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domenica 24 ottobre 2021

Agrobiologica San Giovanni wine tasting, Vinea Qualità Picena

Venerdì 22 ottobre 2021 presso Enoteca Regionale Marche ad Offida (AP), degustazione guidata da Sommelier Francesco Felix, nell'ambito del progetto Piceno Open-Vinea Qualità Picena, promosso da Vinea Società Cooperativa Agricola e finanziato da Psr Marche 2014/2020 sottomisura 3.2.a.
Questo appuntamento fa parte di una serie di degustazioni guidate, con abbinamento di prodotti tipici, programmate tutti i lunedì e venerdì (con esclusione dell'1 novembre) fino al 17 dicembre 2021.
Per prenotazioni:
whatsapp👉 3280356412
email👉 enoteca@vineamarche.it 
La degustazione di venerdì 22 ottobre ha riguardato 4 vini dell'Azienda Agrobiologica San Giovanni.
Prezzi sullo scaffale tra 10 e 20 euro.
L'azienda si trova in Contrada Ciafone 41 ad Offida (AP), nasce nel 1970, dispone di circa 30 ettari di vigneto posto ad un'altitudine media di 320 metri sul livello del mare, coltivato prevalentemente ad autoctono, passerina, pecorino, montepulciano, sangiovese, per una produzione media annua di 170.000 bottiglie: https://www.vinisangiovanni.it/
Offida Docg Pecorino '20 Kiara
14% vol.
90 giorni di affinamento, più 3 mesi in bottiglia prima della commercializzazione.
Giallo paglia limpido.
Buccia di cedro, agrume, nespola ben integrati da toni vegetali, salvia, rosmarino.
In bocca ha notevole struttura, che lascia presupporre doti di tenuta nel tempo; tornano le note di pomacea matura, mela cotogna, agrume, in perfetto equilibrio con la dote acido/sapida che è parte integrante del corredo varietale e trave portante dell'impalcatura.
In abbinamento su branzino al sale, versatile su cucina di mare, ma anche su cucina di terra, zuppa di legumi con guanciale, formaggi semistagionati non piccanti.
Offida Docg Pecorino '18 Zagros
14,5% vol.
Ottenuto da vendemmia tardiva di circa 25 giorni, maturato 12 mesi in rovere, più 3 mesi in bottiglia.
Giallo paglia, tendente al verde oro.
Subito in evidenza frutto giallo molto maturo, buccia di melone, ananas, nota di miele di castagno e mandarino.
In bocca torna il frutto giallo ben maturo, note burrose di caramella mou, ma anche la carica acidica, coadiuvata da sottili tannini gallici prodotti dall'affinamento in rovere, a contrappuntare la ricchezza glicerica e rinfrescare.
Vino di notevole struttura, una sorta di fratello maggiore rispetto al precedente, ma meno rappresentativo in fatto di purezza varietale.
Quest'annata ottiene le "Quattro Viti" nella guida vini Vitae 2022 di Associazione Italiana Sommelier.
In abbinamento su zuppe di pesce, raguse in porchetta, preferibilmente su piatti di mare o anche di terra che presentino una componente grassa o untuosa.
Rosso Piceno Superiore Doc '17 Leo Guelfus
14% vol.
Da uve 70% montepulciano e 30% sangiovese.
18 mesi in botte grande e botte piccola, più 2 mesi in bottiglia.
Rosso rubino con riflesso granato.
Frutto maturo rosso e nero, humus e sottobosco, note boisè, marasca sotto spirito, corteccia di china.
In bocca avvolge di calore alcolico, tende al morbido su note di cioccolato e ciliegia, sapido e amaricante in retrogustativa.
Vino che ha già dato, ma che può ancora dare per altri 2 o 3 anni.
Vino di territorio, nel senso che può essere un riferimento per il degustatore, utile per inquadrare le caratteristiche varietali della tipologia. 
In abbinamento su pollo in potacchio, lasagne al forno con rigaglie, capriolo in umido.
Offida Rosso Docg '15 Zeii
15% vol.
Ottenuto da uve 90% montepulciano e 10% cabernet sauvignon, maturato 24 mesi in rovere grande e piccolo, più ulteriori 6 mesi in bottiglia, si presenta rosso granato cupo, compatto, di consistenza quasi tattile, non solo a livello cromatico, ma anche gustativo.
Vino possente, delinea una cifra stilistica meno territoriale, più improntata all'internazionale.
Mediamente intenso al naso, beneficia di ossigenazione.
Quadro organolettico ampio e complesso, con in primo piano la ciliegia in confettura, cacao e torrefazione.
Gradualmente appaiono altri marcatori: speziatura, cannella e liquirizia, note ematiche e tabacco, rabarbaro.
Vino solido al palato ma, perlomeno in base alle valutazioni dei degustatori presenti, con persistenza retronasale e gustativa non proporzionata alle masse.
Si è avuta l'impressione di un vino, per la verità secondo il mio punto di vista ancora ricco ed espressivo, che abbia già intrapreso la parabola discendente; questo fatto, a parere dei relatori presenti alla degustazione e dentro una visione d'insieme della produzione locale, starebbe a testimoniare la relativa capacità d'invecchiamento dei montepulciano di alta gamma del Piceno (10 anni al massimo), differentemente da altri montepulciano di pari gamma, provenienti da altri territori, come ad esempio Conero o Abruzzo, molto più predisposti allo scopo.
Per quanto riguarda l'abbinamento di questo vino, io direi su piatti a tendenza grassa o succulenta,  cosciotto d'agnello al ginepro, brasato al vino rosso, filetto di manzo in crosta con funghi porcini.
La Vinea è una società cooperativa agricola nata nel 1979, sovrintende alle attività agricole locali e a quelle di promozione, gestisce l'Enoteca Regionale Marche istituita nel 2005; la struttura è ospitata in uno dei luoghi più belli di Offida, il trecentesco ex monastero di San Francesco in via Garibaldi 75.
Il progetto Piceno Open-Vinea Qualità Picena è costituito da una serie di appuntamenti di formazione e promozione, volti a sviluppare una strategia integrata e sinergica tra tutti gli attori della filiera, al fine di superare le criticità manifestatesi sul territorio e quelle relative alla situazione di mercato.
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venerdì 15 ottobre 2021

