lunedì 9 agosto 2010

Terroir e sviluppo economico

Che cos'è il Terroir?
Terroir è un termine francese utilizzato in viticoltura per sottolineare il fattore territorialità ed è la sintesi delle due variabili che concorrono alla creazione di un vino: contesto pedoclimatico e fattore umano.
Nasce per spiegare come mai uno stesso vitigno risponda in modo diverso nei contesti ambientali in cui è coltivato e si traduce in valore aggiunto per prodotto e territorio.
Di fronte al processo di omologazione che il vino subisce ovunque, che appiattisce gusti e tendenze e fa perdere di significato al termine, l'autore di Mondovino, Jonathan Nossiter, dà del Terroir questa definizione nel suo libro Le Vie del Vino:
"Il Terroir è un atto di generosità. E' condividere un bene privato per il beneficio pubblico. E' l'esatto contrario dei valori settari e reazionari...Ogni vera espressione del terroir è un modo unico di offrire al resto del mondo la possibilità di condividere la bellezza di un'identità, di una determinata cultura. E' un modo di utilizzare le prerogative di ciò che è locale non per escludere, ma per includere, perchè ognuno di noi possa essere iniziato al mistero e alla bellezza specifica dell'altro. Qualsiasi altro."
A me pare che tale definizione non sia semplicemente un esercizio stilistico o filosofico, ma colga il nocciolo della questione ed abbia risvolti concreti.
Il tema cioè è quello di utilizzare il concetto di diversità.
L'identità territoriale può essere il motore della ripresa economica, perchè moltiplica il mercato, motiva al consumo consapevole ed è anche veicolo di promozione turistica.

Blogger a confronto sulla frase di Nossiter:
http://www.enoicheillusioni.com/2010/08/il-terroir/

5 commenti:

  1. Non dico che sbagli, ma mi pare renda ancor più opaco un concetto che è già difficile da capire e che comunque ha definizioni molto più semplici e meno inquinate da considerazioni pseudo-politiche.

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    1. E' possibile che alla base ci siano delle motivazioni pseudo-politiche.
      Al di là di ciò, l'aspetto che a me interessava era l'applicazione pratica come strumento di salvaguardia del valore economico.

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  2. Io lo capisco che intende valorizzazione dell'identità, anche nel senso della condivisione e del rispetto e della valorizzazione delle differenze, o almeno mi pare di capirlo, e concordo, ma in sede di comunicazione IMHO ci sono circostanze in cui bisogna arrivare a questo concetto con maggiore gradualità, altrimenti si rischia il rifiuto, vedi ad es. da chi visita una cantina in modo disimpegnato "just to have a good time". Saluti. Riccardo Margheri

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    1. E' vero anche questo.
      Teorizzare troppo, finisce per escludere, invece d'includere.
      Da qualsiasi parte la si prenda, la questione può avere punti da criticare e questo è un bene, secondo me.
      A proposito di quest'aspetto relativo al tema dell'opinione, della comunicazione, della condivisione, mi capita testè sotto il naso questa frase che casca a fagiolo...o giù di lì (fatte le debite proporzioni tra l'ambito nostro e quello dalla quale è venuta): "Non le lotte o le discussioni devono impaurire, ma la concordia ignava e l'unanimità dei consensi." -Luigi Einaudi-

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