La degustazione di questi due vini toscani prodotti da Badia di Morrona di proprietà della famiglia Gaslini Alberti, mi dà lo spunto per fornire qualche indicazione di base sulla Docg Chianti, una delle zone viticole più importanti d'Italia.
La denominazione Chianti, già a Doc dal 1967, diventa Docg con decreto ministeriale del 1984 ripetutamente modificato nel corso degli anni successivi.
Fa riferimento ad un ampio territorio della Toscana centrale, comprendente zone ben determinate delle province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato, Siena.
Possono essere indicate in etichetta le sottozone Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Montespertoli, Rufina, la specificazione Superiore per la quale sono previste norme più restrittive ma che non consente la menzione di Riserva e delle sottozone, la qualifica Riserva che prevede un invecchiamento obbligatorio di almeno due anni a partire dal 1° gennaio successivo alla vendemmia.
La base ampelografica prevede almeno 70% uva Sangiovese.
In base ai dati riportati da Consorzio Vino Chianti, forniti da ARTEA (Azienda Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura) aggiornati al 2015, la superficie dichiarata nelle denunce di produzione vendemmia 2015 risulta pari a 14.452 ettari, mentre quella su cui è stata effettuata effettivamente la raccolta di uve si é attestata su ettari 13.783, per complessivi 1.204.803 quintali d'uva e 843.000 ettolitri vino.
Scorporata dalla "Docg Chianti" è la disciplina della quasi omonima "Docg Chianti Classico" che fa riferimento alla zona di origine più antica, molto più ristretta e corrispondente al territorio amministrativo di una decina di comuni in provincia di Siena e di Firenze.
Descrizione di due Chianti Docg differenti per tipologia, ma a mio parere accomunati da favorevole rapporto qualità/prezzo.
Profumi su toni verdi, erbette aromatiche e pistacchi, lampone e fragoline, spunti floreali.
Inquadratura leggera che trova conferma al palato, solleticato dalle pulsioni rifermentative e dalla carica acidica.
Dopo breve ossigenazione si apprezzano meglio le note di piccoli frutti già evidenziate all'olfazione.
Vino da "compagni di merende", disimpegnato e vivace, in abbinamento su finger food e fritturine, finocchiona, lampredotto, zuppa di lenticchie.
Da consumarsi entro tre anni dalla vendemmia.
Temperatura di servizio 16°.
Etereo e fine, di buona complessità sia al naso che al palato.
Sentori d'amarena, radice di liquirizia e sottobosco, impronta erbacea, accenni torrefatti, connotano tutto il quadro e la cifra stilistica.
Gusto pulito, supportato da carica acidica e da vibrazioni tanniche.
Vino di qualità, adatto all'invecchiamento.
Temperatura di servizio 18°.
In abbinamento su ribollita, pecorino toscano stagionato, cinghiale in agrodolce.
La denominazione Chianti, già a Doc dal 1967, diventa Docg con decreto ministeriale del 1984 ripetutamente modificato nel corso degli anni successivi.
Fa riferimento ad un ampio territorio della Toscana centrale, comprendente zone ben determinate delle province di Arezzo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato, Siena.
Possono essere indicate in etichetta le sottozone Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Montespertoli, Rufina, la specificazione Superiore per la quale sono previste norme più restrittive ma che non consente la menzione di Riserva e delle sottozone, la qualifica Riserva che prevede un invecchiamento obbligatorio di almeno due anni a partire dal 1° gennaio successivo alla vendemmia.
La base ampelografica prevede almeno 70% uva Sangiovese.
In base ai dati riportati da Consorzio Vino Chianti, forniti da ARTEA (Azienda Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura) aggiornati al 2015, la superficie dichiarata nelle denunce di produzione vendemmia 2015 risulta pari a 14.452 ettari, mentre quella su cui è stata effettuata effettivamente la raccolta di uve si é attestata su ettari 13.783, per complessivi 1.204.803 quintali d'uva e 843.000 ettolitri vino.
Scorporata dalla "Docg Chianti" è la disciplina della quasi omonima "Docg Chianti Classico" che fa riferimento alla zona di origine più antica, molto più ristretta e corrispondente al territorio amministrativo di una decina di comuni in provincia di Siena e di Firenze.
Descrizione di due Chianti Docg differenti per tipologia, ma a mio parere accomunati da favorevole rapporto qualità/prezzo.
Chianti Docg '16 I Sodi del Paretaio
alcool 13,5% - circa € 8
Ottenuto da uve 85% Sangiovese con saldo Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, maturato in vasche di cemento e/o acciaio per 10 mesi, si presenta rosso rubino limpido.Profumi su toni verdi, erbette aromatiche e pistacchi, lampone e fragoline, spunti floreali.
Inquadratura leggera che trova conferma al palato, solleticato dalle pulsioni rifermentative e dalla carica acidica.
Dopo breve ossigenazione si apprezzano meglio le note di piccoli frutti già evidenziate all'olfazione.
Vino da "compagni di merende", disimpegnato e vivace, in abbinamento su finger food e fritturine, finocchiona, lampredotto, zuppa di lenticchie.
Da consumarsi entro tre anni dalla vendemmia.
Temperatura di servizio 16°.
Chianti Docg Riserva '14 I Sodi del Paretaio
alcool 14,5% - circa € 15
Ottenuto da uva Sangiovese in purezza, maturato in botte grande per 18 mesi e successivo affinamento in bottiglia, si presenta rosso rubino tendente al granato.Etereo e fine, di buona complessità sia al naso che al palato.
Sentori d'amarena, radice di liquirizia e sottobosco, impronta erbacea, accenni torrefatti, connotano tutto il quadro e la cifra stilistica.
Gusto pulito, supportato da carica acidica e da vibrazioni tanniche.
Vino di qualità, adatto all'invecchiamento.
Temperatura di servizio 18°.
In abbinamento su ribollita, pecorino toscano stagionato, cinghiale in agrodolce.
Via del Chianti, 6
56030 Terricciola - Pisa
tel. +39 0587 658505
fax +39 0587 655127
mail: clienti@badiadimorrona.it
web: http://badiadimorrona.gaslinialberti.it/
Degustazione Toscana Igt, post correlato:
Sou do amparo que tá na menopausa pode tomar ssx.
RispondiEliminaVery descriptive post, I loved that a lot. Will there be a part 2?
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