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venerdì 29 marzo 2019

Focus mercato Asia, by Vinitaly Nomisma Wine Monitor

 “Asia: la lunga marcia del vino italiano” a cura dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, marzo 2019.
Far East (import a 6,45 mld di euro) decisivo per sorti del vino mondiale, Nord America a un passo.
Asia Orientale, area geopolitica cresciuta di più nel decennio: +227%, 11 volte l'UE.
A Vinitaly in media a ogni edizione oltre 5.500 operatori provenienti da Asia Orientale.
Si lavora per la creazione di una piattaforma fieristica di proprietà in Cina.
• Export complessivo mondo: l’Italia chiude in positivo il 2018 (+3,3%, 6,149 mld di euro), ma comanda la Francia (9,334 mld di euro).
• L’Asia Orientale è l’area geopolitica dove l’import di vino è cresciuto di più a valore nell’ultimo decennio: +227% (6,45 mld di euro nel 2018).
• L’UE rimane il mercato più importante (13,3 mld di euro) ma in 10 anni cresce solo del 20%. Poi l’area del Nord America, a +65% e 6,95 mld di euro, tallonata dall’Asia.
• Tra i 10 top buyer, Cina e Hong Kong hanno registrato la crescita in valore più accentuata (import da mondo) negli ultimi 5 anni, con un tasso annuo di crescita a +14,9% e +11%.
• La variazione più bassa del quinquennio è invece quella dei 2 top buyer europei, Uk e Germania, rispettivamente a -2,3% e +1,2%.
• Asia Orientale: Francia leader con quota di mercato al 50% e oltre 3,2 mld di euro. Poi Australia (15,9%), Cile (8,9%) e Italia (6,5%; 5,9% in Cina).
• Asia orientale: le esportazioni di Bordeaux e Borgogna valgono oltre 1 mld di euro, più del quadruplo rispetto a tutti i rossi italiani.
• Asia Orientale: Italia al rallenty, cresciuta meno del mercato in tutti i principali Paesi.
• Asia Orientale: stime a 5 anni premiano Belpaese, in primis in Cina e Corea del Sud.
Far East un amore da 6,45 miliardi di euro.
Roma, 28 marzo 2019 - La domanda globale di vino dell’Asia Orientale* vale 6,45 miliardi di euro di import ed è prossima all’aggancio del Nord America (Canada e Usa), a 6,95 miliardi di euro.
Nella corsa al vino, l’Asia Orientale sta facendo gara a sé con un balzo a valore negli ultimi dieci anni del 227% (12,6% il tasso annuo di crescita): 11 volte in più rispetto ai mercati UE e quasi il quadruplo sull’area geoeconomica Nordamericana.
È il quadro di sintesi fatto oggi a Roma nel corso della presentazione del 53° Vinitaly dallo studio “Asia: la lunga marcia del vino italiano”, a cura dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor.
Secondo lo studio, il vino parla sempre più asiatico, con cui dialogano in particolare i francesi e – oggi più che mai – il ‘nuovo’ mondo produttivo, Australia e Cile che in alcuni paesi beneficiano di una politica dei dazi favorevole.
E l’Italia? Dallo studio emerge come a fronte di una tenuta in terreno positivo del sistema vino made in Italy a livello mondiale (+3,3% nel 2018 sull’anno precedente), la presenza in Asia Orientale sia ancora marginale rispetto alle potenzialità italiane.
Dei 6,45 miliardi di euro di importazioni registrate lo scorso anno in Cina, Giappone, Hong Kong, Corea del Sud (ma anche Vietnam, Taiwan, Tailandia, Filippine, Singapore e altre), la Francia – pur in calo – incassa infatti a valore il 50,2% della torta asiatica, per un equivalente di 3,24 miliardi di euro.
La quota di mercato italiana si ferma invece al 6,5% (419 milioni di euro), meno anche di Australia (15,9%, a 1 miliardo di euro) e Cile (8,9%).
Veronafiere, al lavoro per una piattaforma di proprietà.
