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domenica 6 ottobre 2019

Slow Wine 2020, regione Marche

Le etichette della regione Marche segnalate con un riconoscimento dalla guida Slow Wine 2020 di Slow Food Editore.
VINO SLOW
Arshura 2016, Valter Mattoni
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Rincrocca 2016, La Staffa
Falerio Pecorino Onirocep 2018, Pantaleone
Offida Pecorino 2018, Tenuta Santori
Offida Rosso Barricadiero 2016, Aurora
Offida Rosso 2015, La Valle del Sole
Piceno 2017, Emanuele Dianetti
Piceno Sup. Morellone 2015, Le Caniette
Rosso Piceno Sup. Vigna Monteprandone 2017, Saladini Pilastri
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Capovolto 2018, La Marca di San Michele
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Dominé Chiesa del Pozzo 2018, Pievalta
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Qudì 2017, Roberto Venturi
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Villa Torre 2018, Tenuta di Tavignano
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Ylice 2017, Poderi Mattioli
Verdicchio di Matelica Collestefano 2018, Collestefano
Verdicchio di Matelica Gegè 2016, Cavalieri
GRANDE VINO
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Salmariano 2016, Marotti Campi
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Serra Fiorese 2015, Gioacchino Garofoli
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Tardivo Ma Non Tardo 2017, Santa Barbara
Castelli di Jesi Verdicchio Ris. Cl. Vigna Il Cantico della Figura 2016, Andrea Felici
Conero Campo San Giorgio 2015, Umani Ronchi
Falerio Pecorino Franco 2018, Officina del Sole
Falerio Pecorino Servigliano P 2017, Fattoria Dezi
Kurni 2017, Oasi degli Angeli
Offida Rosso Ludi 2016, Velenosi
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Grancasale 2017, Casalfarneto
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Talliano 2018, Mancini
Verdicchio di Matelica 2018, Colpaola
Verdicchio di Matelica Cambrugiano Ris. 2016, Cantine Belisario
Verdicchio di Matelica Jera Ris. 2015, Borgo Paglianetto
Verdicchio di Matelica Millo Ris. 2016, Marco Gatti
Verdicchio di Matelica Senex Ris. 2010, Bisci
VINO QUOTIDIANO
Lacrima di Morro d’Alba Da Sempre 2018, Vicari
Lacrima di Morro d´Alba Fiore 2018, Lucchetti
Offida Pecorino 2018, Campo di Maggio
Pergola Aleatico Vernaculum 2018, Fattoria Villa Ligi
Rosso Piceno Sup. Katharsis 2017, San Filippo
Verdicchio Castelli di Jesi Cl. Sup. Luzano 2018, Marotti Campi
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Le Piaole 2018, Tenuta dell’Ugolino
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Lyricus 2018, Colonnara
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Arsicci 2018, Fattoria Nannì
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. La Staffa 2018, La Staffa
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Pievalta 2018, Pievalta
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. San Nicolò 2018, Brunori
Verdicchio dei Castelli di Jesi Di Gino 2018, Fattoria San Lorenzo
Verdicchio di Matelica Del Cerro 2018, Cantine Belisario
Verdicchio di Matelica Terra Vignata 2018, Borgo Paglianetto
Verdicchio di Matelica Villa Marilla 2018, Marco Gatti
=legenda=
Vino Slow (tipicità, riconducibilità a vitigno e territorio)
Grande Vino (livello assoluto)
Vino Quotidiano (qualità-prezzo)
Le etichette premiate che vedete qui elencate potrete trovarle in degustazione a Montecatini Terme (Pt) il 12 ottobre 2019. Per non perdere il grande evento di presentazione della guida cliccare qui:
https://www.slowfoodeditore.it/it/guide-slow/slow-wine-2020-montecatini-9788884991234-850.html
Commento a cura di redazione Slow Wine:
Dieci anni fa, agli inizi della nostra avventura editoriale, le Marche si presentavano quasi monocolore e monovitigno. Il Verdicchio monopolizzava l’attenzione con una qualità media già elevata, con etichette intriganti e con una classicità produttiva ben radicata. I rossi da uve montepulciano presentavano invece ancora un’evidente opulenza e ricchezza strutturale, e la finezza era relegata a poche etichette. Cosa è successo in questo lasso di tempo? Innanzitutto è doveroso evidenziare l’allargamento della base produttiva: tanti nuovi piccoli produttori, in genere aziende famigliari o giovani che hanno scelto di investire nella viticoltura, sono la dimostrazione che nella regione c’è attivismo e soprattutto c’è fiducia per i progetti viticoli. Secondariamente annotiamo che le Marche del vino a distanza di 10 anni sono molto più bio: la quasi totalità delle aziende che Slow Wine visita ogni edizione ha intrapreso o concluso il percorso di conversione al biologico. Esaminando invece la qualità, oggi le Marche del vino ragionano al plurale. Il comparto del Verdicchio ha continuato sulla strada dell’ascesa qualitativa, ma al fianco di quella che abbiamo definito classicità espressiva oggi possiamo annoverare un’ampiezza di interpretazioni senza precedenti, con tanta voglia di continuare a sperimentare e crescere. Dal canto suo il Piceno ha consolidato la leadership del Pecorino, mettendo a fuoco una migliore interpretazione varietale. Le due più importanti novità sono legate al panorama dei vini rossi e ai vitigni autoctoni di minore diffusione. Nel primo caso è sicuramente aumentata la consapevolezza che l’opulenza e la sovraestrazione tannica sono valori che, in questo momento storico del vino mondiale, non incontrano più il favore del pubblico. Ciò che era quotidianità nel 2010 non lo è più oggi, e si ricercano vini di minore potenza e maggiore equilibrio e facilità di beva. Sicuramente il Piceno si è mosso con maggiore rapidità in questo senso, ma anche nel resto della regione ci sono segnali incoraggianti. Sul fronte autoctoni è indubbia la crescita intrapresa dal lacrima di Morro, dal ribona, dalla vernaccia di Pergola e dalla vernaccia di Serrapetrona. Le aziende stanno investendo su questi vitigni, compiendo un attento lavoro di ricerca: è aumentata la sensibilità tecnica al fine di garantire vinificazioni sempre più rispettose dei caratteri varietali e sono migliorati i risultati oggettivi, soprattutto nel comprensorio del Lacrima di Morro d’Alba e in qualche caso anche in quello del Ribona, dove è ancora evidente una forte diversità interpretativa. I territori del Pergola e di Serrapetrona hanno dimensioni e volumi produttivi ridotti, ma le potenzialità sono molte, e i risultati che si stanno intravvedendo sono un segnale di forte incoraggiamento. Dopo 10 anni di Slow Wine quindi le Marche del vino mostrano una faccia più solare, più rilassata: ci sono qualità diffusa e una maggiore attenzione dei consumatori verso questi territori, ma ciò non deve illudere i vignaioli, poiché il lavoro da fare è ancora molto e bisogna profondere sempre più energie.
( fonte: https://www.slowfood.it/slowine/riconoscimenti-slow-wine-2020-marche/ ) 

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