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lunedì 20 dicembre 2010

Terra Fageto e Cantina Di Ruscio, Pedaso e Campofilone

La famiglia Di Ruscio ormai da tre generazioni è impegnata in viticoltura e coinvolge oggi la quarta nella guida delle due aziende di proprietà, Terra Fageto e Cantina Di Ruscio, entrambe significative all’interno della provincia di Fermo, ma diverse tra loro per impostazione produttiva.
Terra Fageto possiede poco meno di 30 ettari, più un’altra decina in affitto, ripartiti tra i comuni di Campofilone, Altidona, Porto S. Giorgio e Pedaso, per una produzione media annua di 3.000 ettolitri e 100.000 bottiglie.
Opera in regime di agricoltura biologica.
Prevalenza di uve autoctone come, Passerina, Pecorino, Trebbiano, Malvasia, Montepulciano, Sangiovese, ma anche internazionali come Chardonnay, Cabernet Sauvignon e Merlot.
L’impostazione produttiva è quella di coniugare buona qualità, reperibilità dei vini, fruibilità attraverso una politica dei prezzi adeguata.
Propone di anno in anno, a seconda dell’andamento stagionale più o meno favorevole, qualche prodotto con una certa ambizione.
Dal 1 gennaio 2013 è entrato in vigore ufficialmente il nuovo marchio aziendale "Terra Fageto", che sostituisce il precedente "Castello Fageto".
Ciò è stato imposto dalla normativa vigente, che consente l'utilizzo del termine Castello solo ed esclusivamente alle aziende che abbiano un manufatto con queste caratteristiche tra le unità immobiliari di proprietà.
etichette testate:
Rosso Piceno Doc '06 Rusus
Az. Agr. Biologica Terra Fageto
via Valdaso 52, Pedaso (FM)
tel e fax +39 0734 931784
email: info@terrafageto.it
www.terrafageto.it

Cantina Di Ruscio si trova lungo la strada Valdaso a circa 5 km dal centro abitato di Pedaso (Fm) e dal Mare Adriatico.
Non possiede vigneti, ma impianti di trasformazione, attrezzature e personale qualificato per adempiere pratiche burocratiche.
E’ punto di riferimento per tanti piccoli conferitori sparsi nel territorio amministrativo di una mezza dozzina di comuni (tra cui Massignano, Montefiore, Appignano...), compresi tra le provincie di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata.
Tali servizi svolge anche per alcune aziende vinicole del territorio fermano.
Elabora di media 20.000 ettolitri anno, di cui solo il 15% destinato all’imbottigliamento.
Gli impianti di trasformazione di grandi capacità, in acciaio inox e in cemento vetrificato, sono destinati alla realizzazione di prodotti di largo consumo, territoriali e dal prezzo accessibile.
Siamo di fronte a vini cosiddetti "quotidiani", che ben si adattano sui piatti della tradizione, su formaggi e insaccati tipici.
La forbice dei prezzi va da 2,50 a 6 euro, per 6 etichette + un metodo charmat (Audace brut) spumantizzato in Veneto.
Utilizzo di soli vitigni autoctoni (trebbiano, passerina, pecorino, malvasia, montepulciano, sangiovese), ad eccezione di Marche Rosso igt Romantico, nel cui uvaggio concorrono sia uve Montepulciano che uve Cabernet Sauvignon.
L'azienda dispone di sito e-commerce per la vendita diretta on line.
etichette testate:
Marche rosso Igt '08 Romantico
Cantina Di Ruscio
via Valdaso 49, Campofilone (FM)
tel 0734.931519
email: info@cantinadiruscio.it
http://www.cantinadiruscio.it/

Insegnanti ed allievi del corso 1° livello Sommelier AIS Marche Delegazione di Fermo,
in visita alle due aziende.

lunedì 13 dicembre 2010

Veneranda Vite a Montemarciano (An)

Veneranda Vite è una piccolissima azienda vinicola, estesa su poco più di 5 ettari, di cui appena 2 destinati alla viticoltura, per una produzione non superiore alle 10.000 bottiglie anno.
Vigneto di proprietà, relativamente giovane (gli impianti infatti risalgono ai primi anni 2000).
Una piccola porzione, occupata da ceppi di uve Lacrima ormai vecchi ed improduttivi, sarà espiantata a breve.
Tradizione ed artigianalità rappresentano le linee guida aziendali.
Il vecchio casolare di campagna, sede della cantina di trasformazione, può essere l'immagine simbolo di questa impostazione produttiva, non tanto come semplice metafora di un ritorno al passato, quanto come rappresentazione delle attuali scelte, basate sul recupero dei valori della tradizione vinicola locale e perchennò sull'enfatizzazione del primato dell’uomo e dell'artigianalità sulla tecnologia.
Pratiche di diserbo a fuoco, utilizzo d’impasti vegetali di contrasto, dosaggi minimali di solforosa, sono i sistemi in uso per limitare al massimo l’intervento della chimica.
Manualità e presenza umana in ogni fase della produzione, dalle stagionali operazioni in vigna, fino alla collocazione manuale o a mezzo di montacarichi nei fermentini d’acciaio delle uve diraspate.
I vini non subiscono filtrazioni, stabilizzazioni termiche o concentrazioni che possano pregiudicarne personalità e riconoscibilità.
La stessa scelta di vinificare uve non pigiate, sembra sia da intendere in questo senso, ovvero come scelta di autenticità.
La mia impressione è che la motivazione di tale impostazione produttiva, sia quella di privilegiare le caratteristiche di finezza e tipicità, rispetto alla muscolarità.
In questo areale il Lacrima o Lacrima di Morro d'Alba, è vitigno di tradizione consolidata.
Da esso derivano sempre vini riconoscibili, territoriali, non omologati, in grado di qualificare la viticoltura di queste zone.
Tre le etichette testate in occasione della visita: due blend a base Lacrima ed un Montepulciano in purezza.
Marche rosso igt I2 (simbolo chimico dello iodio): Montepulciano in purezza affinato 10 mesi in barrique e pluripremiato dalle Guide di settore. circa € 13.
Marche rosso igt Amirkal Riflesso (lacrima al contrario): 90% di uve Lacrima parzialmente fatte appassire; 10% di altre uve a bacca rossa. circa € 9.
Marche rosso igt Klekso (derivazione da kleksografia=pratica diagnostica psichiatrica): 60% Montepulciano; 30% Lacrima; 10% altre uve a bacca rossa; affinato in gran parte in acciaio e solo parzialmente in barrique. circa € 8.
Azienda Agraria Veneranda Vite - via S. Veneranda 4, Montemarciano (AN).
tel.: 338.1988092 - 335.7756508
venerandavite@libero.it
http://www.venerandavite.it/
link correlato: http://www.vinix.it/myDocDetail.php?ID=4771
Intervista a Giovanni Barbieri di Veneranda Vite:

