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venerdì 26 ottobre 2012

Arhonto ’09 Cabernet Sauvignon Montenegro

Uno sguardo oltre confine per testare territori e tradizioni vinicole meno note.
Nel caso di specie: Montenegro.
Regione di tradizione vinicola millenaria, che però è andata disperdendosi nel corso dei secoli.
C’è da considerare infatti che le decine di vitigni coltivati oggi in Europa, non sono altro che i pronipoti dell’unico vitigno impiantato circa duemila anni fa, per decisione dell’imperatore Probo, nei territori conquistati dalle legioni romane: il cosidetto “Heunisch”, così chiamato perché proveniente dal territorio abitato dagli Unni, ovvero dall’antica Illiria, di cui l’attuale Montenegro faceva parte.
Oggi questa antichissima tradizione vinicola montenegrina pare ritrovare vigore, per lo spirito d’iniziativa d’imprenditori e la passione di viticoltori.
Produzione limitata di sole 4000 bottiglie per questo vino di nicchia difficile da reperire sul mercato, ottenuto da uva Cabernet Sauvignon, affinato per 12 mesi in rovere di Slavonia.
Rosso rubino scuro, quasi nero.
Limpido, mediamente consistente, con qualche trasparenza sull’unghia.
Interessante bouquet di profumi, giocato su sensazioni lievemente affumicate, tabacco, cioccolato fondente e la tipica nota erbacea di peperone.
Di buona coerenza gustolfattiva, al palato è lineare, rotondo.
Una struttura di medio calibro, senza grip tannico nè freschezza, tuttavia evidenzia sensazioni di frutto nero maturo e, più marcate, sensazioni erbacee, speziature dolci, cannella, che gli consentono una discreta persistenza.
Sostanzialmente fine, autentico, d’espressione varietale tipica.

Montenegro Cabernet Sauvignon Arhonto ’09
alcool 13 % - circa € 20
Vinarija Krgovic – Rogami, Podgorica

Reperibile on line:
http://vinotekabeograd.com/categories.php?category=Izbor-po-vinariji/Crnogorske-vinarije/Vinarija-Krgovic

sabato 20 ottobre 2012

Barrique and chips

Potrei sottotitolare:  La legalizzazione dell’etichetta ingannevole”.
Perché di questo si tratta: una beffa per il consumatore enoico, che in etichetta trova l’indicazione relativa all’affinamento in legno, ma non quella dell’infusione di chips.
Il regolamento UE 1507/2006 disciplina l’utilizzo dei chips (trucioli enologici) nei vini, nel senso che li consente ad eccezione che nei vini di qualità (in Italia: Docg e Doc).
Però l’azienda vinicola che ne faccia uso, non è obbligata ad indicarlo in etichetta, nonostante a suo tempo numerose furono le opposizioni a tale disposizione (in pratica esse vertevano sull’obbligo di specificare in etichetta la dicitura: “vino aromatizzato con trucioli enologici).
Il rigetto di tali istanze fu giustificato dal fatto che i chips non potevano essere considerati come ingredienti aromatici.
Decisione perlomeno discutibile, poiché i trucioli in realtà cedono aromi, come ad esempio acido vanilico e acido siringico, trasmettendo costituenti del legno di quercia.
Non solo, attualmente sono disponibili sul mercato, kit di diverse specie botaniche in grado di conferire svariate aromatizzazioni, non solo di quercia.
Conseguenza diretta di questa voluta opacità delle modalità di commercializzazione: la drastica diminuzione d’importazioni di barrique in Italia, nonostante i chips siano consentiti solo ai vini di fascia bassa o medio bassa, che di solito non sono rifiniti in barrique.
Tutt’altra cosa è il tradizionale affinamento in legno, che non è aggiunta di aromi, ma è scambio complesso di reazioni ossidative dovute alla microssigenazione.

