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venerdì 30 dicembre 2022

Amarone della Valpolicella, basic info

Così come qualsiasi altro vino italiano a denominazione d'origine, anche l'Amarone di Valpolicella ha come riferimento normativo un disciplinare di produzione, che norma praticamente tutto, dalla vigna alla tavola.
Le denominazioni d'origine sono istituite con Decreto Ministeriale e i relativi disciplinari di produzione diventano legge dello Stato con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
La Denominazione d'Origine Controllata e Garantita (Docg) Amarone della Valpolicella fu istituita nel 2010, ma già dal 1968 la tipologia Amarone faceva parte della Denominazione d'Origine Controllata (Doc) Valpolicella istituita appunto in quell'anno.
Il prestigio conquistato dall'Amarone sui mercati nel corso degli anni, indusse il Consorzio di Tutela ad intraprendere iniziativa per l'istituzione di una Denominazione apposita, che disciplinasse Amarone autonomamente rispetto alle altre tipologie di Valpolicella.
La zona di produzione della Docg copre l'intera fascia pedemontana della provincia di Verona, estendendosi dal lago di Garda, fino quasi al confine con la provincia di Vicenza; comprende in tutto o in parte il territorio amministrativo di una ventina di comuni della provincia.
Le tipologie previste sono 4:
- Amarone della Valpolicella.
- Amarone della Valpolicella Valpantena, dove Valpantena rappresenta una sottozona della macroarea sopra descritta.
- Amarone della Valpolicella Classico, dove tale menzione sta ad indicare e circoscrivere l'area storicamente vocata, corrispondente al territorio amministrativo di 5 comuni della macroarea sopra descritta (Marano, Fumane, Negrar, Sant'Ambrogio, San Pietro in Cariano).
- Amarone della Valpolicella Riserva; per tale tipologia è richiesto un periodo d'invecchiamento obbligatorio minimo di 4 anni a partire da 1 novembre dell'anno della vendemmia, quindi doppio rispetto al periodo d'invecchiamento obbligatorio minimo richiesto per la tipologia normale, che infatti è di due anni a partire da 1 gennaio successivo all'anno di vendemmia.
Base ampelografica:
Corvina e/o Corvinone fino a un massimale del 95%, Rondinella fino a un massimale del 30%.
Sono tuttavia consentite altre uve a bacca rossa di cui è ammessa la coltivazione in provincia di Verona, autoctone o non autoctone, fino a un massimale del 25% complessivo di entrambe le categorie.
Caratteristiche fondamentali dell'Amarone sono l'utilizzo di uve locali, esclusive di questo territorio, e il fatto che queste uve sono sottoposte ad appassimento.
L'appassimento dura pochi mesi, circa 100-120 giorni, ma il Consorzio di Tutela può autorizzare periodi più brevi in relazione all'andamento meteo.
L'appassimento ha la funzione di disidratare gli acini, ridurre i liquidi, concentrare gli zuccheri.
La ricchezza zuccherina ottenuta, determinerà poi una fase di fermentazione prolungata, molto lenta, che può protrarsi anche per 40-60 giorni, determinerà inoltre l'elevato tenore alcolico, che da disciplinare non può essere inferiore a 14°, ma ormai è quasi impossibile trovare Amarone sotto i 15°.
Gli zuccheri di partenza, nonostante vengano quasi completamente svolti in fermentazione, incidono tuttavia sullo stile del vino, conferiscono morbidezza, avvolgenza, spessore materico, accentuando marcatori ben lontani dall'amaro che pure è nel nome del vino.
La storia del nome Amarone si fa risalire agli anni '30 ed è legata ad un errore nella produzione del Recioto.
Il Recioto di Valpolicella è un vino dolce, ottenuto dalle uve locali sopra descritte e sottoposte ad appassimento; la fase di fermentazione è breve, in modo da non svolgere tutti gli zuccheri e consentire un grado zuccherino elevato, pari o superiore a 46 grammi/litro, indispensabile per ottenere un vino dolce.
In quel tempo, siamo intorno alla metà degli anni '30, un cantiniere, tal Adelino Lucchese, dimenticò in cantina una botte di Recioto, che rimase lì per qualche anno.
Quando il cantiniere e l'enologo Gaetano Dall'Ora se ne accorsero, temettero che quel vino fosse andato a male, ma dopo averlo assaggiato si resero conto di stare di fronte a qualcosa di "monumentale": gli zuccheri erano stati svolti, la fermentazione completata, il vino in origine dolce era diventato secco, acquistato corpo, struttura, potenza, la dolcezza originaria aveva conferito eleganza e morbidezza.
Decisero quindi di commercializzarlo con il nome Amarone, proprio perchè era derivato da un errore di produzione di un vino dolce come il Recioto, che di fatto può essere considerato come il patrigno dell'Amarone.
Amarone della Valpolicella, best italian wine.
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