 https://www.youtube.com/watch?v=GqQQCterBnk

martedì 7 dicembre 2010

Barbera Superiore Falò d'Ottobre '06 di Cascina i Carpini

Un aspetto non secondario della produzione vinicola di quest'azienda di Pozzol Groppo, è la libera sottolineatura di temi legati al mondo dell'arte.
Già nello stile delle etichette di ogni vino, è immediatamente rilevabile l'intento di creare una sorta di parallelismo tra vino e arte; per dimostrare come il carattere autentico, rispettivamente di un prodotto o di un'opera, abbia la capacità di fare da legante tra due mondi apparentemente distinti e separati ed in definitiva esserne il comune denominatore.
Per questo motivo oso affiancare a questa Barbera dei Colli Tortonesi, una tela di Renzo Crociara.
Il tratto essenziale e i toni sfumati del dipinto, sembrano ricalcare in qualche modo il profilo essenziale delle sensazioni gustative del vino, anch'esse sfumate o parzialmente stemperate nei caratteri tipici, di solito più evidenti.
Il vino si presenta rosso rubino tendente al violaceo, limpido, abbastanza consistente.
L'impatto olfattivo è assorbito senza sussulti; tant'è che si ha subito l'impressione che il vino giochi le sue prerogative più sulla ricerca di una sua armonia, che sulla prorompenza delle sensazioni.
Accenni di tabacco, frutta nera matura e sottofondo erbaceo, si mescolano e caratterizzano parimenti la fase olfattiva e quella gustativa; laddove in quest'ultima emerge anche la freschezza tipica del vitigno ed una certa sapidità di fondo che spostano il baricentro degli equilibri complessivi più verso le parti dure che verso le morbide.
Sostanzialmente fine ed in fase evolutiva ottimale.
Lo abbinerei ad un culatello, o comunque ad affettati e formaggi nè sapidi nè piccanti.
Degustata la n°1368 delle 4657 bottiglie prodotte per questa annata. valutazione 7,5/10.

Colli Tortonesi Barbera sup. doc Falò d'Ottobre '06; alcool 13%; circa €20.
Az. Cascina i Carpini, strada prov. 105,1, Pozzol Groppo (AL); http://www.cascinacarpini.it/

lunedì 29 novembre 2010

Slow Wine 2011 fa tappa a Fermo


Dopo la presentazione ufficiale avvenuta in occasione del Salone del Gusto di Torino, la nuova Guida dei Vini Slow Food riceve anche in sede locale un'ulteriore spinta promozionale, a seguito di una serie di incontri e manifestazioni organizzate capillarmente dalle ramificazioni territoriali dell'Associazione, rivolte essenzialmente a chiarire gli aspetti di fondo e i criteri ispiratori della Guida.

All'interno dei locali messi a disposizione dal ristorante Enoteca Bar a Vino in Piazza del Popolo a Fermo, il responasabile Slow Food di zona Francesco Quercetti, invitato dalla Condotta del Fermano, ha esposto le linee guida dell'opera e guidato la degustazione di cinque vini marchigiani significativi in tal senso.
Piacevole intermezzo tra una degustazione e l'altra: stuzzichini, focacce, affettati locali e uno sfizioso primo piatto realizzato con riso Grumolo delle Abbadesse (presidio slow food della provincia di Padova), che l'oste-chef Peppe ha messo a punto da par suo.
Sostanzialmente, da quanto esposto dal relatore ai soci ed appassionati intervenuti, la Guida Slowine 2011 si propone non solo l'obiettivo di segnalare i vini, ma anche le aziende, la vita, il lavoro alla base del prodotto.
Tre le simbologie di merito previste per le aziende: la Chiocciola (filosofia produttiva), la Bottiglia (qualità della produzione generale), la Moneta (qualità-prezzo).
Tre le categorie di merito previste per i vini: Grande Vino (livello assoluto), Vino Quotidiano (qualità-prezzo), Vino Slow (tipicità, riconducibilità a vitigno e territorio).