Al fine di superare gli ostacoli interpretativi e recuperare trasparenza, da più parti si avanzano proposte per inserire tali vini o pseudovini truciolizzati, nell’ambito dei “vini aromatizzati” o “bevande aromatizzate a base di vino”.
Ipotesi questa sostenuta in particolare dal dott. Claudio Modesti, sommelier Ais, che la argomenta nel n° 27 della rivista quadrimestrale “Sommeliers Marche Magazine” edita da Ais Marche.
In sostanza si può oggi affermare che sono in circolazione vini o pseudovini truciolizzati, all’insaputa del fruitore finale, che non è messo nelle condizioni di scegliere.
Qual è la ratio di tutto ciò?
Alla luce di altri indizi significativi (ad esempio la nuova disciplina UE in materia di vino biologico che tra l’altro non consente l’indicazione in etichetta delle percentuali di solfiti:
http://vinidiconfine.blogspot.it/2012/02/nuova-disciplina-ue-in-materia-di-vino.html ),
credo si possa concludere che sia in atto oggi a livello comunitario, un tentativo di omologazione delle produzioni verso il basso, invece di perseguire l’obiettivo di un riallineamento con quelle più avanzate e di tradizione consolidata.
L’esistenza stessa di siffatte norme può dar luogo a pericolosi contraccolpi per l’intero settore, poiché esse legittimano nel viticoltore l’idea dell’opportunità e convenienza di tali scorciatoie.
L’impressione cioè, è che finora in Europa si stia procedendo al contrario, abbassando il livello di qualità di tutto il comparto agroalimentare, non per sostenere il mercato ma per deprimerlo.
Ciò a mio parere finirebbe per penalizzare le distintività, salvaguardando invece gl'interessi particolari di chi propina spazzatura alimentare ed enoica.

approfondimento:
http://ilfattaccio.org/2012/09/15/addio-sovraita-alimentare-monti-dichiara-illegale-lagricoltura-a-kilometro-zero/

lunedì 15 ottobre 2012

Marche rosso Ozio '00, Cameli Irene

Ottenuto in gran parte da uva Montepulciano, questo vino offre lo spunto per una sorta di verifica sulle capacità di tenuta del vitigno.
Si presenta rosso granato uniforme, compatto, non luminoso.
Intrigante è l’impatto olfattivo.
Ampio, complesso e variegato da un lato, diretto e verticale dall’altro.
In evidenza note terziarie e speziate (pepe nero, chiodi di garofano), cuoio, humus e sottobosco, frutto nero stramaturo e amarena in confettura: il tutto avvolto da una parte alcolica ancora molto presente.
Al gusto la situazione è più complicata.
In un primo momento il ricco bouquet di profumi, pare solo parzialmente confermarsi.
In seconda battuta, dopo prolungata ossigenazione, le dinamiche si attivano, trova la giusta espressione e l’intero quadro ne beneficia.
I toni speziati, predominanti all’olfazione, sembrano ora meno incisivi.
Più evidenti le sensazioni di frutto macerato, confettura, liquirizia, cacao amaro.
La nota erbacea di sottofondo, presupporrebbe piccole percentuali di uve internazionali o comunque altro vitigno integrativo.
Questo complesso di sensazioni, unito ad una certa freschezza ed all'astringenza tannica, sbilanciano di poco gli equilibri sulle parti dure.
Mediamente persistente.
L'impressione finale è quella di un vino equilibrato, fine, probabilmente al top della maturità e del potenziale evolutivo.
la bottiglia faceva parte della collezione personale del proprietario
Marche rosso igt ’00 Ozio - alcool 14% - circa € 13.
Azienda agricola Cameli Irene - Contrada Gaico, 19 Castorano (AP)
http://www.vinorossomarche.it/
Ozio '15 degustato qui:

