domenica 23 settembre 2012

Vini veri, vini costruiti

Prendo lo spunto da un editoriale di Alessandro Franceschini, postato su Lavinium in data 17 maggio 2005 ma ancor oggi attuale, per una riflessione sulle tecniche di degustazione in rapporto all'evoluzione dei gusti.
http://www.lavinium.com/italiano/luca_gargano.shtml
Riassumo in estrema sintesi il tema di fondo del post di Franceschini.
Nel corso di un incontro informale con gli operatori della comunicazione di settore, Luca Gargano patron della VELIER e della Triple A, precisa come sia ormai arrivato il tempo per una rivisitazione del sistema di degustazione e conoscenza dei vini.
A tale proposito egli sottolinea come al mutamento del panorama vitivinicolo di questi ultimi anni, indotto dalla crescente importanza assunta dal tema della sostenibilità, non abbia fatto riscontro un adeguamento dei sistemi di valutazione e giudizio, dai quali dipende la classificazione dei valori produttivi e di conseguenza la percezione del concetto di qualità da parte del mercato.
Per risolvere tale questione egli propone di adottare un diverso sistema di degustazione, che non faccia più leva sulle tre fasi visiva, olfattiva, gustativa, ma solo sulla terza (sostanzialmente consisterebbe nel bere il contenuto di un calice tutto di un fiato e concentrarsi successivamente su bevibilità, scorrevolezza, piacevolezza gustativa).
Questa tecnica consentirebbe secondo Gargano, di rilevare meglio i caratteri del vino, per poter distinguere il vino cosiddetto autentico da quello cosiddetto costruito.

La proposta a mio parere non è convincente.
Come del resto l'autore del post, ritengo anch'io che proporre un sistema di degustazione avanzato, diverso da quello tradizionale, sia tutto sommato inutile.
Credo che le difficoltà di distinguere un vino "costruito" da uno non costruito o "vero" come Gargano lo definisce, comunque rimangano, a prescindere dalla tecnica di degustazione; a meno che non si proceda di volta in volta a precise verifiche empiriche, espressamente indicate nel post (di fatto impossibili da realizzare nel momento della degustazione).

Al contrario io direi, che solo dopo un intenso e prolungato allenamento sensoriale, implicato dalle tre fasi della tecnica tradizionale, si può avere una qualche possibilità in più di riuscire a distinguere un vino, che io diversamente da Gargano, definirei di tipo "industriale", da uno di tipo "artigianale".

Al di là di ciò però, io credo che il sistema di degustazione adottato dalle varie associazioni di settore (Ais,Fisar,Onav), abbia come obiettivo primario non tanto di valorizzare questa o quella impostazione produttiva, quanto di essere fondamentale punto di riferimento per il degustatore.
Da questa sorta di base di partenza, ciascuno può, se vuole, procedere ad un'evoluzione degustativa personale, in base alla proprie conoscenze e gusti, aggiungendo al suo bagaglio le tematiche dell'autenticità, della territorialità o quant'altro.
Il discorso invece cambia totalmente a proposito di Guide, pubblici riconoscimenti, critica specializzata.
Qui sono più in linea con la visione di Gargano.
Credo cioè che nell'elaborare un giudizio di qualità, le Guide o comunque la critica in genere, abbiano tra l'altro il compito di tener conto dei mutamenti, dell'evoluzione e delle tendenze in atto nel mondo produttivo.
A loro spetta di comunicare tali flussi, sottolineando e premiando di più gli aspetti dell'autenticità, peraltro oggi da più parti invocata e cercata (l'impostazione articolata della Guida Slowine ad esempio, mi sembra rispondere in parte a questa esigenza).
Credo cioè che Guide e critica specializzata, siano in grado di veicolare meglio il messaggio di Gargano, di quanto non lo possa fare l'utilizzo di una tecnica di degustazione diversa da quella tradizionale.