Cinque i vini marchigiani degustati.
1) Verdicchio di Matelica Collestefano '09 dell'omonima azienda di Castelraimondo (MC) premiata con Chiocciola e Moneta. Il vino si presenta limpido cristallino, con sfumature verdoline; intenso all'olfatto e complesso di note floreali e fruttate di mela; al gusto è morbido; mineralità e freschezza entrano in simbiosi con alcoli e polialcoli, regalando un sorso armonico e piacevole. Premiato come Vino Quotidiano.
2) Offida Pecorino Podere Colle Vecchio '09 dell'azienda Cocci Grifoni di Ripatransone (AP); limpido, giallo paglierino scarico; intenso e abbastanza complesso all'analisi olfattiva; al gusto la spiccata acidità e la nota sapida viva, se da un lato sbilanciano gli equilibri verso le parti dure, dall'altro sono anche emblematici di un'interpretazione del vitigno in senso tradizionale e offrono al tempo stesso le giuste garanzie per un'evoluzione positiva futura di questo vino.
3) Verdicchio dei Castelli di Jesi cl. sup. S. Michele '08 dell'azienda Vallerosa Bonci di Cupramontana (AN); limpido verdolino scarico; verticalità olfattiva fatta di sensazioni minerali, note floreali di acacia e tipiche di anice; morbido al gusto; sapido e caldo con note di frutta matura. Premiato come Vino Slow.
4) Petronio '06 dell'azienda Quacquarini di Serrapetrona (MC); limpido, rosso granato concentrato, ma anche velato quasi come un Pinot Nero; ottenuto da uve Vernaccia Nera fatte appassire, al gusto è secco, morbido, elegante, tipicamente speziato. Premiato come Vino Slow.
5) Il Cupo '07 dell'azienda Esther Hauser di Staffolo (AN) premiata con la Bottiglia; magnifico Montepulciano frutto della combinazione di una molteplicità di "contaminazioni" apparentemente estranee le une alle altre: prodotto in una micro azienda di poco meno di due ettari; collocata nell'areale d'elezione del Verdicchio; guidata con maestria da una signora di origine elvetica...
Eppure il risultato è un vino affascinante; dal color rosso granato scuro, concentrato e impenetrabile; di grande intensità e complessità olfattiva, giocata su note di liquirizia, ciliegia sotto spirito, fiori appassiti e anche una leggera sfumatura di goudron; un bouquet variegato, ampio e tipico; al gusto si percepiscono sensazioni di frutta nera in confettura e cuoio, sostenute da bella acidità; un vino già da ora in grado di dare soddisfazioni papillari e di evolvere ancor più positivamente in futuro.

venerdì 19 novembre 2010

Il gusto tra luci e ombre.

Vele (80x120) acrilico su tela di Vincenzo Massari
L'incontro con il professor Sergio Labate, ricercatore in filosofia teoretica e docente aggregato presso l'Università di Macerata, si è innestato nel programma delle iniziative curate mensilmente dalla Condotta Slow Food del Fermano.
Negli spazi ricavati all'interno della panetteria-pasticceria-ristorante "180°Gradi" nel centro storico di Fermo, il docente maceratese, introdotto dalla fiduciaria di condotta Meri Ruggeri, ha tenuto la sua "lectio magistralis" sul tema:
il Gusto
Partendo dall'equazione sapore=sapere, dove l'uno è al tempo stesso causa ed effetto dell'altro, l'analisi si è sviluppata in varie direzioni, sottolineando in particolar modo come il Gusto, da fatto naturale, si connoti nel tempo come fatto culturale e come questa evoluzione abbia peraltro difficoltà a realizzarsi in modo compiuto, trovando ostacoli all'interno di un contesto economico-sociale che condiziona la vita e le scelte quotidiane.
Oggi ad esempio, vengono a confrontarsi due modelli contrapposti:
da un lato il materialismo del cibo Fast Food, dove il cibo è pura materia, per così dire "neutralizzata",
dall'altro un materialismo di tipo diverso, che è quello Slow Food, rappresentato dalle cose vive e per questo anche spirituale, dove gioia e conoscenza procedono di pari passo.

L'analisi ha poi cercato d'individuare la valenza culturale che connota il concetto di Gusto, che non è prerogativa dell'animale, ma è carattere esclusivo dell'uomo il quale solo, può provare sentimenti e per questo motivo ha la capacità di trasformarli in un tempo congruo in sensazioni.
La sintesi in chiusura d'incontro, è stata che il Gusto non è qualcosa che abbiamo, ma è qualcosa che siamo.
Come corredo al taglio filosofico dell'iniziativa e per dare concretezza alle parole, si è poi proceduto alla degustazione di due vini ottenuti da uva autoctona maceratese dell'Azienda Vinicola Colli di Serrapetrona, con abbinamento di prodotti da forno della Forneria 180° Gradi:
foto by Colli di Serrapetrona
Serrapetrona doc Collequanto '05, da uve Vernaccia nera con piccolo saldo di Merlot.
Affinato in acciaio; dal gusto morbido, con note floreali, di piccoli frutti rossi e sottobosco.
Abbinato su prodotti da forno salati.

foto by Colli di Serrapetrona
Marche rosso igt Sommo '06, da uve Vernaccia nera fatte appassire e affinato in barrique.
Vino dolce con poco più di 100 g/l di zuccheri residui: armonico, leggermente speziato e tipico, con sottofondo erbaceo e buona freschezza.
Abbinato su piccola pasticceria artigianale farcita con confettura di Mele Rosa dei Sibillini presidio Slow Food.
post correlato:

sabato 13 novembre 2010

Rosso Piceno Superiore Picus '07, Poderi Capecci S. Savino

Rosso Piceno nella tipologia Superiore, in quanto prodotto in una circoscritta zona della Doc Rosso Piceno, costituita dal territorio amministrativo dei comuni localizzati nell’area sub-collinare compresa tra Ascoli Piceno e il mare Adriatico, delimitata a sud dalla via Salaria e a nord dalla strada provinciale Ripatransone-Grottammare.
Ottenuto da uve Montepulciano e Sangiovese, si presenta limpido alla vista, rosso rubino granato, consistente.
Non particolarmente incisivo al naso: anche dopo ossigenazione il bouquet di profumi non acquista particolare intensità
In evidenza frutti rossi freschi, amarena, accenni di cuoio e tabacco.
Al gusto è secco, abbastanza caldo, di medio corpo.
Imperniato su toni di frutto maturo, lampone, cuoio e spezie dolci.
In sottofondo sensazioni erbacee e mineralità.
Glicerico quanto basta per spostare sulle morbidezze.
Un insieme di caratteri che a mio parere lo rendono versatile in fatto d'abbinamento.
In particolare su: pollame, animali di bassa corte, formaggi semistagionati o anche freschi.
Per i più coraggiosi anche su: baccalà con patate.
Rosso Piceno Sup. doc Picus '07 - alcool 13,5% - circa € 10.
Poderi Capecci San Savino
contrada S. Maria in Carro 13; San Savino di Ripatransone (AP)
http://www.sansavino.com/

domenica 7 novembre 2010

Monferrato Dolcetto Nibio Terre Rosse '05, Cascina degli Ulivi

Siamo nel basso Piemonte, nella porzione sud orientale della provincia di Alessandria, conosciuta come Novese.
L’azienda Cascina degli Ulivi si trova nel comprensorio comunale del capoluogo Novi Ligure.
Qui Stefano Bellotti coltiva uve locali come Cortese, Barbera e Dolcetto, in regime di agricoltura biodinamica (utilizzo di sovescio, letame naturale e preparati biodinamici, rifiuto della chimica, non uso di solforosa e fitofarmaci, ammessi solo rame e zolfo in minima quantità e nel rispetto della certificazione Demeter).
Il Nibio Terre Rosse da uva Dolcetto, è stato prodotto all'interno della Doc Monferrato, che comprende il territorio amministrativo di oltre cento comuni della provincia di Alessandria e di altrettanti della provincia di Asti.
Si presenta alla vista di color rosso rubino piuttosto scarico.
La veste apparentemente dimessa è il segno tangibile della volontà di assecondare il vitigno nella sua espressione naturale, evitando forzature di contenuto e d’immagine.
Il bouquet di profumi sembra un revival di sensazioni dimenticate.
Gli odori della casa colonica, le zolle rimosse, le note animali e quelle di erbe officinali fanno parte di un ventaglio olfattivo difficilmente omologabile.
Al palato permane la continuità su questi temi.
Procede lineare, sostenuto da mineralità e freschezza, contraddistinto da note di humus, carruba, sottobosco, che riportano alla terra, alla naturalità assoluta.
Porta in etichetta il simbolo Triple A (artigiano, artista, agricoltore), attribuito dalla Velier Distribuzione s.p.a. ai vini prodotti da viticoltori che rispettino un decalogo predisposto.
Monferrato Doc Dolcetto '05 Nibio Terre Rosse
alcool 14 % - circa € 15.
Cascina Degli Ulivi di Stefano Bellotti
Strada Mazzola 14, Novi Ligure (AL).
http://www.cascinadegliulivi.it/

lunedì 1 novembre 2010

Giusto, Pulito e Buono

- Campagna fiorita-50x70-acrilico su tela di Vincenzo Massari -


Credo che l’interesse crescente verso i vini naturali, intesi sia nella versione biologica che biodinamica, scaturisca dall’esigenza diffusa di vivere in modo diverso il rapporto con la natura e sia emblematico della sempre maggior attenzione verso i temi della tutela ambientale.
Cercare di produrre vino nel rispetto dei parametri di sostenibilità
(pur constatando oggettivamente l’attuale fase interlocutoria e di messa a punto normativa in materia Bio), non è semplicemente mettere sul mercato un bene di consumo, ma è anche la conclusione di un percorso; ovvero è la concretizzazione di un’aspirazione che va al di là del prodotto stesso e che tenta di coniugare aspetti pratici aziendali e aspetti ideali.
Avvicinarsi al mondo Bio senza tener conto di ciò, sarebbe riduttivo.
Già oggi molti produttori piuttosto che inseguire il mercato, appiattendosi sui gusti del momento, investono su di esso con proposte magari più impegnative, ma sicuramente stimolanti; rivolgendosi a tutti coloro che abbiano interesse non soltanto alla degustazione del vino, ma anche ad una lettura più approfondita che individui scelte, motivazioni, filosofia aziendale; ovvero gli elementi che rappresentino il valore aggiunto di quella attività. Ottenendo tra l’altro due ulteriori obiettivi: 1) aumentare le opzioni di scelta per l’utente consumatore 2) dare impulso alle dinamiche del settore, offrendo materia per analisi critiche e confronto d’opinioni.
L’impressione è che le produzioni alternative cerchino di ritagliarsi uno spazio all’interno del mercato, non avendo come unico totem il piacere o la gratificazione sensoriale; ma che invece perseguano come obiettivo non secondario, la sottolineatura di aspetti valoriali di fondo, considerati essenziali ed inscindibili dal prodotto finale.
Tutto ciò può essere sintetizzabile nello slogan di Slow Food "Buono, Pulito e Giusto"...cambiato nell’ordine dei fattori.

