in foto Giuliano D'Ignazi presidente Assoenologi Marche
Regione Marche, quantità: -13% rispetto vendemmia 2020.
Annata caratterizzata da condizioni metereologiche complesse per le vigne marchigiane con una stagione invernale che è stata tra le più calde per le Marche dal 1961.
Nonostante i soli 34 mm di pioggia nel mese di febbraio, le precipitazioni invernali sono state più abbondanti della norma e corrispondenti a 225 mm di media regionale.
La stagione primaverile è stata più fredda rispetto alla norma con una differenza di -0,4°C rispetto alla media storica di riferimento 1981-2010 e si è caratterizzata anche per la carenza di precipitazioni.
Le gelate tardive, giunte ad inizio aprile, hanno portato via un 5% della produzione nel centro-nord della regione, più che altro nei fondivalle ma non sui terreni collinari, né nelle aree interne come Matelica, dove le viti non avevano ancora germogliato.
Dopo le anomalie negative di marzo-aprile e il valore sostanzialmente in linea di maggio, la temperatura media è tornata a rialzarsi nel mese di giugno.
Nel mese di giugno sono caduti appena 15 mm di pioggia e mai nelle Marche è piovuto così poco nei primi sei mesi dell’anno.
A metà luglio sono arrivate le attese piogge, ma poi sono continuati la mancanza di piogge e i picchi termici al di sopra della media storica.
La prolungata siccità ha messo a dura prova i vigneti, soprattutto collinari, dove l’approvvigionamento idrico risulta più difficoltoso rispetto agli impianti di pianura.
Il ritardo accumulato nelle precedenti fasi si è leggermente attenuato e si sta recuperando, anche se la vendemmia sarà ritardata di circa una settimana rispetto alla media.
Il quadro sanitario è buono per l'assenza di peronospora e muffa grigia, mentre l'oidio è comparso in qualche areale soprattutto sul montepulciano, senza però causare problemi particolari.
Il livello vegetativo, più contenuto rispetto alla norma, è in generale regolare e si nota una riduzione della dimensione dell’acino.
La carenza di precipitazioni ha rallentato l’accumulo degli zuccheri che aumentano la loro concentrazione per effetto della disidratazione dell’acino.
Le temperature superiori alla media hanno favorito la degradazione dell’acidità totale, soprattutto a carico dell’acido malico, anche se i valori di pH sono ancora bassi grazie al ridotto tenore di potassio.
Pertanto, un po’ come successo in altre annate simili, l’acidità e il pH hanno avuto e avranno un forte potere discriminante nella decisione della data di vendemmia.
Le uve rosse avranno la tendenza a cedere tannini più reattivi soprattutto sul montepulciano e si dovrà tenere conto di ciò sui tempi di contatto con le bucce.
La vendemmia delle uve per basi spumante è partita dopo ferragosto, e per il pecorino è iniziata nella terza decade di agosto.
Per il verdicchio si attenderà la seconda decade di settembre.
Quindi si passerà alle uve rosse, sangiovese e montepulciano nell’ordine, che saranno probabilmente vendemmiate intorno a fine settembre/inizio ottobre, in funzione del prosieguo stagionale.
Si prevede una buona annata con punte di ottima qualità soprattutto nei vigneti più freschi con maggiore dotazione idrica.
Regione Marche:
Produzione 2020 (889.000 hl) dati Agea.
Produzione 2021 (778.000 hl) stime.
Relazione nazionale stime vendemmia 2021
👉https://bit.ly/Vendemmia_2021_stime
Vino, vendemmia: clima brucia il 9% del raccolto, bene la qualità.
Assoenologi, Ismea, Uiv: ora la sfida è sui mercati, ottimismo su rialzo prezzi.
(Roma, 8 settembre 2021). Uva poca ma buona, a tratti ottima, in un contesto di mercato in forte ripresa.
Scende a 44,5 milioni di ettolitri la produzione nazionale di vino 2021, un dato in calo del 9% rispetto ai
49 milioni di ettolitri del 2020 (dato Agea) che, nonostante la contrazione determinata dalle anomalie di
un meteo sempre più protagonista, non scalfisce il primato produttivo tricolore in un’annata che vede
la Spagna ferma attorno ai 40 milioni di ettolitri e la Francia penalizzata da un andamento climatico
particolarmente avverso.
