Ottenuto da uve Vernaccia Nera Grossa o Cerretana, praticamente esclusiva del comprensorio fabrianese.
Macerazione breve del mosto con le bucce per fissare la tonalità cromatica, successiva pressatura con il torchio tradizionale in legno Laverda, prima fermentazione alcolica con lieviti autoctoni in vasca di acciaio, seconda fermentazione in bottiglia, cosiddetta presa di spuma, innescata non da liqueur de tirage ma da mosti precedentemente accantonati, sosta sui lieviti per circa una trentina di mesi, successivo affinamento post sboccatura di un paio di mesi.
Prodotto in 1000 bottiglie di media all'anno, appare rosa luminoso, tra il ramato e il salmone, seguendo la classificazione della nuova scheda analitico descrittiva Ais.
Fine perlage, palato setoso.
In evidenza lieviti, crosta di pane, ma anche fragranze fruttate, ciliegia, agrumi maturi e succosi, accenni vegetali, floreali e finale lievemente amaricante.
Adatto per il consumo a tutto pasto, preferibilmente su cucina di mare, ma anche su insaccati tipici del fabrianese.
Abbinamento centrato su "burger di tonno in porchetta, con maionese di acqua di polpo" del Ristorante Festa di Porto Sant'Elpidio (Fm).
Metodo Scacchi Spumante Brut Rosè 2021 Apostrofo Rosa
Vendemmia 2021, sboccatura 09/2024
12,5 % vol.
Il vitigno Vernaccia Nera Grossa o Cerretana non è un clone della Vernaccia Nera che è, come noto, base ampelografica in Serrapetrona Doc o in Vernaccia di Serrapetrona Docg.
Il vitigno Vernaccia Nera Grossa fu infatti iscritto a registro una decina di anni fa come varietà a sè stante, poichè è geneticamente differente.
Ha scarsa dotazione antocianica, è di maturazione tardiva, ha acini piccoli ma grappolo grosso, è coltivato in micro appezzamenti nell'entroterra di Fabriano, Cerreto D'Esi e Sassoferrato in provincia di Ancona, appare a mio parere adatto alla spumantizzazione.
Mi pare di capire che nella viticoltura odierna l'evoluzione scientifica in tema di genetica, consenta di supportare tutti coloro che intendano muoversi all'interno di progetti volti alla valorizzazione della biodiversità, alla riscoperta di antichi vitigni dimenticati, al recupero di tesori nascosti ed esclusivi (nel caso di specie: Metodo Scacchi da uve vernaccia nera grossa, cosiddetta cerretana).
Connubio sorprendente, oserei dire emozionante tra nuovo ed antico, ricavabile da mera degustazione.
Il Metodo Scacchi del medico fabrianese Francesco Scacchi, risalente al 1622, anticiperebbe di circa 50 anni il metodo di spumantizzazione cosiddetto Classico o Champenois attribuito all'abate francese Dom Perignon.
Al di là delle questioni di primogenitura spumantistica, il Metodo Scacchi differisce dal Metodo Classico in modo sostanziale.
La presa di spuma non viene innescata da liqueur de tirage, ma da mosti precedentemente accantonati, parzialmente fermentati, con contenuto di zuccheri non svolti sufficiente ad innescare la seconda fermentazione in bottiglia.
Il Metodo Scacchi non solo non prevede liqueur de tirage, ma può non prevedere liqueur d'expedition; in fase di sboccatura si può infatti rabboccare con il vino stesso (scelta adottata in Apostrofo Rosa) oppure con liqueur d'expedition a basso dosaggio gr/l di zuccheri, al fine di non corrompere le categorie Brut e Extra Brut standardizzate per questo Metodo.
Gli spumanti da Metodo Scacchi hanno delle caratteristiche peculiari: piccoli numeri, artigianalità, territorialità, storia, nonchè valori organolettici molto interessanti.
Tuttavia è, a mio parere, proprio il processo produttivo che va a rivestire ruolo decisivo per caratterizzare queste produzioni ed esaltarne il tratto identitario; tale processo non è facilmente automatizzabile, soprattutto per ciò che concerne la gestione dei mosti, richiede una costante presenza umana, un approccio di tipo artigianale totalmente antitetico a quello industriale.
Il processo produttivo del Metodo Scacchi diventa di fatto uno strumento di recupero, conservazione e trasmissione del patrimonio enoico ricevuto in eredità.
Società Agricola Sbaffi
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