lunedì 25 ottobre 2010

Bruma d'Autunno '05, Cascina i Carpini

Siamo in Piemonte, in provincia di Alessandria, a ridosso dell'Appennino Ligure, a metà strada tra Monferrato ed Oltrepò Pavese.
In questo in questa zona la Barbera è il vitigno principe.
La composizione chimico fisica del suolo, il microclima e le tradizioni legate alle produzioni locali, sono alla base della diversificazione dei vitigni nelle varie zone d'Italia.
Questa Barbera Superiore "Bruma d'Autunno" è un emblema di tipicità.
Si presenta alla vista limpido, rosso rubino scuro, abbastanza consistente.
Opportunamente ossigenato, si apre su profumi mediamente intensi di frutti rossi, ciliegia, fragola, che tendono a virare su sensazioni più mature di tabacco, prugna macerata, confettura.
A corredo anche toni speziati, erbacei, pepe nero.
Nel complesso un bouquet fine e complesso, che genera l'aspettativa di un vino maturo, se non addirittura austero, nella successiva fase gustativa.
Invece in questa fase è la freschezza dell'uva Barbera che assume ruolo di protagonista.
Ancora in bella evidenza rimangono frutto e ciliegia, tuttavia freschezza e mineralità tendono a spostare gli equilibri sulle parti dure.
Ne risulta un impianto alleggerito nei caratteri, beverino, di media persistenza, versatile per ciò che concerne gli abbinamenti.
In particolar modo adatto su piatti tipici con condimenti a base grassa, come ad esempio: tagliatelle al sugo di papera o risotto ai funghi porcini.
Testata la bottiglia n°2795 delle 3243 prodotte in questa annata.
abbinato su:
carne alla griglia con spinaci spadellati al burro
Colli Tortonesi doc Barbera Superiore '05 Bruma d'Autunno
alcool 13,5 % - circa € 20.
Azienda Agricola Vitivinicola Cascina i Carpini
frazione San Lorenzo, 15050 Pozzol Groppo (AL).
http://www.cascinacarpini.it/

lunedì 18 ottobre 2010

Timorasso spumante brut Chiaror sul Masso '08, Cascina i Carpini.

Tasting panel
a cura di Paolo Carlo Ghislandi dell'azienda Cascina i Carpini
www.cascinacarpini.it
e di Andrea Petrini autore del blog Percorsi di Vino
percorsidivino.blogspot.com 
Cinquanta bottiglie messe a disposizione di wine blogger, food blogger, professionisti della comunicazione e appassionati, che si sono impegnati ad elaborare una scheda degustazione on line.
Due gli obiettivi di fondo:
promozione e visibilità aziendale,
interazione produttore/consumatore.
Spumante brut Chiaror sul Masso 2008 - alcool 13 %
Limpido, giallo paglierino scarico, perlage di grana fine abbastanza persistente.
Attacco olfattivo piuttosto timido, giocato sulla finezza: nota delicata di frutta fresca e mineralità in sottofondo.
Al gusto rivela meglio la sua fisionomia: nel fresco e setoso perlage, assumono ruolo di protagonista sensazioni fruttate e mela golden.
Palato avvolgente per alcool, residuo glicerico, mineralità, che indirizzano su toni caldi e morbidi.
Finale sapido, amaricante, di buona persistenza.
Abbinamento:cefali al forno con patate, rivelatosi inadatto.
Più correttamente, andrebbe utilizzato come vino d'entreè, antipasti di pesce, fritture o anche come aperitivo.
Ottenuto da uve Timorasso:
vitigno autoctono piemontese che ha trovato l'habitat ideale in una zona compresa tra il Monferrato e l'Oltrepò Pavese.
Nel secolo scorso fu abbandonato dai viticoltori perchè poco produttivo.
Fu poi riscoperto verso la metà degli anni ottanta.
Ad oggi può essere annoverato tra le produzioni italiane di nicchia, in quanto la superficie complessiva vitata a Timorasso è di 50 ettari circa.
Scheda tecnica Chiaror sul Masso:
Chiaror sul Masso è un Vino Bianco Spumante Brut da uve Timorasso della vendemmia 2008 e sviluppa un tenore alcolico del 13% Vol.
L’uva è stata vendemmiata in due tempi, la prima parte a fine agosto, la seconda a fine settembre 2008.
Entrambe le masse hanno subito estrazione a freddo (prefermentativa) per circa 48 ore in vasche di acciaio a temperatura controllata.
La fermentazione è partita spontaneamente a bassa temperatura ed ha proseguito per circa 3 settimane lentamente.
Permanenza sur lies fino aprile 2009 quando poi il vino si è chiarificato per sedimentazione.
La rifermentazione ha proceduto per circa un mese in autoclave secondo il metodo Martinotti lungo, al termine del quale si è proceduto a microfiltrazione in acciaio alla fine di agosto 2010.
Chiaror Sul Masso è stato imbottigliato il 28.08.2010 e ne sono state prodotte 3680 Bottiglie.

domenica 10 ottobre 2010

Conero riserva Visions of J '04, Fattoria Le Terrazze.

Un Montepulciano in purezza che prende il nome da Visions of Johanna, la canzone di Bob Dylan inserita nell'album Blonde on Blonde.
Antonio Terni, proprietario dell'azienda Fattoria Le Terrazze, è grande estimatore del cantante americano e attraverso il vino è addirittura riuscito a coinvolgerlo in una joint venture.
Anche un altro vino aziendale infatti, il Planet Waves, porta in etichetta il nome di un album di Dylan.
Ma veniamo alla descrizione di questo Visions of J '04.
Già all'esame visivo s'intuisce il fascino e il mistero che si cela nel calice.
Ottenuto da uva Montepulciano, appare scuro, consistente, impenetrabile alla vista come in una sorta di ritrosia allo sguardo.
Materico, carico d'energia a stento trattenuta e controllata.
Al naso è complesso, godibile, ricco di sensazioni stratificate.
In particolare evidenza liquirizia, note balsamiche e resinate; a seguire, sensazioni di humus, ciliegia sotto spirito, sfumature catramose.
Al gusto la surmaturazione si evidenzia in note quasi affumicate che, combinandosi con la leggera speziatura di pepe nero e il tannino levigato, danno il senso di un'eleganza austera, quasi aristocratica, riscontrabile in vini più datati di questo.
Finale persistente, ma non esagerato.
L'esasperata ricerca degli equilibri tra le varie componenti, se da un lato giova all'armonia complessiva, dall'altro può essere il limite di questo vino.
Cerchi qualcosa che possa darti un'emozione forte, ma non si concede più di tanto: bello e impossibile.
Grande vino.
Conero Riserva docg Visions of J '04 - alcool 13,5 % - circa € 40
Fattoria Le Terrazze, via Musone 4, Numana (AN)
http://www.fattorialeterrazze.it/
post correlato:
http://vinidiconfine.blogspot.it/2010/03/il-montepulciano-vitigno.html

