lunedì 1 agosto 2022

Nero di Troia vitigno

Nero di Troia, iscritta al Registro Nazionale delle Varietà di Viti nel 1970 con il nome di Uva di Troia, è una varietà a bacca rossa diffusa soprattutto in regione Puglia, in misura minore in altre zone del meridione d'Italia.
Nero di Troia è quindi un sinonimo entrato nell'uso comune a causa di specifiche caratteristiche del vitigno, dotato di ricca carica antocianica, tale da conferire al vino un colore rosso rubino talmente intenso da sembrare nero.
Trova il territorio d’elezione nella parte centro/settentrionale della regione, compreso tra la provincia di Foggia e il nord della provincia di Bari, ma è coltivata in tutta la Puglia per una superficie vitata di circa 2500 ettari; è quindi il terzo vitigno pugliese in ordine di rilevanza dopo il Primitivo e il Negroamaro.
L'origine del nome si fa derivare dal comune di Troia in provincia di Foggia; secondo un'altra versione basata più su leggenda che su storia, deriverebbe invece dalle vicissitudini del mitico eroe greco della guerra di Troia, Diomede, il quale di ritorno dalla guerra e risalendo il corso del fiume Ofanto, piantò dei tralci di vite in un luogo ritenuto ideale.
L’Uva di Troia è un vitigno a maturazione tardiva, non facile da coltivare proprio perchè questa caratteristica lo può esporre a rischi climatici.
Sono iscritti al Registro Nazionale delle Varietà di Viti 5 o 6 cloni, però in termini generali si può affermare che caratteristiche comuni a tutti i vini ottenuti da Uva di Troia siano: elevata tannicità, grande colore e dotazione antocianica, carica polifenolica rilevante, quadro organolettico ricco di frutto e speziatura, prugna matura, chiodo di garofano, liquirizia, cacao, complessità.
Difficoltà di coltivazione e genetica aggressività, hanno nel recente passato indotto i viticoltori ad utilizzarla come uva da taglio per irrobustire vini deboli di colore e di sostanza.
E' solo dai primi anni 2000 che si è iniziato a vinificarla in purezza; soluzioni in vigna e cantina, mirate ad addomesticarla, ad armonizzare il quadro organolettico e ammorbidire i tannini, sono riuscite nell'intento di trasformare la genetica ruvidezza in raffinatezza, tanto da consentire in particolar modo alle Riserve, di poter competere per imponenza con i vini italiani più prestigiosi.
Nero di Troia vitigno
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