martedì 18 settembre 2012

Rosso Piceno Granarijs '07, Tenute Rio Maggio

L’area della Doc Rosso Piceno è la più vasta della regione Marche, poiché va ad interessare il territorio di ben quattro province: Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Ancona (con l’esclusione all’interno di quest’ultima, dei territori appartenenti alla zona di produzione del Rosso Conero).
Solo nella parte più meridionale di questa zona di produzione, in una ristretta area a ridosso della sponda sinistra del fiume Tronto che dal mare Adriatico arriva fino ad Ascoli Piceno delimitata a sud dalla via Salaria e a nord dalla strada Ripatransone-Grottammare, si può ottenere la tipologia Superiore (che è mero riferimento territoriale posto a tutela dell’area classica, storicamente vocata).
Di fatto però, anche al di fuori di tale area Doc storicamente vocata, non è poi così raro trovare dei Rosso Piceno di un certo livello.
L’accurata selezione in vigna finalizzata ad ottenere un frutto ricco, perfettamente maturo, di grande carica polifenolica, è base indispensabile per estrarre sostanza e carattere in fase di vinificazione.
In estrema sintesi è questa la linea seguita per realizzare il Rosso Piceno di punta (70% Montepulciano 30% Sangiovese) dell’azienda Rio Maggio.

Prende il nome da Mons Granarijs, antico toponimo di Montegranaro (Fm) (città adibita a deposito di grano ai tempi dell’Impero Romano).
Si presenta rosso rubino scuro e concentrato.
All’analisi olfattiva emergono in particolare note intense di prugna macerata e in confettura, nota alcolica e cuoio.
Al gusto le sensazioni di frutto maturo rilevate all’olfazione, virano decisamente verso note di cioccolato, tabacco, spezie dolci, liquore al caffè, sostenute da una sfumatura acidula particolare, simile al frutto del melograno.
Sapido in centro bocca, con componente tannica ben presente e viva.
L’estrazione glicerica piuttosto marcata, mantiene in equilibrio il rapporto tra parti dure e morbide, anzi con leggero sbilanciamento sulle seconde.

Rosso Piceno doc ’07 Granarijs
alcool 14,5 % - circa € 17
Imbottigliato all’origine da Tenute Rio Maggio
Montegranaro (FM)
http://www.riomaggio.it/

Abbinato su carne alla griglia

giovedì 13 settembre 2012

Tre Bicchieri 2013 Marche della Guida Vini d'Italia del Gambero Rosso

La lista dei vini marchigiani premiati con i Tre Bicchieri dalla Guida Vini d’Italia 2013 del Gambero Rosso, che sarà in uscita dal prossimo mese.

Barricadiero 2010 Aurora
Il Pollenza 2009 Il Pollenza
Kurni 2010 Oasi degli Angeli
Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2009 Velenosi

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Crisio Riserva 2010 Casal Farneto
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Il Cantico della Figura Riserva 2009 Felici Andrea
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico San Sisto Riserva 2009 Fazi Battaglia
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Stefano Antonucci Riserva 2010 Santa Barbara
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Vigna Novali Riserva 2009 Terre Cortesi Moncaro
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Villa Bucci Riserva 2009 Bucci

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Capovolto 2010 La Marca di San Michele
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Pallio di San Floriano 2011 Monteschiavo
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Podium 2010 Garofoli
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore San Michele 2010 Vallerosa Bonci
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Vecchie Vigne 2010 Umani Ronchi

Verdicchio dei Castelli di Jesi Brut Ubaldo Rosi Riserva 2006 Colonnara

Verdicchio di Matelica Mirum Riserva 2010 La Monacesca


Il numero dei premiati è grosso modo lo stesso degli ultimi anni.
Molta attenzione in particolare sul Verdicchio dei Castelli di Jesi, nelle versioni Classico Superiore e Classico Riserva, considerato ormai unanimemente ambasciatore principe della viticoltura marchigiana. Quest’anno premiato per la prima volta un metodo classico al di sotto del Po, appunto da uve Verdicchio.
Personalmente qualche perplessità sulla scarsa considerazione riservata ai rossi.
Sia nell’areale anconetano che in quello delle Marche meridionali, era a mio parere possibile individuare qualche vino interessante e di pregio, non solo a denominazione, ma anche a indicazione geografica, rappresentativo della viticoltura del territorio.
I criteri sommari di scelta del Gambero Rosso a questo indirizzo: http://www.gamberorosso.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=327194:tre-bicchieri-2013-marche-ottima-prova-per-il-verdicchio-non-per-i-rossi--&lang=it&Itemid=1