mercoledì 10 ottobre 2012

Slow Wine 2013, Marche

La lista dei vini marchigiani premiati dalla Guida Slow Wine 2013 che sarà presentata ufficialmente il 28 ottobre prossimo a Torino nel corso del Salone del Gusto.
In questa occasione presso la Rampa Nord del Lingotto, domenica 28 a partire dalle ore 15:00, andranno in degustazione oltre 1000 etichette.
Con il biglietto d'ingresso alla degustazione, in omaggio la Guida Slow Wine 2013.
Per acquistare biglietto d'ingresso alla degustazione: http://eventistore.slowfood.it/pagine/ita/store/evento.lasso?cod=SW12
Vini bianchi
Vini Slow
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Il Cantico della Figura 2009 - Andrea Felici
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Misco 2010 - Tenuta di Tavignano
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Salmariano Ris. 2009 - Marotti Campi
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. San Paolo Ris. 2009 - Pievalta
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. La Rincrocca 2010 - La Staffa
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. San Michele 2010 - Vallerosa Bonci
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Vigneto del Balluccio 2011 - Tenuta dell'Ugolino
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Tosius 2010 - Ma.Ri.Ca.
Verdicchio di Matelica Mirum Ris. 2010 - Fattoria La Monacesca
Offida Pecorino Ciprea 2011 - Poderi Capecci San Savino
[commento a cura Slow Wine tratto dal sito: http://www.slowfood.it/slowine/pagine/ita/parliamodi.lasso?id_edit=1197
“ Alcune Riserve - suddivise nelle due denominazioni, quella storica e quella di nuova introduzione (Castelli di Jesi Verdicchio Riserva) - di grandissimo pregio: teso, asciutto e dinamico il Cantico della Figura; solido, ampio e molto varietale il Misco; intensamente floreale, succoso e di ottima intensità minerale il Salmariano; rigoroso, austero e profondamente sapido il San Paolo. Si aggiungono quattro Verdicchio Superiore più giovani ma non meno complessi e compiuti: progressivo, dinamico e pieno di personalità il La Rincrocca; esemplare espressione della riva destra dell'Esino il San Michele, incisivo e slanciato; profondo, disteso e salino il Vigneto del Balluccio; di esemplare equilibrio tra eleganza e ricchezza il Tosius. Dal territorio di Matelica la conferma di un ennesimo grande Mirum, profondo, dinamico e cremoso, di grande evoluzione. Infine dal Piceno il Pecorino Ciprea di Simone Capecci, un vino capace di esaltare al massimo la varietà con uno stile nitido e tonico, di grande freschezza e profondità ”.]
Grandi Vini
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Stefano Antonucci 2010 - Santa Barbara
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Podium 2010 - Garofoli
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Vecchie Vigne 2010 - Umani Ronchi
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Villa Bucci Ris. 2009 - Bucci
Offida Pecorino Villa Angela 2011 - Velenosi
Vini Quotidiani
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Andrea Felici 2011 - Andrea Felici
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Macrina 2011 - Garofoli
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Ylice 2011 - Poderi Mattioli
Verdicchio dei Castelli di Jesi Di Gino 2011 - Fattoria San Lorenzo
Verdicchio di Matelica Terra Vignata 2011 - Borgo Paglianetto
Offida Pecorino Artemisia 2011 - Tenuta Spinelli
Offida Pecorino Kiara 2011 - San Giovanni
Offida Pecorino Fiobbo 2010 - Aurora
Tra i Metodo Classico italiani che meritano segnalazione.

Verdicchio dei Castelli di Jesi Brut Ubaldo Rosi Ris. 2006 di Colonnara
http://www.slowfood.it/slowine/pagine/ita/parliamodi.lasso?id_edit=1178
Vini rossi
Vini Slow
Valturio 2010 - Valturio
Conero Dorico Ris. 2008 - Moroder
Barricadiero 2010 – Aurora
[commento a cura Slow Wine tratto dal sito: http://www.slowfood.it/slowine/pagine/ita/parliamodi.lasso?id_edit=1207
Valturio è un altro ottimo Sangiovese di montagna, proveniente dal territorio sperduto di Macerata Feltria, un angolo di Marche che respira l'aria della Romagna; un vino fine ed equilibrato, dal sorso vivo e dal gusto complesso che non perde mai la tensione che lo rende elegante. Si riconferma il Dorico, ottimo esempio di Montepulciano del Conero vinificato con eleganza: tornito e senza eccessi di struttura, unisce la polposità del frutto con il tratto gustativo sobrio e non pesante, in continua tensione. Infine una delle migliori versioni di sempre di Barricadiero (Montepulciano con piccolo saldo di Merlot), vino simbolo di Aurora: offre frutto succoso e croccante, con un palato energico e robusto e con una fitta tannicità che lo rende profondo e progressivo”.]
Grandi Vini
Kurni 2010 - Oasi degli Angeli
[commento a cura Slow Wine tratto dal sito: http://www.slowfood.it/slowine/pagine/ita/parliamodi.lasso?id_edit=1207
Kurni è l'inconfondibile versione di Montepulciano che da anni ci propongono Marco Casolanetti ed Eleonora Rossi. Questo millesimo ci sembra uno dei migliori di sempre, meno concentrato e più elegante del solito senza mai perdere quell'esaltazione del frutto e quella complessità gustativa che lo hanno sempre contraddistinto. Un'interpretazione di Montepulciano unica e inimitabile, figlia di una viticoltura attentissima e storicamente naturale".]
Vini Quotidiani
L'Intruso 2009 - Piergiovanni Giusti
Rosso Conero Moroder 2009 - Moroder
Rosso Piceno Sup. 2010 - Clara Marcelli
Rosso Piceno Sup. 2009 - Tenuta de Angelis
Rosso Piceno Sup. Brecciarolo 2009 – Velenosi
Legenda
Vino Slow (tipicità, riconducibilità a vitigno e territorio).
Grande Vino (livello assoluto).
Vino Quotidiano (qualità-prezzo).

