Dando per scontato che per terroir di un vino, si intende la combinazione di contesto pedoclimatico e fattore umano, perché occuparsene?
Perché da questa combinazione dipende la diversità del prodotto: l’autenticità.
E’ la sottolineatura delle prerogative del territorio fisiologicamente legate al vino.
L’autenticità può essere l’elemento che paga, può fare la differenza in visione prospettica, tenuto conto dell’andamento dei consumi attuale e dei gusti omologati imposti dalla globalizzazione.
All’interno di uno stesso disegno sinergico, qualsiasi attività economica che punti a valorizzare le ricchezze locali, può dare un contributo di autenticità: iniziative turistiche, prodotti tipici e dell’artigianato, patrimonio artistico-culturale, ecc.
Così ad esempio un fenomeno come l’acquisto a km0 o l’attenzione posta sull’importanza della stagionalità, che potrebbero essere equivocati come un atrofizzarsi in un’economia autarchica e senza prospettive, sono in realtà anch’essi frutto della stessa pulsione verso la salvaguardia dell’autenticità, chiavi di lettura e soluzioni possibili delle criticità proposte dalla globalizzazione.
Una parte del settore vinicolo sembra prendere più coscienza dell’importanza della questione diversità, vitale per la sua sopravvivenza.
Si tratta di riuscire a trasferirla al mercato, agevolando l’utente nella conoscenza dei dati essenziali del tema.
Ad esempio attraverso un’efficace operazione di trasparenza e un adeguato utilizzo dei media.
Incentivare e motivare l’approccio consapevole all’acquisto, è essenziale per controbilanciare la mediocrità diffusa, presente nel sistema, sempre più teso a considerare il consumatore, semplice soggetto passivo in un mercato uniforme e malleabile.
La qualità del vino dipende anche dalla qualità del consumatore.
Scambio di opinioni tra blogger: http://www.vinix.it/myDocDetail.php?ID=4381