domenica 9 settembre 2012

Spumante brut Lo Spudorato di Buglioni

Vino spumante Brut metodo Charmat-Martinotti, ottenuto da uve Garganega e Durella, vinificate e spumantizzate assieme.
Si presenta di un bel colore paglierino cristallino, con tendenza al dorato.
Quadro organolettico non particolarmente complesso, giocato sia al naso che al gusto su toni agrumati e sensazioni cremose.
In particolare evidenza al palato, note di frutta esotica e pesca nettarina.
Di bell’ampiezza, anche armonico: con baricentro spostato verso le parti morbide, ma con acidità calibrata che invita al nuovo sorso.
Piuttosto persistente il finale, per nulla stucchevole.
L’impressione di un vino sostanzialmente fine è corroborata dall’effervescenza setosa, dovuta a minor apporto di carbonica (tipo Crèmant o Satèn).
Vino d’entrèe.
Abbinato su cozze dell'Adriatico in guazzetto
Vino Spumante Brut “Lo Spudorato”
alcool 12,5 % - circa € 15
spumantizzato con metodo Martinotti da I.C.Q. VR 1103 per conto della Cantina Buglioni.
Azienda Agricola Buglioni
via Campagnole 55, S. Pietro in Cariano loc. Corrubbio (VR)
http://www.buglioni.it/
post correlato:
http://azienda-buglioni-al-vinitaly-2011.html

giovedì 6 settembre 2012

Corso di secondo livello Sommelier Ais

L'Associazione Sommeliers AIS Marche Delegazione di Fermo e Porto San Giorgio, organizza il corso per Sommelier di secondo livello a partire da 1 ottobre 2012.
Le lezioni si svolgeranno dalle ore 20,30 alle ore 23,00 circa, presso Hotel Il Timone -  Via Kennedy, 63822 Porto San Giorgio (FM).
http://www.aismarche.it/

Programma
1) Lunedì 01.10.12 - Tecnica della degustazione - Somm. Claudio Giacomini
2) Martedì 9.10.12 - Piemonte e Valle d'Aosta - Somm. Alessio Cingolani
3) Martedì 16.10.12 -Veneto e Friuli Venezia Giulia - Somm. Stefania Morbidelli
4) Giovedì 18.10.12 - Lombardia e Trentino Alto Adige - Somm. Prof. Stefano Isidori
5) Martedì 23.10.12 - Marche ed Emilia Romagna - Somm. Antonio Giangrossi
6) Lunedì 29.10.12 - Liguria e Toscana - Somm. Alessio Cingolani
7) Martedì 06.11.12 - Lazio e Umbria - Somm. Valeria Cesari
8) Martedì 13.11.12 - Abruzzo, Molise e Campania - Somm. Claudio Giacomini
9) Giovedì 15.11.12 - Puglia, Basilicata e Calabria - Somm. Prof. Cesare Lapadula
10) Martedì 20.11.12 - Sicilia e Sardegna - Somm. Prof. Stefano Isidori
11) Martedì 27.11.12 - Vitivinicoltura in Francia: parte I - Somm. Prof. G. Compagnucci
12) Martedì 04.12.12 -Vitivinicoltura in Francia: parte II - Somm. Prof. G. Compagnucci
13) Giovedì 06.12.12 - Viticoltura nei Paesi europei - Somm. Cosimo Tomassini
14) Martedì 11.12.12 - Vitivinicoltura nei Paesi del mondo - Somm. Cosimo Tomassini
15) Martedì 18.12.12 -Approfondimento degustazione e autoverifica - Somm. Claudio Giacomini

Direttore del corso: Somm. Prof. Stefano Isidori.
Assistenti: Somm. Diego Ciarrocca, Somm. Stefania Morbidelli.