Secondo le previsioni vendemmiali di Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini,
presentate oggi nel corso di una conferenza stampa online alla presenza anche del sottosegretario alle
Politiche agricole, alimentari e forestali, Gianmarco Centinaio, il vigneto Italia resiste e si presenta in
buone condizioni non solo all’appuntamento con la vendemmia, ma anche sul fronte cruciale della
ripartenza, con segnali incoraggianti sia dalla domanda estera (2,7 miliardi di euro e +11% il risultato
dell’export nei primi 5 mesi dell’anno) che sul mercato interno, trainato dalla riapertura dell’Horeca e
dalla ripresa del turismo.
Dopo una campagna 2020/21 con i prezzi in flessione del 3% (indice Ismea
rispetto alla campagna precedente), la prospettiva di una minor produzione per la vendemmia in corso,
assieme alla ritrovata dinamicità della domanda, genera ottimismo anche sull’andamento futuro dei
listini.
Per Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale Ismea: “Il vino è uscito a testa
alta dalla prova del Covid. Quello che all’indomani dello scoppio della crisi pandemica si preannunciava
come uno dei comparti più colpiti, per via della sua forte esposizione verso il circuito dell’Horeca e i
mercati esteri, ha invece dimostrato una straordinaria capacità di adattamento. Senza voler sottostimare
le difficoltà finanziarie affrontate da tante aziende, va evidenziato come la crisi abbia fornito alle cantine
italiane uno stimolo straordinario all’innovazione digitale e alla diversificazione dei canali commerciali. I
segnali che Ismea ha colto delineano delle buone prospettive per la campagna che sta per aprirsi, grazie
al significativo rimbalzo dell’export, al rialzo dei listini, e alla ripresa dell’ontrade. Allo stesso tempo, il
buon andamento registrato delle vendite domestiche favorisce l’ottimismo fornendo un chiaro segnale
del maggiore orientamento dei consumatori verso la qualità. La campagna in corso, su livelli più bassi in
termini quantitativi ma verosimilmente con uve di ottima qualità, sembra quindi poter ben
accompagnare il percorso verso la Premiumisation che sta negli ultimi tempi interessando la domanda
nazionale e internazionale di vino”.
"I cambiamenti climatici, con una tropicalizzazione del clima, stanno condizionando sempre più il mondo
dell'agricoltura e quindi del vino – ha dichiarato Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi –. È
compito di noi enologi mitigare gli effetti negativi ed esaltare quelli positivi, con particolare attenzione
alla custodia e alla sostenibilità ambientale, elementi ormai necessari anche per un adeguato
riconoscimento da parte dei consumatori. La qualità dipende anzitutto dall'andamento climatico, ma
molto anche dal modo di condurre la vigna attraverso la scienza e la conoscenza che sono alla base
dell'attività di noi enologi: laddove viene applicata con la massima meticolosità avremo una vendemmia
molto buona, in alcuni casi ottima ed eccellente. Questo, unito alle caratteristiche eterogenee del nostro
territorio, porta a una situazione di previsioni vendemmiali molto differenti, anche in zone limitrofe. Ma
per l'eccezionale capacità della vite di adattarsi e al lavoro incessante di vignaioli ed enologi, come detto,
la qualità delle uve appare buona, con punte di eccellenza, in tutto il vigneto Italia”.
Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, ha commentato: “Questa, che potremmo chiamare
la vendemmia del rilancio, si presenta in un quadro positivo che ci aiuta a proseguire il nostro
entusiasmante sviluppo sui mercati internazionali. Segnali di forte crescita si registrano, nel primo
semestre 2021, su tutte le principali piazze, come Usa (+18% valore), Canada (+13%), Svizzera (+19%) e
Giappone (+2%), ma assistiamo a forti rimbalzi anche in Russia e Cina. Sono dati positivi che devono
spronarci a fare ancora di più e meglio anche per aiutarci a verificare sul mercato la possibilità di
trasferire, almeno in parte, il fisiologico rialzo dei prezzi che subirà il vino a causa di una quantità di uva
minore rispetto allo scorso anno e di ottima qualità. È necessario quindi proseguire con determinazione,
spirito di squadra e “logica di sistema” nella promozione del “sistema Italia” che, lo diciamo da tempo,
è quanto mai necessaria e complementare alla promozione ‘di brand’, con effetti positivi sull’immagine
del nostro Paese e dell’enoturismo. Il Mipaaf – ha aggiunto - su questo tema deve giocare un ruolo da
protagonista coinvolgendo le imprese nella definizione di azioni, mercati target e strumenti di
comunicazione, affinché si lavori a progetti collettivi ed efficaci. Per quanto concerne la sostenibilità, in
attesa dell’approvazione entro fine settembre del decreto che definirà lo standard unico e il logo sulla
sostenibilità nel vino, cogliamo l’opportunità per sollecitare nuovamente il ministro Patuanelli a definire
una chiara roadmap verso l’attuazione della normativa fortemente attesa dal settore”.
