza delle nuances olfattive.
In provincia di Ancona, l'influenza del vicino mare Adriatico può invece accentuare sfumature minerali e salmastre.
Nell'ascolano il terreno collinare a calanchi e la tradizionale combinazione col vitigno Sangiovese, producono vini in genere grintosi, a volte esuberanti.
La diversità di terroir e di tradizioni vitivinicole regalano, pur nelle differenti sfumature, vini sempre inconfondibili.
Degustazione cieca di 6 vini Riserva ottenuti da uve Montepulciano:
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Io ho sempre trovato: origini incerte, del resto chi può dirlo con esattezza, non c'eravamo ;) e una dichiarata vicinanza al Sangiovese ma al gusto grossomodo non direi.
RispondiEliminaaz
Vicinanza in che senso? Geografica? Per il resto non si assomigliano neanche a guardarle; o forse ci può stare una somiglianza con qualcuno dei numerosi cloni di Sangiovese, forse.
EliminaI contadini di un tempo dicevano che l'uva del Montepulciano era brutta e buona.
Sarebbe molto carino se fosse vera la leggenda che ho sentito. Ovvero che il Mont. si chiama così perché alcuni mercanti toscani che avevano valicato l'Appennino, assaggiandolo, avrebbero detto: "E' proprio buono! Sembra il vino di Montepulciano!" :-)
RispondiEliminaSaluti
Riccardo
La questione del nome è difficile da districare.
EliminaPuò darsi che sia vero il contrario e cioè che fossero stati i vinificatori di regioni diverse da quelle di produzione ad indicare con quel nome l'uva da taglio che utilizzavano per i loro vini, cercando in questo modo di celarne l'identità.
Al di là di queste ipotesi però, sembrerebbe da uno scritto del XVIII secolo dello storico Michele Troia, che la culla di questo vitigno fosse la Valle Peligna. Tuttavia è solo dall'anno 1875 che si documenta un'esatta descrizione ampelografica del Montepulciano.
Thanks in support of sharing such a pleasant
RispondiEliminathinking, article is good, thats why i have
read it entirely