Quota di partecipazione € 440 comprende: la partecipazione al corso, il materiale didattico (libri di testo, quaderno di degustazione), IVA.
La caparra confirmatoria da versare all’atto dell’iscrizione è di € 200.
Obbligatorio iscrizione all’Associazione per l’anno 2012 € 80.

Per le iscrizioni rivolgersi al Direttore del corso, Somm. Prof. Stefano Isidori -  mob.:333 5825397 -
mail: fermo@aismarche.it




lunedì 3 settembre 2012

Di Vino in Vino Offida, ventunesima edizione.

A Offida (AP) 21^ edizione della tre giorni vinicola, calendarizzata quest’anno tra fine agosto e inizio settembre.
Come da tradizione ha trovato degna cornice nel trecentesco ex Monastero di S. Francesco, sede dell’Enoteca Regionale delle Marche e sede della Vinea società cooperativa agricola che organizza l’evento http://www.vineamarche.it/
In verità la formula collaudata prevede due nuclei logistici principali: l’ex Monastero di S. Francesco destinato alle degustazioni e Piazza del Popolo sede del mercatino prodotti tipici e degli stands di Street Food. A tutto ciò fanno da corollario altri eventi di tipo culturale, come da programma: http://vinidiconfine.blogspot.it/2012/08/di-vino-in-vino-2012-offida.html
La manifestazione offidana raggiunge in questo modo il duplice obiettivo di essere ambasciatrice della vocazione vinicola picena e al tempo stesso strumento di promozione turistica del territorio.
Altresì trovando nella capacità di coesione di cittadinanza, attività commerciali varie e associazioni di categoria locali, il supporto indispensabile per la riuscita dell’evento.

Fatta la dovuta premessa, vado ad alcune considerazioni sull’edizione 2012: un’edizione tra luci ed ombre.
Lo stato di crisi economica contingente, sembra infatti non averla risparmiata. Ne è prova il sensibile calo di partecipazione degli espositori, sia vinicoli che di prodotti tipici.
In compenso, e ciò è di buon auspicio, sempre alto resta l’afflusso di visitatori e appassionati. In particolare, estremo interesse e partecipazione da parte del target più giovane.
Altro dato significativo è come i tre giorni destinati alle degustazioni possano rappresentare per addetti ai lavori, organi d’informazione di settore ed appassionati, un’occasione proficua per avere un quadro indicativo e sintetico dell’andamento produttivo locale.
Personalmente sotto esame quest’anno i Pecorino 2011.
Un’annata a mio parere discreta. Apparentemente non ricchi di estratto, ma senz’altro varietali, con scheletro d’impianto sostenuto da bella acidità e mineralità. Per questo motivo non immediati, ma vini da aspettare: destinati ad evolvere positivamente nel medio periodo.
Sui rossi conferme positive.
Livello in crescita anche sui vini di fascia media, come ad esempio il Rosso Piceno sup. Katharsis ’09 di S. Filippo.
Per quanto riguarda i vini rossi di fascia alta a Igt, Offida Doc e Rosso Piceno Superiore, solo l’imbarazzo della scelta.
Alcune delle etichette degustate:
Marce rosso Igt Barricadiero ’09 di Aurora,
Marche rosso Igt Miro ’05 di Montevarmine,
Marche rosso Igt Rozzano ’05 di Villa Pigna,
Offida rosso Doc Mida ’08 di Allevi Maria Letizia,
Rosso Piceno Doc(riserva) Nero di Vite ’05 di Le Caniette,
Rosso Piceno Doc sangiovese Dolce Vite ’08 di Irene Cameli,
Rosso Piceno sup. Dop Konè ’10 di Vigneti Vallorani (alla sua prima edizione e di grande prospettiva).
A partire dal 2013 la manifestazione cambia format e diventa Vinea Festival: