Siamo nell'ambito dei vitigni cosiddetti Piwi (acronimo dal tedesco pilzwiderstandfähig vitigni resistenti alle malattie fungine: oidio e peronospora).
Bianco Delle Venezie Igt '16 Limine della cantina friulana Terre di Ger, è infatti ottenuto da 10% Sauvignon e 90% Fleurtai (ibrido da incrocio Tocai Friulano e 20-3 cod. UD. 34-111).
E' quindi doverosa una premessa che inquadri l'uva Fleurtai e i vitigni resistenti (Piwi).
In Italia già nel 2009 sono state iscritte al Catalogo Nazionale come vinifera, le uve resistenti: Bronner, Regent, Cabernet Cortis, Cabernet Carbon, Helios, Johanniter, Prior e Solaris.
Il 18/01/2016 il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rese nota l'iscrizione nel Registro Nazionale delle varietà di vite, di altri 10 nuovi vitigni ibridi sviluppati dall'Università di Udine e dall'Istituto di genomica applicata di Udine, in sinergia con i Vivai Cooperativi Rauscedo (per ibrido si intende un incrocio tra specie di viti diverse, per esempio tra Vitis vinifera e Vitis labrusca oppure con Riparia, Aestivalis e così via, che può avvenire spontaneamente o guidato dall'uomo).
Si tratta di 5 uve a bacca bianca e 5 a bacca rossa così denominati: Fleurtai, Soreli, Sauvignon Kretos, Sauvignon Nepis, Sauvignon Rytos, Cabernet Eidos, Cabernet Volos, Merlot Khorus, Merlot Kanthus, Julius.
Ibridi in cui il genoma è costituito per almeno il 90% da geni di Vitis Vinifera.
La caratteristica principale è la loro maggiore resistenza alle malattie: rispetto ad una vite “normale” sono sufficienti un paio di trattamenti all’anno.
Tuttavia vincoli e resistenze di carattere sia legislativo che burocratico, non facilitano la diffusione di tali vitigni.
La normativa UE per i vini DOP, stabilisce infatti che i medesimi siano prodotti solo con varietà di Vitis Vinifera, vietando l’utilizzo di ibridi interspecifici.
Oggi però i nuovi ibridi non presentano più le caratteristiche scadenti, le carenze organolettiche (aromi poco piacevoli di foxy e fragola) e salutistiche (elevati livelli di metanolo) di quelli del passato, poichè il genoma è costituito per almeno il 90% da geni di Vitis Vinifera.
Ad oggi, le dieci varietà iscritte al Catalogo Nazionale nel 2016, sono utilizzate solo nelle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, limitatamente a vini generici (tavola) e Igp, ma sono in corso richieste di autorizzazione alla coltivazione in altre regioni italiane.
Il percorso dei “vini resistenti” è in costante evoluzione e crescita.
Nel 2016 le uve disponibili in azienda erano il Fleurtai e poche altre, quindi la scelta fu quella di adattarsi a vinificare e testare ciò che arrivava dai vigneti.
Negli anni c’è stata un'evoluzione; sono arrivate a produzione altre varietà resistenti, come il Soreli e il Sauvignon Kretos, di notevole potenzialità, tant'è che sono entrate nell'uvaggio delle annate successive alla '16.
Ogni anno quindi, in azienda si valutano le combinazioni più interessanti anche in relazione a cosa succede in campagna.
Nell'anno in corso ad esempio, l'azienda sta verificando un'ottima produzione sul Bronner, che se le premesse saranno mantenute, potrebbe dare una carica aromatica non indifferente al Limine.
Per ciò che invece concerne gli aspetti burocratici, è bene precisare che l'Indicazione Geografica Tipica "Delle Venezie" è obsoleta dal 30/03/2017 ed stata sostituita o integrata in altri disciplinari.
A partire da questa data quindi, Limine diventa "Venezia Giulia Igt".
Lìmine significa confine: questo vino permette di varcare il confine e di andare oltre il biologico.
La fermentazione avviene in recipienti di acciaio inox e parte in barriques a 16°C per circa 30 giorni.
Affinamento sulle fecce fini per circa sette mesi, frequenti batonnage.
Imbottigliamento fine mese di marzo.
Bottiglie prodotte: 2500.
Bellissimo colore giallo dorato luminoso.Bianco Delle Venezie Igt '16 Limine della cantina friulana Terre di Ger, è infatti ottenuto da 10% Sauvignon e 90% Fleurtai (ibrido da incrocio Tocai Friulano e 20-3 cod. UD. 34-111).
E' quindi doverosa una premessa che inquadri l'uva Fleurtai e i vitigni resistenti (Piwi).
In Italia già nel 2009 sono state iscritte al Catalogo Nazionale come vinifera, le uve resistenti: Bronner, Regent, Cabernet Cortis, Cabernet Carbon, Helios, Johanniter, Prior e Solaris.