sabato 2 ottobre 2010

Tre Bicchieri 2011 Gambero Rosso, regione Marche


Quest'anno sono ben 402 (contro i 391 dell'anno scorso) i vini che raggiungono i Tre Bicchieri, il massimo punteggio assegnato dalla guida Vini d'Italia del Gambero Rosso.
Dieci i premi speciali, tra cui quello al vino con miglior rapporto qualità/prezzo, assegnato al Verdicchio dell’azienda Pievalta di Maiolati Spontini (AN), di proprietà della Barone Pizzini che ha sede in Franciacorta.
ROSSO DELL'ANNO Brunello di Montalcino Riserva '04 Biondi Santi
BIANCO DELL'ANNO A.A. Sylvaner R '09 Köfererhof
BOLLICINE DELL'ANNO Franciacorta Brut Secolo Novo '05 Le Marchesine
VINO DOLCE DELL'ANNO Albana di Romagna Passito AR Ris. '06 Fattoria Zerbina
CANTINA DELL'ANNO Valentini
MIGLIOR RAPPORTO QUALITA'/PREZZO Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. '09 Pievalta
ENOLOGO DELL'ANNO Ruben Larentis
VITICOLTORE DELL'ANNO Walter Massa
CANTINA EMERGENTE Polvanera
PREMIO PER LA VITICOLTURA SOSTENIBILE Sandi Skerk
Diciassette i vini marchigiani premiati col massimo riconoscimento.
Conero Cùmaro Ris. '07 Umani Ronchi
Conero Dorico Ris. '05 Alessandro Moroder
Il Pollenza '07 Il Pollenza
Kurni '08 Oasi degli Angeli
Rosso Piceno Sup. Roggio del Filare '07 Velenosi
Valturio '08 Valturio
Offida Pecorino Ciprea '09 Poderi Capecci San Savino
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Salmariano Ris. '07 Marotti Campi
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. San Sisto Ris. '07 Fazi Battaglia
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Vecchie Vigne '08 Umani Ronchi
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Pallio di S. Floriano '09 Monte Schiavo
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Pievalta '09 Pievalta
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Podium '08 Gioacchino Garofoli
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Utopia Ris. '08 Montecappone
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Vigna Novali Ris. '07 Terre Cortesi Moncaro
Verdicchio di Matelica Meridia '07 Belisario
Verdicchio di Matelica Mirum Ris. '08 La Monacesca

Il sito del Gambero Rosso pubblica di giorno in giorno le liste dei Tre Bicchieri divise per regione: http://www.gamberorosso.it/

venerdì 1 ottobre 2010

I Vini d'Italia 2011 dell'Espresso: i premiati.


Quest’anno la guida curata da Ernesto Gentili e Fabio Rizzari, ha individuato 231 Vini dell’Eccellenza (con valutazione di 18/20 o più) e 382 aziende (segnalate con una, due o tre stelle) che hanno dato continuità qualitativa nel corso degli anni.

Due le aziende marchigiane segnalate con due stelle: Bucci di Ostra Vetere (AN) e Oasi degli Angeli di Cupramarittima (AP).

Sei i vini marchigiani che hanno ottenuto il riconoscimento dell'eccellenza:

bianchi

18.5 Offida Pecorino Fiobbo 2008 Aurora

18 Nur 2008 La Distesa

18 Verdicchio di Matelica 2009 Collestefano

18 Verdicchio di Matelica Vertis 2008 Borgo Paglianetto

rossi

18.5 Kurni 2008 Oasi degli Angeli

18 Erasmo Castelli 2008 Castelli Maria Pia

domenica 26 settembre 2010

Va de retro rovere!


Il grido di dolore rivolto contro la piccola botte di "quercus petraea" (prevaricatrice suo malgrado, dei caratteri tipici del vitigno), viaggiando sui fili ad alta tensione della comunicazione di settore, pare sia arrivato a destinazione e cioè all'utente finale. Adesso l'eventuale appiattimento acritico sul tema, potrebbe dare l'abbrivio all'evolvere di una tendenza o anche di una moda.
Un caso emblematico di rifiuto a prescindere, qui di seguito, in riferimento a due vini degustati in finale serata.

Food time at home a base di: panocchie lesse, mazzancolle in guazzetto, risotto alla marinara, seppioline al forno.