Guida Essenziale ai Vini d'Italia 2022, regione Marche

Ottava edizione della Guida Essenziale ai Vini d’Italia, curata da Daniele Cernilli (Doctor Wine) giornalista e critico enologico di fama internazionale, coadiuvato da una squadra di degustatori di comprovata esperienza e professionalità.
Le aziende selezionate in Guida sono 1.241 e 3.085 i vini recensiti.
Pagine 728.
Prezzo di copertina € 20.
Vini della regione Marche che hanno raggiunto o superato i 95/100.
98 Oasi degli Angeli Kupra 2018
97 Macondo Bianko 2019
97 Oasi degli Angeli Kurni 2019
97 Velenosi Vini Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2018
96 Bucci Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico Villa Bucci 2018
96 Valter Mattoni Trebbien 2019
96 Montecappone Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Utopia 2018
96 Tenuta di Tavignano Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico Misco 2018
95 Belisario Verdicchio di Matelica Animo Logico 2020
95 Fazi Battaglia Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Massaccio 2019
95 Andrea Felici Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore 2020
95 Il Pollenza Il Pollenza 2018
95 Marotti Campi Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico Salmariano 2018
95 Poderi Mattioli Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Ylice 2019
95 Umani Ronchi Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Vecchie Vigne 2019
95 Vicari Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore L’Insolito Del Pozzo Buono 2019

