Maltempo su Cantine Aperte.
Pioggia a catinelle e temperature rigide, hanno flagellato quest'ultima edizione ma non scoraggiato gli appassionati come al solito accorsi in massa, nonostante le avverse condizioni meteo (soprattutto pregiudicata la parte open air: visita vigneti, aspetti naturalistici, paesaggio).
In ogni caso Cantine Aperte ha confermato di essere un momento aggregativo importante e quindi efficace strumento di promozione del settore.
A tale proposito, ritengo di dover sottolineare come un contributo fattivo e direi decisivo per il successo dell'evento, lo abbiano avuto i tours organizzati.
In questa occasione ad esempio Marche Flavoured (società cooperativa d'incoming turistico, che supporta le aziende, in attività volte alla valorizzazione del patrimonio culturale, storico, artistico, enogastronomico della regione Marche) , è riuscita ad allestire un tour molto interessante, che ha toccato areali particolarmente vocati al Verdicchio (di Jesi e di Matelica) e alla Lacrima di Morro d'Alba.
Prima tappa: Podere Santa Lucia a Monte S. Vito (AN).
Azienda di piccole dimensioni, estesa su circa 13 ettari prevalentemente coltivati a Lacrima di Morro d'Alba e Verdicchio. Pioggia a catinelle e temperature rigide, hanno flagellato quest'ultima edizione ma non scoraggiato gli appassionati come al solito accorsi in massa, nonostante le avverse condizioni meteo (soprattutto pregiudicata la parte open air: visita vigneti, aspetti naturalistici, paesaggio).
In ogni caso Cantine Aperte ha confermato di essere un momento aggregativo importante e quindi efficace strumento di promozione del settore.
A tale proposito, ritengo di dover sottolineare come un contributo fattivo e direi decisivo per il successo dell'evento, lo abbiano avuto i tours organizzati.
In questa occasione ad esempio Marche Flavoured (società cooperativa d'incoming turistico, che supporta le aziende, in attività volte alla valorizzazione del patrimonio culturale, storico, artistico, enogastronomico della regione Marche) , è riuscita ad allestire un tour molto interessante, che ha toccato areali particolarmente vocati al Verdicchio (di Jesi e di Matelica) e alla Lacrima di Morro d'Alba.
Prima tappa: Podere Santa Lucia a Monte S. Vito (AN).
Podere S. Lucia brut rosè metodo Charmat lungo, ottenuto da uve Lacrima, elaborato a Faenza (piacevole vino d'entrèe, carbonica setosa, floreale di violetta e tenue visciola: tipico, convincente).
Verdicchio dei Castelli di Jesi doc cl. sup. Gianni Balducci '10 - alcool 14,5% (maturo, buccia d'agrume, spalla acida e struttura importante).
Lacrima di Morro d'Alba doc Vigna delle Canterelle '09 - alcool 13% (affinato in barrique, toni intensi di visciola, ciliegia matura, confettura, spalla acida, sapido, persistente).
Seconda tappa: Terre Cortesi Moncaro a Montecarotto (AN).
Terre Cortesi Moncaro è la cantina cooperativa più importante della regione Marche, disponendo di circa 1.600 ettari vitati (suddivisi tra le provincie di Ancona ed Ascoli Piceno) e potendo contare su circa 1000 conferitori. L’azienda ha tre cantine di trasformazione. Due in provincia di Ancona: a Montecarotto (nell’areale del Verdicchio) e a Camerano (nell’areale del Rosso Conero). Una in provincia di Ascoli Piceno: ad Acquaviva Picena (nell’areale del Rosso Piceno).
Brut metodo Charmat Verdicchio doc Opale (vino d'entrèe piacevole: grana medio fine, fruttato, convincente).
Verdicchio dei Castelli di Jesi doc classico Le Vele '12 (bellissima espressione di Verdicchio, morbido, vellutato, fresco).
Verdicchio dei Castelli di Jesi doc cl. sup. Verde Ca' Ruptae '12 (etichetta che non delude mai, una vera certezza: tipico con finale amaricante).
Rosso Conero doc Le Silve '12 (montepulciano di base, con discreta espressività varietale).
Birra artigianale Kikka (a doppia fermentazione con aggiunta di Verdicchio).
Moncaro bottaia e pupitre de remuage |
La più grande cantina privata delle Marche con i suoi 300 ettari di proprietà.
Verdicchio dei Castelli di Jesi doc cl. sup. Le Moie '12 - alcool 12,5% (fresco, piacevole, tipico).
Marche bianco igt RieVerdi '10 - alcool 12,5% (30% riesling, 70% verdicchio: molto particolare, piacevole e consistente, acidità del Riesling compensata da note di buccia d'agrume candita del Verdicchio affinato in barrique).
Conero riserva docg Passo del Lupo '09 - alcool 13,5% (tipico Montepulciano intenso e complesso al naso: frutto nero maturo, marasca, cuoio. In bocca non estremamente muscolare, buona souplesse, speziatura, liquirizia, frutto, persistenza).
Quarta tappa: Colonnara a Cupramontana (AN).
Cantina sociale nata nel '59, di grande tradizione spumantistica. Il primo spumante metodo Charmat fu nel '70. Il primo Metodo Classico fu nell'80.
Brut Metodo Martinotti - alcool 12% (grana fine, morbido, setoso, fine, convincente).
Brut Metodo Classico Verdicchio doc Luigi Ghislieri - alcool 12,5% (sosta 30 mesi sui lieviti, buona complessità, crosta di pane, sapido, buccia d'agrume: convincente).
Verdicchio dei Castelli di Jesi doc cl. sup. Cuprese '11 - alcool 13,5% (freschezza, frutto e anice stellato, armonico e vibrante, finale ammandorlato tipico).