Wine in complicity:


1) Marche igp passerina Rivafiorita '09 dell'az. Madonnabruna di Fermo: giallo paglierino scarico, fruttato e delicato al palato con finale leggermente amaricante, che gli da una marcia in più. 2) Falerio dei Colli Ascolani doc Creato '07 dell'agrivitivinicola S. Francesco di Acquaviva Picena (AP): riuscito ed apprezzato connubio di passerina, pecorino e trebbiano. 3) Collio doc sauvignon '07 di Renato Keber: note aromatiche evolute, bottiglia non perfetta. 4) Marche igt chardonnay Montalperti '05 dell'az. agr. Boccadigabbia di Civitanova Marche (MC): l'evidenza delle sensazioni vanigliate, al gusto ancor più che all'olfatto, fa storcere il naso a più d'uno dei convitati! a me invece, pare che abbia una sua logica; la struttura non imponente accanto alla nota predominante di crema pasticcera, se da un lato possono configurare un limite di complessità del vino, dall'altro lo predispongono alla portata di palati non molto allenati oppure allenati, ma momentaneamente disimpegnati; cascato a pennello col risotto alla marinara. 5) Marche igt chardonnay Reve '04 di Velenosi s.r.l. Ascoli Piceno: anche qui nasi storti! giallo ramato, grande struttura, complesso e impegnativo per le evidenze terziarie sopra le righe sommate alla nota ossidativa premaderizzante: vino da formaggi stagionati o anche da meditazione.
Fatto salvo l'uso e non l'abuso:" La Barrique non è Belzebù!".

venerdì 17 settembre 2010

Offida Pecorino Fiobbo '07 di Aurora

Credo nella stagionalità del vino, ossia al maggiore o minore gradimento quasi fisiologico di una tipologia, rispetto al mutare delle stagioni, della temperatura e delle diete prevalenti nel periodo di riferimento.
Così ad esempio d'estate, la scelta generalmente cade su vini di non grande spessore, da servire a temperature più basse di quella ambiente, che possano adeguatamente accompagnarsi a piatti leggeri.
Valgono considerazioni del tutto opposte per la stagione fredda.
Evidentemente, o forse meglio fisiologicamente, si tende a realizzare una proporzionalità diretta tra gli apporti calorici e proteici di cibo e vino.
Nella logica di questa premessa il Fiobbo '07 dell'azienda Aurora di Offida, si colloca esattamente a metà strada; interlocutorio e preparatorio, per passare con gradualità dai freschi e beverini vinelli estivi, alle grandi consistenze dei rossi autunnali.
Colore giallo paglierino, piuttosto luminoso, tendente al dorato. Note olfattive da uva sovramatura: frutta secca, datteri, confettura d'albicocca e anche una nota erbacea; evidente in questa fase la sensazione alcolica.
La scelta della leggera sovramaturazione, dovuta alla necessità di compensare con maggiori zuccheri, l'elevata acidità del vitigno, se nell'olfattiva forse penalizza per lo sviluppo quasi incontrollato di note eteree, all'esame gustativo invece paga: la bocca è ampia e complessa, di buona freschezza e mineralità; note fruttate, citrine e sapide si sovrappongono e si integrano bene con la struttura portante e con l'alcool, garantendo la persistenza delle sensazioni saporifere e olfattive.
Ottenuto da uve da agricoltura biologica, esprime i caratteri forti del vitigno, spiccata personalità e capacità di evolvere nel tempo.
Recentemente degustata anche l'annata '08; conferma in meglio i caratteri qui rilevati per la '07; il problema legato all'evidenza alcolica è stato superato, con conseguenti benefici per l'armonia complessiva del vino, che riesce in questa edizione, a coniugare possanza e morbidezza. Tra i migliori pecorini presentati nel corso di "Di Vino in Vino" 2010 ad Offida. Valutazione dell'annata '07: 6,5/10. Un paio di punti in più per la '08.
Offida Pecorino doc Fiobbo '07; alcool 14%; circa €10.
Azienda Aurora, Contrada Ciafone 98 - 63035 Offida (AP).

giovedì 9 settembre 2010

Corso di primo livello sommelier Ais


L'Associazione Sommelier Ais Marche, delegazione di Fermo, organizza a partire da lunedì 27 settembre 2010, il corso di primo livello di qualificazione professionale per sommelier.

Le lezioni si svolgeranno presso l'Hotel "Il Timone", via Kennedy, 63017Porto San Giorgio(FM) ed avranno il seguente programma:

Lunedì 27.09.10: La figura del Sommelier
Lunedì 04.10.10: Viticoltura
Mercoledì 06.10.10: Enologia. La Produzione del Vino
Mercoledì 13.10.10: Enologia. I Componenti del Vino
Mercoledì 20.10.10: Tecnica della degustazione. Esame visivo
Mercoledì 27.10.10: Tecnica della degustazione. Esame olfattivo
Mercoledì 03.11.10: Tecnica della Degustazione. Esame gustativo
Mercoledì 10.11.10: Enologia. Spumanti
Mercoledì 17.11.10: Enologia. Vini passiti e speciali
Mercoledì 24.11.10: Enografia nazionale e legislazione
Mercoledì 01.12.10: Birra
Martedì 07.12.10: I distillati e liquori
Mercoledì 15.12.10: Il servizio, le funzioni del sommelier
Sabato 18.12.10: Visita in cantina
Mercoledì 22.12.10: Autoverifica e appr. sulla degustazione

Le lezioni si svolgeranno dalle ore 20,30 alle ore 23,00 circa.

Direttore del corso: Somm. Prof. Stefano Isidori (tel. 333 5825397). Assistenti: somm. Diego Ciarrocca, Somm. Stefania Morbidelli.

Quota di partecipazione: € 420,00, comprende: la partecipazione al corso, il materiale didattico (libri di testo, quaderno di degustazione, la valigetta e i bicchieri), IVA e l’attestato di partecipazione.

Obbligatorio iscrizione all’Associazione: per l’anno 2010: € 80,00.

Per le iscrizioni rivolgersi al Direttore del Corso, Somm. Prof. Stefano Isidori (333 5825397).

