lunedì 3 luglio 2023

Lacrima di Morro d'Alba d'alta gamma

La zona di produzione della Denominazione d'Origine Controllata «Lacrima di Morro» o «Lacrima di Morro d'Alba» è molto circoscritta, comprende infatti il territorio amministrativo di 6 comuni della provincia di Ancona, tra cui Morro d'Alba che dà il nome alla Denominazione.
Base ampelografica: Lacrima minimo 85%, possono concorrere altri vitigni a bacca nera, non aromatizzati, idonei alla coltivazione nella regione Marche fino ad un massimo del 15%.
Sono previste 3 tipologie: «Lacrima di Morro» o «Lacrima di Morro d'Alba», «Lacrima di Morro» o «Lacrima di Morro d'Alba» superiore, «Lacrima di Morro» o «Lacrima di Morro d'Alba» passito (vino dolce, al termine del periodo di appassimento il contenuto zuccherino delle uve non deve essere inferiore al 21,00%).
Fatta questa doverosa premessa sulla normativa di riferimento, vado ad esporre sinteticamente il punto alla base di questo post.
La tecnica dell'appassimento è tradizionalmente adottata su tutto l'areale, non solo per i vini passiti, tant'è che spesso e volentieri troviamo nella gamma produttiva di parecchie cantine locali, vini secchi ottenuti da uve Lacrima fatte appassire, quelli che io definisco vini "d'alta gamma".
In estrema sintesi il metodo enologico: l'appassimento in fruttaia si protrae fino a gennaio al fine di disidratare gli acini e concentrare gli zuccheri, dopodichè iniziano le operazioni di vinificazione, la fermentazione si protrae in modo lento e prolungato al fine di svolgere tutti gli zuccheri, elevare il grado alcolico dei vini, dare potenza, enfatizzare il tratto varietale.
Si ottengono in questo modo, vini d'alta gamma che a mio parere potrebbero competere con i vini italiani più blasonati ottenuti con lo stesso metodo enologico dell'appassimento; si ottengono vini Lacrima d'alta gamma di fatto, ma non di diritto, tradizionalmente prodotti su iniziativa del singolo vignaiolo, non disciplinati dalla normativa vigente.
Trovo questa situazione abbastanza paradossale.
Posta la compatibilità tra varietà e metodo enologico, al netto di ostacoli frapponibili come ad esempio la sostenibilità economica per le cantine o soprattutto la scarsa coesione tra produttori, un progetto di modifica del disciplinare di produzione della Denominazione d'Origine Controllata volto alla creazione di una tipologia Riserva Doc o addirittura lo stralcio della tipologia "d'alta gamma" dalla Doc con istituzione di una Docg Riserva, avrebbe idealmente lo scopo di rendere autonoma la tipologia "d'alta gamma", rivelarne tutto il potenziale varietale, ma soprattutto avrebbe lo scopo di dare chiarezza agli utenti consumatori, con beneficio di reputazione per tutta la Denominazione e conseguenti ricadute positive sui mercati.

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