Andamento climatico e vegetativo
I mutamenti climatici, assieme ad un andamento meteorologico molto incerto dopo un inverno piovoso
e con temperature nella norma, sono stati protagonisti anche nel Belpaese, dove le gelate primaverili,
le grandinate di luglio, la siccità e le ondate di caldo estivo hanno colpito molto areali, con importanti
differenze qualitative e quantitative anche in territori limitrofi.
Complessivamente, la situazione del
vigneto italiano appare comunque buona, mentre si attende con attenzione l’evoluzione nei mesi di
settembre e ottobre.
Dalle prime analisi si evidenziano delle gradazioni medio alte, con qualche criticità
sul rapporto zuccheri/acidità su cui peserà il sempre ottimo lavoro degli enologi e delle imprese in
cantina.
Guardando al calendario, la fase di fioritura è iniziata nella norma rispetto alla media 2001-2020 al Sud,
mentre si evidenziano ritardi di 4-6 giorni al centro e di 6-10 giorni al Nord.
Ad oggi, è stato raccolto circa
il 25% dell'uva, con la Sicilia al taglio del nastro già a fine luglio.
Tra la fine di agosto e la prima settimana
di settembre si sono svolte le operazioni di vendemmia per le varietà precoci (Chardonnay, Pinot,
Sauvignon) nella maggior parte delle regioni italiane, mentre si stima che su tutto il territorio il pieno
della raccolta sarà quest’anno posticipato all’ultima decade di settembre, per concludersi verso la fine
di ottobre se non agli inizi di novembre.
Geografia del Vigneto Italia 2021
Nella classifica per regioni, il Veneto si conferma capofila con quasi 11 milioni di ettolitri, seguito da Puglia
(8,5), Emilia Romagna (6,7) e Sicilia (3,9), per una produzione complessiva delle quattro regioni di circa 26
milioni di ettolitri, pari al 60% di tutto il vino italiano.
Osservando i trend, spicca la contrazione della
Toscana, vessata dalle gelate di aprile che hanno determinato una perdita del 25% del raccolto regionale,
senza risparmiare il resto del Centro Italia (Umbria -18%, Marche -13% e Lazio -10%).
Al Nord è la
Lombardia a registrare il decremento più importante (-20%), mentre sul versante Est si segnala il -15%
dell’Emilia Romagna, con il resto delle regioni che oscillano tra il -10% e -7%.
E se l’Abruzzo segna il primato
in negativo al Sud (-18%) seguito da Molise (-15%), Sardegna (-15%) e Basilicata (-10%), si distinguono con
incrementi produttivi Sicilia, Calabria e Campania, mentre la Puglia contiene le perdite a -5%.
Produzione di vino e mosto in Italia (migliaia di ettolitri)
2020 - 2021 e variazione%
Piemonte 2.703 : 2.433 -10%
Valle d'Aosta 19 : 18 -7%
Lombardia 1.541 : 1.233 -20%
Trentino-Alto A. 1.294 : 1.168 -10%
Veneto 11.717 : 10.838 -7%
Friuli V.Giulia 1.853 : 1.723 -7%
Liguria 40 : 36 -10%
Emilia-Romagna 7.890 : 6.707 -15%
Toscana 2.209 : 1.650 -25%
Umbria 378 : 312 -18%
Marche 889 : 778 -13%
Lazio 784 : 706 -10%
Abruzzo 3.494 : 2.883 -18%
Molise 235 : 200 -15%
Campania 715 : 751 5%
Puglia 9.000 : 8.550 -5%
Basilicata 73 : 65 -10%
Calabria 97 : 106 10%
Sicilia 3.660 : 3.986 9%
Sardegna 475 : 404 -15%
Italia 49.066 : 44.546 -9%
Fonte: Agea per il 2020 e *stima Assoenologi, Ismea e UIV per il 2021