Il 18/01/2016 il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rese nota l'iscrizione nel Registro Nazionale delle varietà di vite, di altri 10 nuovi vitigni ibridi sviluppati dall'Università di Udine e dall'Istituto di genomica applicata di Udine, in sinergia con i Vivai Cooperativi Rauscedo (per ibrido si intende un incrocio tra specie di viti diverse, per esempio tra Vitis vinifera e Vitis labrusca oppure con Riparia, Aestivalis e così via, che può avvenire spontaneamente o guidato dall'uomo).
Si tratta di 5 uve a bacca bianca e 5 a bacca rossa così denominati: Fleurtai, Soreli, Sauvignon Kretos, Sauvignon Nepis, Sauvignon Rytos, Cabernet Eidos, Cabernet Volos, Merlot Khorus, Merlot Kanthus, Julius.
Ibridi in cui il genoma è costituito per almeno il 90% da geni di Vitis Vinifera.
La caratteristica principale è la loro maggiore resistenza alle malattie: rispetto ad una vite “normale” sono sufficienti un paio di trattamenti all’anno.
Tuttavia vincoli e resistenze di carattere sia legislativo che burocratico, non facilitano la diffusione di tali vitigni.
La normativa UE per i vini DOP, stabilisce infatti che i medesimi siano prodotti solo con varietà di Vitis Vinifera, vietando l’utilizzo di ibridi interspecifici.
Oggi però i nuovi ibridi non presentano più le caratteristiche scadenti, le carenze organolettiche (aromi poco piacevoli di foxy e fragola) e salutistiche (elevati livelli di metanolo) di quelli del passato, poichè il genoma è costituito per almeno il 90% da geni di Vitis Vinifera.
Ad oggi, le dieci varietà iscritte al Catalogo Nazionale nel 2016, sono utilizzate solo nelle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, limitatamente a vini generici (tavola) e Igp, ma sono in corso richieste di autorizzazione alla coltivazione in altre regioni italiane.
Bianco Delle Venezie Igt '16 Limine
13,5% vol.
Alcune precisazioni preliminari relative a questa etichetta, di tipo sostanziale e di tipo burocratico.Il percorso dei “vini resistenti” è in costante evoluzione e crescita.
Nel 2016 le uve disponibili in azienda erano il Fleurtai e poche altre, quindi la scelta fu quella di adattarsi a vinificare e testare ciò che arrivava dai vigneti.
Negli anni c’è stata un'evoluzione; sono arrivate a produzione altre varietà resistenti, come il Soreli e il Sauvignon Kretos, di notevole potenzialità, tant'è che sono entrate nell'uvaggio delle annate successive alla '16.
Ogni anno quindi, in azienda si valutano le combinazioni più interessanti anche in relazione a cosa succede in campagna.
Nell'anno in corso ad esempio, l'azienda sta verificando un'ottima produzione sul Bronner, che se le premesse saranno mantenute, potrebbe dare una carica aromatica non indifferente al Limine.
Per ciò che invece concerne gli aspetti burocratici, è bene precisare che l'Indicazione Geografica Tipica "Delle Venezie" è obsoleta dal 30/03/2017 ed stata sostituita o integrata in altri disciplinari.
A partire da questa data quindi, Limine diventa "Venezia Giulia Igt".
Lìmine significa confine: questo vino permette di varcare il confine e di andare oltre il biologico.
La fermentazione avviene in recipienti di acciaio inox e parte in barriques a 16°C per circa 30 giorni.
Affinamento sulle fecce fini per circa sette mesi, frequenti batonnage.
Imbottigliamento fine mese di marzo.
Bottiglie prodotte: 2500.
Intenso è il profilo olfattivo.
Erba sfalciata e frutto a polpa bianca impattano di primo acchito, ma hanno fiato corto, poiché l'ossigenazione carica di complessità e d'impronta sovramatura; appaiono in cornice fiori di campo, crescente tendenza al frutto tropicale, persino accenni di resine vegetali.
In bocca il quadro è avvolgente, imperniato su toni resinosi, su polpa fruttata ben matura, pompelmo, tamarindo, passion fruit e le inconfondibili note tropicali.
Spunti rinfrescanti in chiusura, sollecitano salivazione, contrappuntano il tratto sovramaturo.
La degustazione di quest'annata, fatta in due occasioni, a distanza di due anni l'una dall'altra, mi consente di verificare come anche i vini ottenuti da vitigni resistenti possano andare incontro al medesimo processo evolutivo riscontrabile nei vini da uve tradizionali, fatto di maggiore intensità cromatica, maggiori volume e complessità.
Prestazione a mio parere impeccabile per questo vino con doti di finezza.
Degustato a 18°C, quindi a temperatura superiore a quella standard per i vini bianchi (10°-12°C), allo scopo di dilatare i marcatori e favorirne la percezione.
Valutazione @avvinatore 90/100.
Strada della Meduna, 17 località Frattina, 33076 Pravisdomini (PN)
tel: +39 0434 644452
email: info@terrediger.it
web: http://www.terrediger.it/
Vitigni Piwi, post correlato:https://vinidiconfine.blogspot.com/2017/06/thomas-niedermayr-vitigni-piwi-ad.html
Nessun commento:
Posta un commento