domenica 14 agosto 2022

Rosso Conero Doc e Conero Docg, degustazione guidata

Nell'ambito della terza edizione di Marche in Vino Veritas ad Offida 12 e 13 agosto 2022, abbiamo avuto modo di partecipare a quattro degustazioni guidate: Offida Pecorino Docg, Rosso Piceno Superiore Doc, Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc e Riserva Docg, Rosso Conero Doc e Conero Riserva Docg.
Le degustazioni guidate si sono tenute nel trecentesco ex Monastero di San Francesco sede della Vinea (società che sovrintende alle attività agricole locali e alle attività di promozione) e sede dell'Enoteca Regionale delle Marche.
Relatore Sommelier Prof. Francesco Felix.
A seguire, note di degustazione Rosso Conero Doc e Conero Docg.
Come premessa, direi che questi cinque vini hanno lasciato senz'altro buone impressioni; sottolineerei come frutto ricco e maturo, marasca sotto spirito o in confettura, possano essere il fil rouge che li accomuna, tuttavia individuabili sono anche altre sfaccettature, legate alla modulazione del rapporto tra estratto secco e parti cosiddette dure (carica acido/sapida, tannini), a favore dell'uno o a favore delle altre.
1) Rosso Conero Doc '20 Serrano, Umani Ronchi
Da uve 85% montepulciano, 15% sangiovese.
Criomacerazione prefermentativa dei grappoli, fermentato e maturato cinque mesi in acciaio, appare rosso rubino profondo; grande carica polifenolica e antocianica.
Frutto maturo, ciliegia, erbette aromatiche, rosmarino, cuoio, amarena.
I recettori sensoriali sono sottoposti a stimoli carezzevoli; percepibile è l'equilibrio tra carica acidica, tenore alcolico, corredo saccarotico.
Vino di media struttura, da abbinare su primi piatti al ragù di carne, agnolotti al sugo.
2) Rosso Conero Doc '20 Julius, Silvano Strologo
Da uve montepulciano in purezza, vinificato in acciaio, maturato 6/8 mesi in botte grande e barrique, più ulteriori 6 mesi in bottiglia, appare rosso rubino carico, con riflesso porpora.
Naso intenso e fruttato, di buona complessità; amarena, corteccia, frutti di bosco, sentori vanigliati, liquirizia.
In bocca la carica acidica tende a sovrastare e l'aspettativa maturata all'olfazione non trova piena conferma.
Parti dure in bella evidenza, ciononostante, a mio parere, quadro ricco e dinamico.
Preferibilmente su piatti a tendenza succulenta, cannoli ripieni con ragù di maiale e parmigiano, lasagne al forno con besciamella e mozzarella.
3) Rosso Conero Doc '19 Montepasso, Moncaro
Questo vino merita un discorso a sé stante; mi pare di poter dire che siamo di fronte ad una sorta di sperimentazione decisa dall'azienda, al fine di diversificare l'offerta e offrire soluzioni alternative.
Da uve 90% montepulciano e 10% sangiovese è infatti ottenuto con la tecnica del "ripasso"; tecnica adottata tradizionalmente in Valpolicella con le uve utilizzate per l'Amarone e consistente nella rifermentazione delle uve base, sulle vinacce appassite residue, utilizzate per la produzione del Conero Riserva Docg Nerone.
L'operazione di “ripasso” ha lo scopo di conferire al vino un incremento in termini di alcol, sostanze polifenoliche ed estratti, traducibile in ampio corpo e spiccata rotondità; questa operazione che in linea di principio dovrebbe avere solo lati positivi, viceversa può avere un rovescio della medaglia, cioè il rischio d'inoculare anche le parti ormai esauste delle vinacce, rischio neutralizzabile solo con l'esperienza e la pratica costante.
Matura dodici mesi,  60% in barrique e 40% in botte grande di rovere francese.
Appare rosso granato, è in prima battuta piuttosto scontroso al naso, su note terrose, tartufate; dopo breve ossigenazione, tende ad aggiustarsi ed emergono toni di china calissaia e rabarbaro che poi caratterizzeranno anche la successiva fase gustativa, corredati da frutto nero macerato e creme caramel.
Quadro certamente originale, proiettato sulle morbidezze, non eccede in allungo.
4) Conero Docg '19 Cimerio, Moncaro
Qui rientriamo nei canoni classici.
Ottenuto da uve montepulciano in purezza, vinificato in cemento, maturato 12 mesi in rovere, appare rosso granato.
Ritroviamo anche qui le note di rabarbaro e china calissaia del precedente vino; tratto comune, probabilmente dovuto al tipo di clone utilizzato o alle caratteristiche dei contenitori d'affinamento.
Il quadro tende al morbido su note d'amarena, cuoio, frutto rosso; burroso e vanigliato.
5) Conero Riserva Docg '19 Grosso Agontano, Garofoli
Direi un pezzo da novanta.
Da uve montepulciano in purezza, 12/18 mesi in barrique, 24 mesi in bottiglia, appare rosso granato cupo, impenetrabile.
Vino di notevole struttura, necessita di adeguata ossigenazione; complesso e intenso, con rapporto tra carica acidica, tannini ed estratto secco, parametrato verso l'alto.
Variamente articolato è il quadro, su descrittori che ricordano corteccia di china, liquirizia, amarena, tabacco, aspersioni ematiche e cioccolatose.
Vino da brasati e stracotti.
Info di base Denominazione d'Origine.
Doc e Docg differiscono sostanzialmente per misure più restrittive previste nel Disciplinare di Produzione della Docg in ordine ad esempio a rese per ettaro e uva/vino, titolo alcolometrico minimo, invecchiamento obbligatorio, base ampelografica.
Per la Doc non è previsto un periodo d'invecchiamento obbligatorio; la Docg non può essere immessa al consumo prima di 24 mesi a partire da 1 novembre dell'anno della vendemmia e una parte dell'invecchiamento deve essere fatto in legno.
Base ampelografica Rosso Conero Doc: almeno 85% uva montepulciano, possono concorrere alla produzione di detto vino, fino al 15%, tutti gli altri vitigni non aromatici, a bacca rossa, idonei alla coltivazione nella regione Marche.
Base ampelografica Conero Docg (è ammessa ma non obbligatoria la menzione Riserva): almeno 85% uva montepulciano, eventuale saldo massimo 15% uva sangiovese.
Viceversa identica è la zona di produzione di Rosso Conero Doc e Conero Docg, molto ristretta e corrispondente al territorio amministrativo di 7 comuni della provincia di Ancona: Ancona, Camerano, Offagna, Numana, Sirolo e parte del territorio dei comuni di Osimo e di Castelfidardo, tutt'intorno al promontorio del Monte Conero che dà il nome alle due Denominazioni d'Origine.

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