martedì 18 febbraio 2025

Garofanata vitigno autoctono regione Marche

La Garofanata è un antico vitigno autoctono della regione Marche, riconosciuto dalle commissioni ampelografiche istituite dopo l'unità d'Italia, abbandonato in passato dai viticoltori perchè poco produttivo, recuperato dopo la metà del secolo scorso dall'insigne ampelografo marchigiano Prof. Bruno Bruni che lo identificò come "moscato selvatico", successivamente tornato di nuovo nell'oblìo.
Nel primo decennio degli anni 2000 l'Assam - Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche - (riorganizzata e rinominata in Amap, Agenzia per l'Innovazione nel Settore Agroalimentare e della Pesca "Marche Agricoltura Pesca", con Legge Regionale n.11 del 12/05/2022), nell'ambito di un progetto di valorizzazione delle biodiversità regionali, coinvolse alcuni viticoltori nel recupero di questo antico vitigno, in modo da salvarlo dal rischio estinzione.
Da ricerche e sperimentazioni svolte da Amap sul profilo molecolare, Garofanata risulterebbe avere come progenitore il vitigno Famoso (per la precisione Famoso Marchigiano, al fine di distinguerlo dall'omonimo biotipo coltivato in Romagna) diffuso oggi in provincia di Pesaro/Urbino, in passato anch'esso a rischio estinzione ma recuperato intorno agli anni '80 in un vecchio vigneto del pesarese dal gruppo di lavoro dell'autorevole enologo marchigiano Giancarlo Soverchia; a sua volta codesto vitigno Famoso pare essere figlio della cultivar Crepolino/Visparola.
Uva a bacca bianca identificata col nome Garofanata o Garofalata fu recuperata in un vecchio vigneto dell'area di Corinaldo (An) intorno alla metà del secolo scorso.
Sulla base di tale pedigree, si ricaverebbe quindi che il vitigno Garofanata abbia avuto nel nord delle Marche, tra il Pesarese e l'Anconetano, la zona d'elezione originaria; tuttavia a seguito del rapporto di collaborazione instauratosi con Amap, abbiamo oggi in tutto il territorio regionale, da nord a sud, un esiguo e selezionato numero di cantine regionali che dispongono di uve Garofanata.
Si tratta quindi di un comparto di nicchia, per superficie vitata (appena una decina di ettari destinati però ad aumentare esponenzialmente nei prossimi anni) e per produzione.
L'iscrizione a RNVV (registro nazionale delle varietà di vite) avvenne nel 2012, l'iscrizione al Registro Regionale avvenne nel 2013.
Il profilo organolettico dei vini a base Garofanata finora degustati, risulta piuttosto scarico di colore, di profumi, di sapori e con limitate doti d'allungo anche in considerazione dell'età relativamente giovane degli impianti, per la maggior parte non antecedenti al 2016; questa uva dà vini freschi, fruttati, floreali, snelli, caratterizzati da tonalità agrumate, buccia di mandarino, lime, sottili note di pesca gialla (riconducibile quest'ultimo marcatore all'uva moscato selvatico citata dal Bruni), biancospino, accenni vegetali.
Vini preferibilmente d'entrèe, da abbinare su antipasti di mare, insalate, finger food, fritture.
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