La caparra confirmatoria da versare all’atto dell’iscrizione è di € 200,00 + € 80,00 per iscrizione all’Associazione.

lunedì 6 settembre 2010

Un vino marchigiano per il sushi, Enoteca Regionale Offida

La 19^ edizione di "Di Vino in Vino" ad Offida (AP) dal 3 al 6 settembre 2010, è stata occasione per avere un quadro di riferimento affidabile delle ultime annate e dell’andamento generale di produzione delle aziende locali.
All’interno dell’articolata manifestazione, si sono aperti anche spazi in cui le organizzazioni di settore come Olea, Slow Food e Ais, hanno dedicato approfondimenti a target più mirati.
Venerdì 3 settembre, degustazione guidata a cura dell’Ais Marche sul tema: "Sushi che fare? Scopriamo un vino marchigiano per il sushi".
Prevista inizialmente sulla terrazza dell’Enoteca Regionale e poi spostata all’interno della stessa, causa maltempo.
Francesco Felix dell’Ais Marche e Erminio Giudici noto ristoratore di S. Benedetto del Tronto ed esperto di cucina giapponese, alla presenza tra gli altri, del neo eletto Presidente Ais Marche Domenico Balducci, hanno relazionato da par loro e guidato il pubblico presente nell’individuare caratteri organolettici, contrasti ed affinità tra i vini proposti e il sushi in degustazione (Nighiri col salmone, California sushi, Philadelphia roll, accompagnati da tre salse a base di zenzero, soia, wasabi).
Sei i vini scelti per l’abbinamento, due mossi e quattro fermi:
1) Offida Passerina "Marta" brut metodo Charmat-Martinotti dell’azienda S. Giovanni di Offida (AP), giallo paglierino non molto intenso, luminoso, bollicina sottile e piacevole, fruttato.
2) "Perlugo" extra brut metodo classico da uve Verdicchio dell’azienda Pievalta di Maiolati Spontini (AN) proprietà della Barone Pizzini; giallo paglierino più carico rispetto al precedente, con una sfumatura verdolina, bollicine con grana superiore, aromi più evoluti già all’analisi olfattiva; equilibrato e morbido.
3) Offida Passerina '09 di Cantine D’Ercoli di Cossignano (AP), colore paglierino brillante, di non grande struttura, al gusto evidenzia note fruttate di pesca gialla, leggermente amaricante, non molto persistente.
4) Bianchello del Metauro '09 dell’azienda Curzi Stefano di Saltara (PU), luminoso ma dal paglierino non molto intenso, poco espressivo al naso, sostanzialmente un vino semplice ma gradevole.
5) Offida Pecorino "Montemisio" '09 dell’azienda Cantine di Castignano dell’omonimo comune in provincia di Ascoli Piceno, colore giallo paglierino non molto carico, buona sostanza estrattiva, al naso floreale di ginestra e nota di pera, salivazione più limacciosa e pronunciata dovuta a maggiore ricchezza minerale e sapidità.
6) Verdicchio di Matelica "Gegè" '08 dell’azienda Cavalieri di Benedetti Gabriele sita a Matelica (MC), struttura importante, intenso e complesso, al naso evidenzia nota ammandorlata, al gusto è pieno, fruttato, sapido e minerale, invoglia al secondo sorso, di mirabile equilibrio complessivo e morbidezza; il migliore della serie in senso assoluto.

A conclusione, dalla maggioranza dei presenti, è risultato preferito come ideale accompagnamento al sushi nature il numero 2; mentre per il sushi salsato il numero 6.

post correlato:
http://vinidiconfine.blogspot.it/2010/08/di-vino-in-vino-2010.html

domenica 29 agosto 2010

Vino, autenticità e trasparenza


Dando per scontato che per terroir di un vino, si intende la combinazione di contesto pedoclimatico e fattore umano, perché occuparsene?
Perché da questa combinazione dipende la diversità del prodotto: l’autenticità.
E’ la sottolineatura delle prerogative del territorio fisiologicamente legate al vino.
L’autenticità può essere l’elemento che paga, può fare la differenza in visione prospettica, tenuto conto dell’andamento dei consumi attuale e dei gusti omologati imposti dalla globalizzazione.

All’interno di uno stesso disegno sinergico, qualsiasi attività economica che punti a valorizzare le ricchezze locali, può dare un contributo di autenticità: iniziative turistiche, prodotti tipici e dell’artigianato, patrimonio artistico-culturale, ecc.
Così ad esempio un fenomeno come l’acquisto a km0 o l’attenzione posta sull’importanza della stagionalità, che potrebbero essere equivocati come un atrofizzarsi in un’economia autarchica e senza prospettive, sono in realtà anch’essi frutto della stessa pulsione verso la salvaguardia dell’autenticità, chiavi di lettura e soluzioni possibili delle criticità proposte dalla globalizzazione.
Una parte del settore vinicolo sembra prendere più coscienza dell’importanza della questione diversità, vitale per la sua sopravvivenza.
Si tratta di riuscire a trasferirla al mercato, agevolando l’utente nella conoscenza dei dati essenziali del tema.
Ad esempio attraverso un’efficace operazione di trasparenza e un adeguato utilizzo dei media.
Incentivare e motivare l’approccio consapevole all’acquisto, è essenziale per controbilanciare la mediocrità diffusa, presente nel sistema, sempre più teso a considerare il consumatore, semplice soggetto passivo in un mercato uniforme e malleabile.
La qualità del vino dipende anche dalla qualità del consumatore.

Scambio di opinioni tra blogger: http://www.vinix.it/myDocDetail.php?ID=4381