Nel corso della 16^ edizione di "Amare il Falerio" svoltasi a Porto Sant'Elpidio (Fm) venerdì 7 agosto 2020, manifestazione che celebra la prestigiosa Doc marchigiana e la ristorazione del territorio, ci siamo cimentati in qualche degustazione di vini Falerio Doc e Falerio Pecorino Doc, i quali ci hanno ribadito le caratteristiche consuete: immediatezza e facilità d'approccio nei primi, doti di struttura e potenziale evolutivo nei secondi.
Viceversa un fattore comune potremmo individuarlo nel favorevole rapporto qualità/prezzo, poichè nella generalità dei casi non si supera la doppia cifra sullo scaffale.
Subito in evidenza il tratto varietale, la freschezza, il frutto a polpa bianca, l'agrume, la caratteristica impronta ammandorlata.
Un Falerio Doc nel pieno rispetto della tradizione.
Frutto in evidenza: pomacea e tamarindo danno l'impronta e piacevoli carezze.
Acidico quanto basta per dinamizzare e rinfrescare, senza graffiare.
Sottile vena minerale.
Vino bene costruito, coniuga struttura notevole e finezza.
Le sensazioni olfattive e gustative, ricche e complesse, indirizzerebbero verso una vendemmia leggermente ritardata o verso criomacerazione prefermentativa (uva pigiata, lasciata a circa 5°C per 12-24 ore) o verso crioestrazione selettiva (uva non pigiata lasciata congelare sotto 0°C per un periodo variabile) o verso una sosta più o meno lunga sulle fecce fini, ma ufficialmente tale vino risulta fare maturazione in acciaio e bottiglia per complessivi 6-8 mesi, senza ulteriori indicazioni.
In ogni caso e al di là delle scelte agronomiche e di vinificazione, il risultato è quello che conta ed è di tutto rispetto.
Già alla vista, gli archetti persistenti sul calice testimoniano la consistenza; al naso e al palato le sensazioni spaziano da lieviti e crosta di pane, alla macedonia di frutta, fino ai toni maturi di frutto a guscio e gherigli di noce.
A sostegno di tutto ciò e a rinfrescare il finale, interviene la prepotente dotazione acido/sapida del Pecorino.
A mio parere, un vino di questa portata non andrebbe servito a temperature troppo basse.
In abbinamento su cucina di mare, piatti di pari persistenza gustolfattiva, grigliata di pesce azzurro, scorfano al forno.
Si presenta giallo paglierino luminoso con riflessi oro.
Profumi di frutta fresca, mela e banana, mineralità, erbe officinali e fiori bianchi, tornano in piena continuità anche al gusto.
Quadro ben bilanciato, con doti d'avvolgenza oserei dire inaspettate per la tipologia, altresì rispettoso del profilo varietale, ma arrotondato nelle rugosità endemiche.
La Doc Falerio fu istituita nel 1975, successivamente più volte modificata fino al 2014.
Base ampelografica, Trebbiano 20%-50%, Passerina 10%-30%, Pecorino 10%-30%; possono concorrere altre uve a bacca bianca autorizzate in regione Marche fino a un massimo del 20% (n.d.r.: Trebbiano funge da uva neutra, che non modifica il profilo fruttato di Passerina e quello acido/sapido di Pecorino).
Nel 2011 fu istituita la Doc Falerio Pecorino la cui base ampelografica è almeno 85% Pecorino.
Esiste un unico disciplinare per le due Doc, che norma le differenze tra le due tipologie per ciò che riguarda rese per ettaro, fittezza sesti d'impianto, composizione varietale, titolo alcolometrico.
Le Denominazioni d'Origine Controllata Falerio e Falerio Pecorino hanno il medesimo riferimento territoriale, corrispondente all'intero territorio amministrativo delle provincie di Ascoli Piceno e Fermo.
Viceversa un fattore comune potremmo individuarlo nel favorevole rapporto qualità/prezzo, poichè nella generalità dei casi non si supera la doppia cifra sullo scaffale.
Falerio Pecorino Doc '19 Aurato
12,5% vol.
