Il grido di dolore rivolto contro la piccola botte di "quercus petraea" (prevaricatrice suo malgrado, dei caratteri tipici del vitigno), viaggiando sui fili ad alta tensione della comunicazione di settore, pare sia arrivato a destinazione e cioè all'utente finale. Adesso l'eventuale appiattimento acritico sul tema, potrebbe dare l'abbrivio all'evolvere di una tendenza o anche di una moda.
Un caso emblematico di rifiuto a prescindere, qui di seguito, in riferimento a due vini degustati in finale serata.
Food time at home a base di: panocchie lesse, mazzancolle in guazzetto, risotto alla marinara, seppioline al forno.
Wine in complicity:
1) Marche igp passerina Rivafiorita '09 dell'az. Madonnabruna di Fermo: giallo paglierino scarico, fruttato e delicato al palato con finale leggermente amaricante, che gli da una marcia in più. 2) Falerio dei Colli Ascolani doc Creato '07 dell'agrivitivinicola S. Francesco di Acquaviva Picena (AP): riuscito ed apprezzato connubio di passerina, pecorino e trebbiano. 3) Collio doc sauvignon '07 di Renato Keber: note aromatiche evolute, bottiglia non perfetta. 4) Marche igt chardonnay Montalperti '05 dell'az. agr. Boccadigabbia di Civitanova Marche (MC): l'evidenza delle sensazioni vanigliate, al gusto ancor più che all'olfatto, fa storcere il naso a più d'uno dei convitati! a me invece, pare che abbia una sua logica; la struttura non imponente accanto alla nota predominante di crema pasticcera, se da un lato possono configurare un limite di complessità del vino, dall'altro lo predispongono alla portata di palati non molto allenati oppure allenati, ma momentaneamente disimpegnati; cascato a pennello col risotto alla marinara. 5) Marche igt chardonnay Reve '04 di Velenosi s.r.l. Ascoli Piceno: anche qui nasi storti! giallo ramato, grande struttura, complesso e impegnativo per le evidenze terziarie sopra le righe sommate alla nota ossidativa premaderizzante: vino da formaggi stagionati o anche da meditazione.
Fatto salvo l'uso e non l'abuso:" La Barrique non è Belzebù!".
Un caso emblematico di rifiuto a prescindere, qui di seguito, in riferimento a due vini degustati in finale serata.
Food time at home a base di: panocchie lesse, mazzancolle in guazzetto, risotto alla marinara, seppioline al forno.
Wine in complicity:
1) Marche igp passerina Rivafiorita '09 dell'az. Madonnabruna di Fermo: giallo paglierino scarico, fruttato e delicato al palato con finale leggermente amaricante, che gli da una marcia in più. 2) Falerio dei Colli Ascolani doc Creato '07 dell'agrivitivinicola S. Francesco di Acquaviva Picena (AP): riuscito ed apprezzato connubio di passerina, pecorino e trebbiano. 3) Collio doc sauvignon '07 di Renato Keber: note aromatiche evolute, bottiglia non perfetta. 4) Marche igt chardonnay Montalperti '05 dell'az. agr. Boccadigabbia di Civitanova Marche (MC): l'evidenza delle sensazioni vanigliate, al gusto ancor più che all'olfatto, fa storcere il naso a più d'uno dei convitati! a me invece, pare che abbia una sua logica; la struttura non imponente accanto alla nota predominante di crema pasticcera, se da un lato possono configurare un limite di complessità del vino, dall'altro lo predispongono alla portata di palati non molto allenati oppure allenati, ma momentaneamente disimpegnati; cascato a pennello col risotto alla marinara. 5) Marche igt chardonnay Reve '04 di Velenosi s.r.l. Ascoli Piceno: anche qui nasi storti! giallo ramato, grande struttura, complesso e impegnativo per le evidenze terziarie sopra le righe sommate alla nota ossidativa premaderizzante: vino da formaggi stagionati o anche da meditazione.
Fatto salvo l'uso e non l'abuso:" La Barrique non è Belzebù!".