Il Disciplinare di Produzione delimita la zona di produzione al territorio amministrativo del comune di Castagneto Carducci, si tratta quindi di un'area a Doc piuttosto circoscritta, pari a circa 1.200 ettari, per un imbottigliato che al 2020 si è attestato intorno a 6.500.000 pezzi.
Sono previste 6 tipologie: Bolgheri Bianco, Bolgheri Vermentino, Bolgheri Sauvignon, Bolgheri Rosato, Bolgheri Rosso, Bolgheri Rosso Superiore.
Base ampelografica per i bianchi, Vermentino, Sauvignon, almeno 85% in entrambi i casi, con possibilità di percentuali minoritarie di altri vitigni a bacca bianca consentiti in regione, come ad esempio Trebbiano Toscano.
Ove le percentuali dei due vitigni principali si dimostrassero insufficienti, si può fare ricorso per la commercializzazione alla tipologia Bolgheri Bianco che richiede percentuali inferiori.
Per quanto riguarda i rossi e il rosato, base ampelografica Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, tutti e tre fino a un massimale del 100%, Syrah fino a un massimo del 50%, Sangiovese fino a un massimo del 50%, con possibilità di percentuali minoritarie di altre uve a bacca rossa consentite in regione.
E' proprio questo il tratto distintivo della Denominazione, che la contraddistingue dal resto della produzione rossista regionale e cioè la predilezione per le uve cosiddette internazionali, a discapito del Sangiovese che peraltro rimane il vitigno principe e più diffuso in Toscana per ciò che concerne le uve a bacca rossa.
Questa predilezione per il taglio bordolese in Bolgheri, non è però qualcosa di estemporaneo; ci sono delle ragioni storiche a sostegno di questo approccio produttivo, ragioni storiche che sono state poi fondamentali per l'istituzione della Doc nei primi anni '90.
Già nel periodo pre-fillossera, cioè fino alla prima metà dell'800, le scelte viticole in zona furono effettuate non solo in base al terroir, ma soprattutto in base alla cultura vinicola francese, con particolare attenzione ai metodi di
vinificazione e ai vitigni usati in Francia.
Nel periodo post-fillossera, cioè nella seconda metà del secolo scorso, fu il Marchese Mario Incisa Della Rocchetta ad avere l'intuizione di confermare l'impostazione produttiva in stile bordolese, assecondando da un lato le sue preferenze per i vitigni francesi della zona di Bordeaux e dall'altro individuando nell'areale di Castagneto Carducci il contesto pedoclimatico ideale per la produzione di vini di qualità di stampo bordolese, superando quindi l'antico pregiudizio che gl'influssi marini del vicino Mare Tirreno potessero incidere negativamente sulla qualità dei vini di stampo bordolese.
La scommessa del Marchese Incisa Della Rocchetta risultò ampiamente vinta, in considerazione dei riconoscimenti conferiti ai vini di Bolgheri sia a livello nazionale che internazionale, in passato e a tutt'oggi.
All'interno della zona di produzione della Denominazione d'Origine Controllata Bolgheri, ne esiste un'altra più circoscritta che ha disciplinare apposito "Bolgheri Sassicaia Doc", estesa su circa 75 ettari destinati appunto alla produzione del celebre Supertuscan di taglio bordolese, a loro volta all'interno dei complessivi circa 90 ettari vitati di Tenuta San Guido di proprietà dei Marchesi Incisa Della Rocchetta: 75 ettari vitati, così vocati, da meritare una Doc propria (Doc Bolgheri Sassicaia è l’unica in Italia ad essere inclusa interamente in una proprietà).
Tasting Bolgheri Sassicaia Doc '04, info Tenuta San Guido:
Bolgheri Doc, Bolgheri Sassicaia Doc
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