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giovedì 23 giugno 2016

Dati export vino penalizzano regioni sud. Introdurre codici di nomenclatura combinata.

Conferenza Stampa del Sen. Dario Stefàno
"Calcolo dati export su vino: regioni del sud penalizzate"
Giovedì 23 giugno 2016 alle ore 11.30
Sala Nassirya - Senato della Repubblica
Piazza Madama - ROMA

Il senatore Dario Stefàno ha proposto una soluzione per sanare la distorsione, generata da imprecisioni nel calcolo dei dati relativi all'export nel settore vinicolo, che danneggia alcune regioni Italiane, soprattutto al Sud.
A seguito di una segnalazione - spiega Stefàno - ho effettuato un approfondimento dei report pubblicati da Ismea e da Wine Monitor/Nomisma sull’evoluzione del sistema vitivinicolo con il focus sull'export delle regioni italiane e ho fatto una spiacevole scoperta. Alcune imprecisioni nel calcolo di dati e percentuali penalizzano le regioni del Sud come la Puglia. Intendo, pertanto, impegnare il Governo nazionale ad un intervento urgente per non vedere mortificato il grande lavoro che alcune regioni, come appunto la Puglia o la Sicilia, hanno da tempo coraggiosamente portato avanti nel settore vinicolo, sia a livello politico che nell’impegno imprenditoriale. Ho sviluppato una possibile soluzione al problema per sanare questa criticità”.
Con il senatore Dario Stefàno, è intervenuto il giornalista Andrea Gabbrielli.
comunicato stampa
CALCOLO DATI EXPORT SU VINO, REGIONI DEL SUD PENALIZZATE
Stefàno: “L’origine del prodotti per sanare un’ingiustizia: un tavolo tecnico che coinvolga anche il governo”

Dall’importante lavoro svolto da Ismea e di Wine Monitor - Nomisma, sull’export vinicolo delle regioni italiane, emerge quella che a mio avviso è un’evidente ingiustizia, tutta a scapito del Sud e soprattutto a svantaggio di regioni come la Puglia o la Sicilia. I codici di nomenclatura possono aiutare a “tracciare” gli scambi e ricostruire dati più aderenti al vero”. Lo ha dichiarato oggi in conferenza stampa, convocata per le 11:30 nella Sala Nassirya di Palazzo Madama, il senatore Dario Stefàno a proposito del calcolo dei dati export del vino, attraverso cui si evidenzia una mancata corrispondenza tra il luogo di origine del prodotto e la località di sdoganamento.

Non mettiamo in discussione il prezioso e puntuale lavoro di Ismea - precisa Stefàno - puntiamo invece i riflettori su quella che appare come una “pigrizia burocratica” che va a pregiudicare le performance di alcune ragioni tra le quali la Puglia”.

Basta osservare - ha proseguito Stefàno – dal punto di vista statistico, l'incremento della propensione all’export della regione dove avviene lo sdoganamento, a scapito appunto di quella di origine. È il caso palese di regioni come il Piemonte e il Trentino, dove tale propensione è a 3 cifre percentuali (rispettivamente 141% e 173%). Quindi - continua Stefàno - se è logico che una regione non possa esportare più del 100% di quanto produce, come opportunamente segnalato nello stesso report di ISMEA, tuttavia da questa percentuale "dopata" scaturiscono e si determinano ricadute penalizzanti e pesanti per interi territori. Una su tutte, la ripartizione dei fondi OCM vino che costruisce le sue determinazioni avvalendosi anche dei dati Istat (come quelli in questione) fino ad arrivare a possibili interessi di appeal commerciali o per investimenti che i privati potrebbero realizzare e che le attuali evidenze statistiche, per alcuni casi, potrebbero addirittura scoraggiare”.

Per sanare questa distorsione della lente statistica - aggiunge Stefàno - intendo proporre la convocazione di un tavolo tecnico presso il MIPAAF, coadiuvato da ISMEA, Agenzia delle Dogane e ISTAT, affinché vengano redatti, per le regioni mancanti, i codici di nomenclatura combinata mediante i quali sarà possibile ricostruire il vero dato circa la propensione all'export delle regioni nonché contribuire a migliorare il sistema di informazioni su tali scambi”. “Un’ iniziativa – conclude Stefàno – che ribadisce la centralità e l’importanza dell'origine dei prodotti, sulla quale l'Italia non può permettersi alcun tentennamento”.

"Siamo in presenza - afferma Andrea Gabbrielli, intervenuto accanto a Stefàno in conferenza - di un paradosso: più cresce l’export di vino del Sud, più cresce la propensione all’export delle regioni del nord dalla logistica più sviluppata. Infatti l’attuale sistema di rilevazione dei dati export fa riferimento al luogo di sdoganamento e di fatto non tiene conto dell’origine del prodotto. Tutto ciò risulta particolarmente penalizzante per tutte le regioni meridionali e in particolare Puglia e Sicilia, che in questi anni hanno fatto grandi sforzi per l’internazionalizzazione. Si tratta di riconoscere, anche dal punto di vista statistico, questa realtà dei fatti. Il vino italiano è competitivo perché tutti contribuiscono al suo successo nello stesso modo".

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