sabato 6 ottobre 2012

Rosso Piceno superiore Katharsis '08, Azienda Agricola S. Filippo

L’area di produzione del Rosso Piceno nella tipologia Superiore occupa gran parte della provincia di Ascoli Piceno (all’incirca 13 comuni).
Fa riferimento ad un’estensione territoriale di gran lunga inferiore a quella dell’intera doc Rosso Piceno, che è la denominazione più vasta della regione Marche, in quanto va ad incidere sul territorio di ben 4 provincie: Ancona (esclusa l’area della doc Rosso Conero), Macerata, Fermo, Ascoli Piceno.
In pratica il termine Superiore intende salvaguardare e delimitare l'areale storicamente vocato.

Questo Rosso Piceno Superiore Katharsis '08 dell’Azienda S. Filippo, è quanto di più tipico e tradizionale ci si possa aspettare.
Ottenuto com’è ovvio da uve Montepulciano e Sangiovese, si presenta di color rosso tendente al granato.
Di media consistenza.
Dà immediatamente l’idea di un vino non estremamente concentrato.
Al naso sprigiona un bel bouquet di profumi, inizialmente giocato su note d'amarena ed erbacee.
Poi dopo breve ossigenazione acquista una certa complessità: cuoio, frutto nero macerato, carruba e anche tracce floreali in appassimento.
Al gusto è giocato prevalentemente su toni morbidi, sufficientemente fresco e sapido, con tannino ben integrato.
La nota d’amarena avvertibile all’attacco, lascia ben presto spazio a toni più maturi di tabacco, caffè, rimandi di rovere antico.
Mediamente persistente.
La buona complessità avvertita in fase d'olfazione resta solo in parte confermata.
Mi pare di poter dire che siamo di fronte ad un vino di non grande spessore né muscolare, tuttavia in grado di fotografare al meglio i caratteri tipici della Doc.
Vino "quotidiano" dall'ottimo rapporto qualità-prezzo.

Degustata anche l’annata ’09: ugualmente tipico e bevibile, con caratteri lievemente meno maturi, dovuti sia all’annata che al rinnovo delle attrezzature d’affinamento.

Rosso Piceno superiore ’08 Katharsis - alcool 13,5% - circa € 8.
Prodotto con uve biologiche, controllato da organismo autorizzato MiPAAF IT Bio 004, operatore controllato n° 17376.
Società Agribiologica S. Filippo
contrada Ciafone 17/A, località Borgo Miriam, Offida (AP).
http://www.vinisanfilippo.it/

lunedì 1 ottobre 2012

Marche rosso Solo '08, Fattoria Dezi

Sangiovese in purezza e vino di punta, insieme all'altro cavallo di battaglia "Regina del Bosco",
dell’azienda condotta da Stefano e Davide Dezi in quel di Servigliano (Fm).

Rosso rubino scuro, compatto, consistente, non limpidissimo, non filtrato e con abbondante residuo rilevato a fine degustazione.
Immediati al primo impatto olfattivo, emergono caratteri di finezza, rotondità, armonia, rilevabili anche nelle successive fasi.
Nota alcolica importante, anche fin troppo avvolgente ed in parte coprente, almeno ad un primo step.
Sensazioni floreali in bella evidenza e prevalenti sul fruttato di mora.
In sottofondo anche lieve sensazione catramosa.

Al gusto l’attacco iniziale è contraddistinto da sfumature dolciastre d’amarena.
Successivamente trovano spazio fiori in appassimento, note erbacee di peperone, tabacco da pipa, anche frutti rossi e neri non stramaturi e marasca.

Indubbiamente è vino di notevole stazza, destinato al lungo invecchiamento; tuttavia quest'annata appare non muscolare, non gridata, declinata nel senso dell’espressività non debordante, dell’eleganza, dell’equilibrio tra parti dure e morbide.
Tannino vellutato e una freschezza appena percettibile, finiscono per ridimensionare in parte il grip di persistenza.
Per quanto riguarda l'abbinamento: tagliatelle ai funghi porcini, carni bianche, anatra al forno, formaggi semi stagionati o anche stagionati, ma non piccanti.

Marche rosso igt '08 Solo - alcool 14,5% - circa € 28.
Fattoria Dezi
contrada Fontemaggio 14, Servigliano (Fm)
tel: 0734 710090 - mob: 348 4930312