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domenica 4 settembre 2011

Web e vino, rapporto in divenire.

Convegno sul tema delle nuove comunicazioni applicate al comparto vinicolo, svoltosi sabato 3 settembre ad Offida (AP) nel corso di "Di Vino in Vino 2011".
Hanno relazionato blogger ed esperti di settore:
Jacopo Cossater www.enoicheillusioni.com
Corrado Dottori www.ladistesa.it
Mauro Erro ilviandantebevitore.blogspot.com
Giovanni Arcari terrauomocielo.org
Fiorenzo Sartore etilicamente.blog.unita.it
Alessandro Morichetti www.intravino.com
Il dibattito ha cercato di analizzare le prospettive di sviluppo del rapporto tra vino e web alla luce delle problematiche esistenti.
A tale proposito è stato sottolineato come, nonostante si intravedano positivi segnali, tale rapporto in verità sia ancora di là dal consolidarsi e fatte rilevare alcune criticità che ne ostacolano la realizzazione:
- l'opacità della rete, che può disincentivare eventuali rapporti di collaborazione con aziende vinicole interessate a percorsi di promozione on line
- l'insufficiente assimilazione degli aspetti social del web da parte di aziende e produttori, pur interessati al fenomeno web, ma ancora legati a modelli di comunicazione di tipo verticale e meno coinvolti nell'approccio interattivo di tipo orizzontale che è elemento indispensabile per attivare le dinamiche della rete.

Per tentare di superare tali criticità, può a mio parere essere utile, anche se non sufficiente, dare una definizione del ruolo del blogger ed inquadrarne la funzione, perchè esso è figura centrale, che detiene gli strumenti d'attivazione di tali dinamiche.
L'attività del blogger o wine blogger nello specifico, ha una fisionomia particolare, perchè è servizio d'informazione pubblico, allarga a bacini d'utenza vasti, consente la partecipazione attiva degli utenti, pur essendo caratterizzata dal timbro identitario dell'autore.
Di fatto questa figura di comunicatore tecnologico è un polo aggregatore di persone attorno ad argomenti di comune interesse: attraverso questi, attiva il meccanismo dell'interazione, che genera comunicazione.
Egli propone contenuti, sollecita quotidianamente sulle varie tematiche del settore, dà e riceve visibilità, crea bacino d'utenza e in conseguenza di ciò, apre in ultima istanza anche opportunità di business.
Quindi a mio parere, sarebbe riduttivo considerarlo come uno strumento a disposizione di terzi per la promozione diretta di un prodotto o di un'attività, oppure come un semplice organo d'informazione on line, poichè in realtà svolge una funzione che va al di là dell'argomento trattato: una funzione di catalizzatore, che vivifica quotidianamente l'interesse per il settore e per la rete.
Altre considerazioni sul tema, a questo indirizzo:

2 commenti:

  1. Analisi giusta, che sottoscrivo. Ieri abbiamo cercato di fare un po' di ordine su alcuni concetti ma, inevitabilmente, ogni discussione ne apriva un'altra, ancora ed ancora. Spero possa essere stato uno spunto per approfondire e per cercare di approcciare i contenuti online con maggiore consapevolezza. Chissà.

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  2. Dal dibattito scaturito, mi sembra emerga il fatto che comparto e blogosfera enoici si cerchino ma non si trovino. Probabilmente perchè non si ha consapevolezza del fatto che quando s'incontrano sui temi della comunicazione on line, non vengono a trovarsi su uno stesso piano; allo stesso modo come, ma a parti invertite, quando s'incontrano in cantina (salvo i casi in cui un soggetto ricopra entrambi i ruoli).
    Ciò mi serve per capire e quindi in un certo senso giustificare, come da un lato aziende e produttori sembrino attratti dai meccanismi di comunicazione on line (di cui evidentemente percepiscono il potenziale) e dall'altro manifestino invece una certa "esitation" ad intraprendere in questo settore.
    La mia impressione è che essi si propongano innanzitutto di verificare l'affidabilità della rete e poi anche cerchino al suo interno delle risposte o delle indicazioni per individuare e risolvere i motivi alla base delle loro titubanze.
    A questo proposito ne segnalerei un paio: 1) la tendenza a sovrapporre comunicazione on line e comunicazione tradizionale, concependole come alternative. 2) la difficoltà di gestione dei contenuti generati in rete e il conseguente rischio per l'utilizzatore, di essere in balìa del sistema e perderne il controllo (aspetto questo strettamente legato all'impostazione della rete, concepita come una struttura assolutamente aperta).
    Sul primo punto direi che un buon progetto di comunicazione, dovrebbe riuscire ad integrare modello tradizionale e modello innovativo, laddove quest'ultimo ottimizza e rende più efficace il primo.
    Sul secondo a me sembra che armi di contrasto ad oggi non ce ne siano. E forse non ce ne saranno mai. Perchè mettere paletti di qualsiasi tipo potrebbe significare l'inizio della fine del sistema. Quindi meglio evitare. L'utilizzatore può, a mio parere, solo farsi una ragione di questo stato di cose e commisurarsi ad esso: cioè prendere atto del fatto, ad esempio, di non poter sapere con certezza chi, dove, come e perchè s'inseriscano contenuti. D'altra parte però, ciò sarà la condizione necessaria e l'input per attivare e sollecitare la sua capacità di lettura ed interpretazione dei contenuti generati in rete; per attribuire loro un valore, in base al quale rapportarvisi.

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