Nell'ambito dell'edizione 2024 di "Di Uva in Vino" svoltasi domenica 13 ottobre in Piazza del Popolo a Fermo, manifestazione che da una decina d'anni celebra la vendemmia nell'areale Fermano, degustazione guidata a cura dei sommeliers di Ais Marche di vini rossi locali.
Quattro vini ottenuti da uve a bacca rossa tra le più diffuse nel territorio Fermano, Montepulciano, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, vinificate in purezza oppure in blend, ma anche da uve meno diffuse come Syrah e Cagnina.
Abbiamo verificato risultati differenti, non solo per effetto della composizione varietale, ma anche per progetto, per scelte enologiche, per utilizzo di materiali specifici in fase d'affinamento (
acciaio, rovere grande o piccolo, anfora), per età.
Marche Rosso Igt 2022 Morhus (edition one)
Luci di Mezzo
Da uve 80% Cabernet Sauvignon e 20% Montepulciano, vinificato in acciaio con criomacerazione e maturazione di circa 8 mesi prima dell'imbottigliamento, appare rosso rubino limpido, non particolarmente carico.
Impronta floreale e fruttata, rosa e ciliegia, frutti di bosco, leggera pepatura, vinoso.
Vino fresco e immediato, da abbinare su primi piatti, salumi, formaggi non stagionati, paccheri ai tre pomodori.
Marche Rosso Igt 2021 Testamozza
Castrum Morisci
Etichetta modificata nella composizione varietale, non più da uve Sangiovese come le annate precedenti, ma da uve Syrah e Cagnina (sinonimo di Terrano); un binomio che appare al momento vincente, dove Cagnina dà struttura e arrotonda Syrah, quindi suscettibile di ulteriori sviluppi in prospettiva.
Fermentazione in anfore di terracotta, successiva maturazione sempre in anfora, con sosta sulle fecce fini di circa 6 mesi.
Il vino appare rosso rubino carico.
Cremosità vanigliata, frutto maturo, lamponi, confettura di more, ma anche spezie, liquirizia, macchia mediterranea, caratterizzano il profilo organolettico.
Corposo e persistente al palato.
Quadro complesso, ben bilanciato, dotato di una certa avvolgenza e morbidezza, prodotte da tenore alcolico e microssigenazione in anfora, imperniato quindi sui caratteri secondari sviluppati in fermentazione.
In abbinamento su coniglio arrosto, stinco di maiale al forno, pappardelle al sugo di papera.
Marche Rosso Igt 2020 Furnace
La Pila
Ottenuto da uve Montepulciano, matura due anni in barriques di secondo e terzo passaggio, permane in serbatoi di acciaio per ulteriori sei mesi, affina qualche altro mese in bottiglia.
Appare rosso rubino carico, tendente al porpora.
La sovraestrazione in vinificazione determina il colore, la grande struttura e la complessità.
Procedono impetuosi il frutto nero maturo e la prugna in confettura, speziature varie, note smaltate e vanigliate, chiodo di garofano, toni balsamici mentolati e iodati, grafite e cacao.
Potente al palato, sapido e tannico, quasi respingente, trova però adeguato contrappunto nel frutto nero maturo e nella vaniglia del legno piccolo.
Vino da brasati, spezzatino d'agnello in umido.
Rosso Piceno Doc 2018 Granarijs
Anche per questo vino, così come per il precedente, s'inverte la direzione di marcia consueta, che va da vino a degustatore; questo tipo di vini, austeri, complicati, sovraestratti, oppure con qualche anno sulle spalle, tendono a non attrarre a sè, a volte si isolano nella loro riservatezza, arrivano persino ad essere respingenti e per potersi concedere esigono un interlocutore interessato.
Ottenuto da uve Montepulciano 70% e Sangiovese 30%, fermentato in acciaio con rimontaggi, maturato circa 14 mesi in barriques e successivo affinamento di 6-8 mesi in bottiglia.
Alla vista il rosso rubino tende a spegnersi sul granato, con ancor più evidenza sull'unghia, rivelando lo stato evolutivo.
Al naso sviluppa sentori terziari, dovuti all'invecchiamento, note empireumatiche, tostate e speziate, sottobosco e torrefazione, che fanno tendere anche questa fase verso l'evoluto; trova in ogni caso beneficio da prolungata ossigenazione.
In bocca la concentrazione fruttata e selvatica del blend torna protagonista, torna l'irruenza, l'ampiezza, la profondità, il frutto nero è stramaturo, oserei dire carnoso, emerge il tratto varietale, la marasca sotto spirito, ma anche il frutto asciutto, la carruba secca disidratata, nonchè tostatura e goudron a rifinire.
La sovraestrazione glicerica e il passaggio in rovere piccolo, ricalibrano l'avvolgenza, riescono ad arrotondare, almeno in parte, il tannino galoppante, vigoroso.
Vino complesso, di grande struttura e persistenza, da abbinare su cacciagione, pappardelle al ragù di cinghiale, preferibilmente su pietanze a tendenza grassa o succulenta.
Un'annata che a mio parere avrebbe i requisiti per varcare in pompa magna la soglia dell'eccellenza, ma penalizzata, a mio modo di vedere, dalla sopra descritta discrasia tra fase olfattiva e gustativa.