sabato 17 maggio 2014

Wine news da Bruxelles, commercio vendita diretta.

La vendita diretta ai privati dentro i confini europei non è una prospettiva sfumata.
I vignaioli e i piccoli produttori possono tirare un sospiro di sollievo e ricominciare a sperare.
Per l’istanza che chiede lo snellimento della compravendita e il superamento delle accise, si apre uno spiraglio.
E' stato fatto un passo in avanti.
La Commissione Europea ha deciso di avviare uno studio su questa forma di vendita, di cui si è fatta promotrice a Bruxelles la Confédération Européenne des Vignerons Indépendants, l’organizzazione internazionale che riunisce i vignaioli indipendenti europei, presentando un documento sulla semplificazione della materia, che poi ha portato a due interrogazioni parlamentari.
Adesso è pronto il questionario che servirà all’indagine.
Verrà presto inviato ad un panel di produttori selezionati in tutta Europa.
Il questionario è stato stilato per sondare e comprendere i vantaggi, le difficoltà e l’impatto della vendita diretta per chi la pratica.
Ad averlo visto stampato, è stata proprio la presidente della Fivi Matilde Poggi, a Palazzo Justus Lipsius sede del Consiglio, dove si è recata qualche settimana fa.
Seguiranno lo studio: la Direzione generale dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale della Commissione Europea e la Direzione Generale Fiscalità e unione doganale.
by: www.ilgiramondo.net
“L’Unione Europea è stata fondata per la libera circolazione delle merci e delle persone  
- dice la Poggi - invece s'impedisce di vendere direttamente al privato di un altro stato comunitario.
Siamo tutti obbligati a nominare il rappresentante fiscale che si occupa della transazione e del trasporto, a sottoporci a trafile burocratiche onerosissime.
Praticamente siamo costretti ogni volta a pagare una gabella che fa lievitare il prezzo del vino.
Paghiamo la spedizione e paghiamo la gestione della pratica accise anche quando queste, sia nel Paese di partenza che di destinazione, sono a zero.
In questo modo si penalizzano i piccoli produttori che non hanno una distribuzione globale, si congela il commercio.
Si fa tanto per fidelizzare il cliente che viene a trovarci o che acquista da noi il nostro vino, ma poi si finisce col perderlo una volta rientrato a casa, nel proprio Paese, non potendo più vendere alle stesse condizioni che avevamo applicato in cantina o nel nostro punto vendita.
La Fivi da tempo si batte in prima linea per cambiare le cose insieme alla Cevi, di cui fa parte”.

Per la presidente, la decisione presa dalla Commissione è un traguardo; un segnale positivo che mostra, oltre l’interessamento, la volontà da parte delle istituzioni di approfondire la questione e probabilmente di valutare nuovi orizzonti di mercato.

Una buona notizia che rincuorerà sicuramente anche il sistema dell’e-commerce.
Proprio uno dei rappresentanti di questo canale, Filippo Ronco di Vinix, che ha creato Grassroots Market, qualche mese fa lanciava attraverso la rete un appello ai colleghi e ai produttori https://www.vinix.com/myDocDetail.php?ID=7213&lang=ita
invitandoli ad unirsi contro questi paletti che stanno penalizzando una parte importante del mondo produttivo, fatto da realtà ridimensionate, per lo più familiari, ma dal peso specifico importante.
(fonte: cronachedigusto.it)

l'intero post di Manuela Laiacona:
http://www.cronachedigusto.it/archiviodal-05042011/325-scenari/13205-uesi-apre-uno-spiraglio-per-la-vendita-diretta-ai-privati-la-commissione-avvia-uno-studio.html

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