Il Conte Villa Prandone
Prestazione in chiaroscuro, a mio parere, poichè la tendenza ossiriduttiva che mi pare si sia manifestata all'olfazione, viene completamente smentita all'assaggio, laddove recupera ed esalta il frutto fragrante a polpa bianca e la freschezza agrumata.
Falerio Doc '19
13% vol.
Cantina Centanni
Attacco olfattivo di media intensità, ciononostante pulito e netto.Subito in evidenza il tratto varietale, la freschezza, il frutto a polpa bianca, l'agrume, la caratteristica impronta ammandorlata.
Un Falerio Doc nel pieno rispetto della tradizione.
Falerio Doc '19 Alisso
13% vol.
Vini Firmanum
Vino leggiadro, di corpo esile e flessuoso.Frutto in evidenza: pomacea e tamarindo danno l'impronta e piacevoli carezze.
Acidico quanto basta per dinamizzare e rinfrescare, senza graffiare.
Sottile vena minerale.
Falerio Pecorino Doc '18 Franco
14% vol.
Officina del Sole
Annata da incorniciare per questa etichetta: il massimo riconoscimento ricevuto dalla Guida Slow Wine 2020 appare meritato.Vino bene costruito, coniuga struttura notevole e finezza.
Le sensazioni olfattive e gustative, ricche e complesse, indirizzerebbero verso una vendemmia leggermente ritardata o verso criomacerazione prefermentativa (uva pigiata, lasciata a circa 5°C per 12-24 ore) o verso crioestrazione selettiva (uva non pigiata lasciata congelare sotto 0°C per un periodo variabile) o verso una sosta più o meno lunga sulle fecce fini, ma ufficialmente tale vino risulta fare maturazione in acciaio e bottiglia per complessivi 6-8 mesi, senza ulteriori indicazioni.
In ogni caso e al di là delle scelte agronomiche e di vinificazione, il risultato è quello che conta ed è di tutto rispetto.
Già alla vista, gli archetti persistenti sul calice testimoniano la consistenza; al naso e al palato le sensazioni spaziano da lieviti e crosta di pane, alla macedonia di frutta, fino ai toni maturi di frutto a guscio e gherigli di noce.
A sostegno di tutto ciò e a rinfrescare il finale, interviene la prepotente dotazione acido/sapida del Pecorino.
A mio parere, un vino di questa portata non andrebbe servito a temperature troppo basse.
In abbinamento su cucina di mare, piatti di pari persistenza gustolfattiva, grigliata di pesce azzurro, scorfano al forno.
Falerio Pecorino Doc '19 Case Rosse
13% vol.
Il Crinale
L'azienda di Castorano (AP) con questo vino si aggiudica meritatamente la palma del "miglior Falerio Pecorino Doc '19" nell'edizione 2020 di "Amare il Falerio".Si presenta giallo paglierino luminoso con riflessi oro.
Profumi di frutta fresca, mela e banana, mineralità, erbe officinali e fiori bianchi, tornano in piena continuità anche al gusto.
Quadro ben bilanciato, con doti d'avvolgenza oserei dire inaspettate per la tipologia, altresì rispettoso del profilo varietale, ma arrotondato nelle rugosità endemiche.
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Amare il Falerio 2020, risultati concorso:
Info di base Denominazione d'Origine Controllata.La Doc Falerio fu istituita nel 1975, successivamente più volte modificata fino al 2014.
Base ampelografica, Trebbiano 20%-50%, Passerina 10%-30%, Pecorino 10%-30%; possono concorrere altre uve a bacca bianca autorizzate in regione Marche fino a un massimo del 20% (n.d.r.: Trebbiano funge da uva neutra, che non modifica il profilo fruttato di Passerina e quello acido/sapido di Pecorino).
Nel 2011 fu istituita la Doc Falerio Pecorino la cui base ampelografica è almeno 85% Pecorino.
Esiste un unico disciplinare per le due Doc, che norma le differenze tra le due tipologie per ciò che riguarda rese per ettaro, fittezza sesti d'impianto, composizione varietale, titolo alcolometrico.
Le Denominazioni d'Origine Controllata Falerio e Falerio Pecorino hanno il medesimo riferimento territoriale, corrispondente all'intero territorio amministrativo delle provincie di Ascoli Piceno e Fermo.
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