Questo termine, scomparso nella fase di trapasso dal registro cartaceo a quello informatizzato alla fine degli anni ’80, ritorna quindi a poter essere utilizzato nella designazione di vini a base montepulciano, come già accadde per il vitigno "calabrese" e il suo sinonimo "nero d’avola".
Tale reintroduzione sembra supportare la rivendicazione del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo di potere usare il termine montepulciano esclusivamente sui vini prodotti all’interno della regione, lasciando alle altre regioni l'utilizzo del solo sinonimo.
Tuttavia i Consorzi di Tutela Vini di Puglia e Marche non intendono adeguarsi alla disposizione Masaf e rivendicano l'uso del termine "montepulciano"; a parere dei responsabili dei Consorzi di Tutela Marchigiani, l'inserimento nel Registro Nazionale della Vite del sinonimo "cordisco", non significa che i produttori fuori dall'Abruzzo dovranno usarlo al posto del nome "montepulciano".
La questione era nata nel settembre di quest'anno, a causa del cosiddetto DM Etichettatura, Decreto Ministeriale volto ad uniformare la normativa italiana a quella europea in tema di definizione, descrizione, presentazione, etichettatura dei prodotti vitivinicoli, per la corretta informazione al consumatore; tale provvedimento fu ben accolto da tutti i produttori vitivinicoli, ma osteggiato da quelli abruzzesi, i quali vedevano messa a rischio l'esclusiva del nome "montepulciano".
Il Regolamento (UE) 2021/2117 a cui l'Italia intende uniformarsi, per la verità è andato anche oltre, prevede infatti per i vini venduti in UE non solo la possibilità di indicare in retroetichetta i nomi dei vitigni con cui un vino è stato prodotto, ma anche altre indicazioni obbligatorie, la dichiarazione energetica e nutrizionale, l'elenco di ingredienti e allergeni, il termine minimo di conservazione nel caso di prodotti vitivinicoli dealcolizzati aventi titolo alcolometrico inferiore a 10%; tale regolamento in vigore dall'8 dicembre 2023 prevede però una deroga per i vini prodotti prima dell'8 dicembre 2023, quindi i vini della vendemmia 2023 se prodotti prima dell'8 dicembre 2023 saranno esentati dai nuovi obblighi.
La soluzione dell'annosa disputa tra Abruzzo e resto del mondo sull'utilizzo del termine "montepulciano", mi pare di poter dire che non sia all'orizzonte, a meno che non ci si accomodi su compromessi.In questo caso, un compromesso praticabile potrebbe essere quello di menzionare Cordisco fronte etichetta e Cordisco (Montepulciano) specificando cioè che trattasi di sinonimo, in retro etichetta, al fine di corretta e chiara informazione al consumatore.
Un compromesso risolse la disputa sollevata sempre da Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo nei confronti di Consorzio Tutela Vino Nobile di Montepulciano, laddove l'omonimia tra vitigno e città avrebbe, secondo il consorzio abruzzese, provocato confusioni sui mercati italiani ed esteri; al fine di evitare tali confusioni il consorzio toscano decise d'inserire in etichetta la menzione Toscana e già oggi, cioè a partire dal 2023, possiamo trovare etichette di Vino Nobile di Montepulciano Docg aggiornate e corrette.
Credo che anche per la questione "montepulciano" e "cordisco", la strada del compromesso sia la via d'uscita.
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