Verdicchio dei Castelli di Jesi doc cl. sup Tufico '09 - alcool 15% (poderosa espressione di Verdicchio, caratterizzato da note stramature e mineralità; finale lungo e amaricante).
Quinta tappa: Vallerosa Bonci a Cupramontana (AN).
Da oltre cinquant'anni azienda paradigmatica del Verdicchio da riva destra del fiume Esino.
Circa 30 ettari per una produzione media annua di 250.000 bottiglie.
Verdicchio dei Castelli di Jesi doc Metodo Classico brut millesimato '08 (sboccatura '13) - alcool 12% (tre anni sulle fecce, carbonica setosa, fragrante, sfumature di lieviti, frutto e mineralità in chiusura: convincente).
Verdicchio dei Castelli di Jesi doc cl. Manciano '11 - alcool 13% (una bella espressione di Verdicchio, ottenuto dal vigneto in contrada Manciano: tipico, sapido, di bell'ampiezza: convincente)
Verdicchio dei Castelli di Jesi doc cl. sup. S. Michele '11 - alcool 14% (vino di punta aziendale).
Verdicchio dei Castelli di Jesi doc cl. ris. Pietrone '07 - alcool 14% (toni stramaturi al limite dell'evoluto, per questo Verdicchio da vendemmia leggermente posticipata).
Verdicchio dei Castelli di Jesi doc cl. ris. Barrè '00 - alcool 14% (grande profondità e consistenza per questo vino affinato in barrique: crema pasticcera, canditi, gherigli di noce, caramella mou, lunghissimo finale).
Sesta tappa: Belisario a Matelica (MC).
Cantina cooperativa nata nei primi anni '70, che riunisce e supporta oltre 180 soci conferitori.
Circa 300 ettari di vigneto, di cui 24 certificati bio per la produzione di vini da agricoltura biologica. Produzione media annua di oltre 820.000 bottiglie.
Anch'essa può definirsi come paradigmatica del Verdicchio di montagna prodotto nell'areale matelicese.
Verdicchio di Matelica doc Vigneti del Cerro '12 - alcool 13% (tipico, armonico, minerale).
Verdicchio di Matelica doc Vigneti Belisario '11 - alcool 13% (ottenuto da uve da agricoltura biologica: morbido con finale dolciastro).
Verdicchio di Matelica doc selezione Meridia '09 - alcool 13% (invecchiamento di 2 anni, di cui 1 sur lies in cemento vetrificato).
Tasting dell'annata '08:
https://vinidiconfine.blogspot.com/2012/12/verdicchio-di-matelica-meridia-08-di.html
Verdicchio di Matelica docg ris. Cambrugiano '10 - alcool 13,5% (invecchiamento complessivo di 2 anni: in acciaio, il 15% un anno in barrique).
Tasting dell'annata '08:
https://vinidiconfine.blogspot.com/2012/06/verdicchio-di-matelica-riserva.html
Marche rosso igt Enoà '11 (sangiovese, merlot) - alcool 13% (convincente questo rosso dai toni mediamente maturi e discreta consistenza).
YeS mosto d'uva parzialmente fermentato - alcool 7% (vino dolce leggermente frizzante: da bere fresco sul dessert o sul gelato).
Gran bel giro,complimenti.
RispondiEliminaPeccato che da Moncaro non vi abbiano fatto provare il madreperla ero curioso di una recensione visto che è un vino che non ho mai provato e sono abbastanza curioso di assaggiare.
Contento che sia piaciuto il Rie Verdi, è stato il vino che ho fatto servire due anni fà al mio matrimonio come vino da pasto nell'annata 2008.
Per aperitivi e antipasti invece avevo fatto servire il Metodo classico di Velenosi in versione rigorosamente Magnum.
Saluti
Benux
Per far fronte al grande afflusso, da Moncaro in quel di Montecarotto, erano organizzati con due location distanti l'una dall'altra circa 300/400 metri: un punto vendita all'interno della cantina di trasformazione e un altro punto vendita e degustazione non solo di vino, ma anche di porchetta e altri prodotti tipici, presso il ristorante Le Busche che è di loro proprietà.
EliminaIn questa seconda location tra l'altro, nei piani sotterranei, c'è la bottaia magnifica per i rosso riserva, piani di stoccaggio e pupitre de remuage destinati alla spumantizzazione del metodo classico del Madreperla.
Tuttavia in questa sede c'erano in degustazione solo i vini che vedi nel post e la birra al Verdicchio; per degustare gli altri, bisognava spostarsi presso il primo punto vendita all'interno della cantina di trasformazione.
Qualcuno del nostro gruppo c'è andato, io invece ho preferito di no, perchè i vini di Moncaro che meno conosco non sono le Riserve, ma quelli di fascia sottostante.
Andando sulle valutazioni dei vini, direi che questa trasferta posso considerarla veramente positiva.
In primo luogo bollicine tutte eccellenti, non solo Colonnara: lo stesso Opale metodo Charmat di Moncaro è veramente buono.
Ovviamente il Madreperla, che degustai in altre circostanze e che ti consiglio, è di categoria superiore: complessità, lieviti, struttura, persistenza, col segreto di un tocco di Brandy ottenuto da distillazione di vinacce di Verdicchio, nel liqueur d'espedition (così come ha rivelato il cicerone che spiegava ai visitatori le tecniche di spumantizzazione del metodo classico).
RieVerdi per me è stata una bella scoperta, perchè proprio non lo conoscevo: molto apprezzato da tutto il resto della comitiva.
Mi piacerebbe parlare anche degli altri vini (...perchè meritano), però andrei lungo e quindi rimando alla prossima puntata.
ciao