lunedì 11 ottobre 2021

Vitigni resistenti, vitigni Piwi, criticità, prospettive

Come premessa rileverei che copertura del mercato globale e climate change impongono aumento delle produzioni e corrispondente aumento della sostenibilità ambientale; a tale scopo soccorre la ricerca scientifica e in viticoltura le cosiddette biotecnologie, in grado di contemperare questi due aspetti apparentemente inconciliabili.
La partecipazione webinar al convegno "Verso una nuova viticoltura: il ruolo della genetica e del vivaismo", svoltosi 1 ottobre 2021 presso Vivai Cooperativi Rauscedo (realtà friulana leader mondiale nella produzione di barbatelle) in occasione dell'inaugurazione del VCR Research Center, con la partecipazione d'illustri relatori come Riccardo Ricci Curbastro, Raffaele Testolin, Eugenio Sartori, Riccardo Velasco, Paolo De Castro, Riccardo Cotarella, Attilio Scienza, Michele Morgante, mi ha dato lo spunto per qualche considerazione sui vitigni resistenti (cosiddetti piwi), lo stato dell'arte, le criticità, le prospettive.
Innanzitutto, cosa sono i vitigni resistenti: i vitigni resistenti sono ibridi ottenuti da incrocio tra specie di viti diverse (per esempio tra Vitis Vinifera e Vitis Labrusca oppure con Riparia, Aestivalis e così via), laddove il genoma è costituito per almeno il 90% da geni di Vitis Vinifera.
Tali ibridi risultano resistenti alle malattie fungine (oidio, peronospora) e tolleranti a malattie secondarie come marciume nero (black rot) e necrosi corticale o escoriosi, producendo quindi come effetto collaterale positivo, l'abbattimento dell'uso di fitofarmaci in vigna.
Il lungo lavoro di sperimentazione sui vitigni resistenti partì verso la fine dell'ottocento.
Solo verso la metà del secolo scorso in Germania con le varietà di terza e quarta generazione, cominciarono ad arrivare risultati qualitativamente apprezzabili.
Oggi i nuovi ibridi non presentano più le caratteristiche scadenti, le carenze organolettiche (aromi poco piacevoli di foxy e fragola) e salutistiche (elevati livelli di metanolo) di quelli del passato, poichè il genoma è costituito per almeno il 90% da geni di Vitis Vinifera.
Sono iscritte a Registro Nazionale una ventina di varietà resistenti, prevalentemente ottenute da una base di vitigno internazionale a bacca bianca o a bacca rossa (ne cito alcune: Bronner, Regent, Cabernet Cortis, Cabernet Carbon, Helios, Johanniter, Prior, Solaris, Fleurtai, Soreli, Sauvignon Kretos, Sauvignon Nepis, Sauvignon Rytos, Cabernet Eidos, Cabernet Volos, Merlot Khorus, Merlot Kanthus, Julius).
Sono in corso sperimentazioni per l'iscrizione a Registro di altre varietà ottenute da autoctono, allo scopo di neutralizzare il rischio di perdita del tratto identitario territoriale, che la diffusione di varietà resistenti può oggettivamente provocare.
Prendendo atto del trend odierno, penso si possa affermare con buona approssimazione che ancor più domani il profilo territoriale potrebbe rappresentare il driver decisivo per la conquista dei mercati e di questo la sperimentazione in viticoltura dovrà tenere conto.
Già dal prossimo anno a quanto pare, ibrido Gleres (da uve Glera) sarà a registro in Triveneto; in corso di sperimentazione ibridi da uve Cesanese, Malvasia, Bellone in Lazio, ibrido da Sangiovese in Toscana, ibrido da Ribona in Marche (ho avuto notizia di quest'ultimo caso in via non ufficiale, a latere di un convegno sul Ribona, quindi da prendere con beneficio d'inventario). 
Occorre però ammettere che vincoli e resistenze di carattere sia legislativo che burocratico, ostacolano la diffusione di tali vitigni, perlomeno fino a questo momento.
Occorrono due anni per l'iscrizione al Registro Nazionale, altri due anni per quella al Registro Regionale, un vero e proprio calvario che ostacola la diffusione dei vitigni resistenti; aggiungasi che gli effetti dell'iscrizione a Registro cambiano se il vitigno sia stato iscritto come Vitis Vinifera o sia stato iscritto come Ibrido, poichè la normativa Ue per i vini Dop, stabilisce che i medesimi siano prodotti solo con varietà di Vitis Vinifera, vietando l’utilizzo di Ibridi interspecifici nei vini Dop e consentendoli solo per i vini a Indicazione Geografica Protetta.
Tuttavia tali ostacoli burocratici potrebbero in qualche modo essere sterilizzati nel breve periodo, poichè da quanto emerso dal convegno di cui sopra, a livello Ue pare si stiano indirizzando verso l'autorizzazione dei vitigni resistenti pure nelle Dop, prescindendo dalla registrazione nei rispettivi Registri Nazionali come Vitis Vinifera o come Ibrido.
Questa è la situazione ad oggi, un primo passo verso il superamento dell'anticrittogamico in vigna.
La prospettiva di lungo periodo, sarà invece quella del passaggio dal vitigno resistente all'evoluzione assistita, ovvero alla cisgenetica (trasferimento di geni tra specie simili per arricchire dna) e genome editing (editing genomico, biologia molecolare, modificazione della sequenza del dna, per riscrivere il dna, senza l'apporto di materiale genetico esterno); si parla di 10-15 anni per la messa a regime di queste new technology.
Credo si possa affermare che il percorso tecnologico volto a contemperare aumento di produzioni e sostenibilità ambientale, non sarà senza ostacoli; notevoli sono oggi le resistenze e le diffidenze nei confronti delle biotecnologie, il quadro normativo ostacola l'innovazione tecnologica, la legislazione europea appare obsoleta quindi riformabile alla luce dell'evoluzione tecnologica in atto, poichè equipara new breeding technology (le nuove tecniche di coltivazione) ad ogm, non tenendo conto del fatto che la manipolazione genetica non avviene in questo caso tra specie diverse.
post correlato, tasting notes, uva Piwi label:
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