Per il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese: “La lunga marcia italiana verso l’Asia si è rivelata in questi anni ancora più faticosa per la mancanza di una vera regia di sistema Paese. Dal punto di vista commerciale, la Cina e tutto il Far East offrono grandi opportunità per il made in Italy anche per la complementarietà delle produzioni. Per quanto ci riguarda, stiamo ponendo le basi per una presenza costante in Cina di Vinitaly e degli altri nostri settori di punta, come l’agritech, il design, il marmo, attraverso una piattaforma fieristica proprietaria dedicata.
La fatica nei bilanci dei nostri vini fermi deriva in buona parte dal mancato salto di qualità laddove la domanda è cresciuta di più – ha aggiunto il Ceo di Veronafiere, Giovanni Mantovani –, ma in questa analisi noi guardiamo al bicchiere mezzo pieno. Abbiamo i numeri, la qualità e il fascino per penetrare un mercato gigantesco, ma non servono proclami e solitarie fughe in avanti. Bisogna capire - prosegue Mantovani - che oggi per contrastare vecchi e nuovi competitor non serve più marciare in ordine sparso, bisogna correre in un’unica direzione e con un brand in grado di aprire la strada. Al prossimo Vinitaly,in termini di presenze espositive e metri quadrati netti il più grande di sempre, sono in media ad ogni edizione più di 5.500 gli operatori provenienti dal Far East. E nel corso dell’anno in Cina, tra i road show in calendario, l’Academy di Vinitaly International e le partnership fieristiche in corso e quello di nuovo ed importante stiamo realizzando saremo in grado di dare alle aziende e alle istituzioni un ulteriore supporto promozionale su quest’area strategica per il futuro dei nostri prodotti, non solo del vino”.
In Italia a passo di marcia, competitor di corsa.
Ma il futuro è tricolore l’Italia, secondo l’analisi condotta dal responsabile di Nomisma-Wine Monitor, Denis Pantini, è certamente cresciuta nelle vendite, ma meno dei suoi concorrenti: in Cina in 5 anni l’incremento italiano ha sfiorato l’80% mentre le importazioni da mondo hanno segnato un +106%.
Così a Hong Kong (+28% vs +67%) e in Corea del Sud (+36% vs +60%) e soprattutto in Giappone – il mercato più tricolore in Asia – dove il Belpaese non ha fatto meglio di un +3,4%, contro una domanda del Sol Levante cresciuta di quasi il 30%.
Per dirla in bottiglie, nel 2018 l’Asia Orientale ha importato quasi 93 milioni di bottiglie di Bordeaux (e 6 milioni di Borgogna), mentre il complessivo dei rossi Dop provenienti da Toscana, Piemonte e Veneto supera di poco i 13 milioni di bottiglie. Tradotto in valore, il rapporto è 11 a 1: 864 milioni di euro del solo Bordeaux contro 77 milioni dei rossi Dop delle 3 regioni italiane.
Il futuro si annuncia comunque interessante per il Belpaese, con un tasso annuo di crescita stimato dal nostro Osservatorio nei prossimi 5 anni che si prevede essere superiore ai consumi dell’area: fino all’8% in Cina, dall’1% al 2,5% in Giappone, complice l’accordo di partenariato economico, dal 5,5% al 7,5% in Corea del Sud e dal 3% al 4,5% a Hong Kong.
Vinitaly no limits.
La 53ª edizione del Salone Internazionale dei Vini e dei Distillati (7-10 aprile, Veronafiere) è sold out dallo scorso novembre nonostante l’aumento della superficie netta disponibile.
Tra le novità, il nuovo salone Vinitaly Design e l’Organic Hall.
Un’altra edizione in crescita per Vinitaly www.vinitaly.com che dopo un anno e 40 eventi promozionali e di formazione in Italia e all’estero, si prepara ad aprire con numeri in aumento.
L’area netta disponibile raggiunge i 100mila metri quadrati netti, mentre sono oltre 130 i nuovi espositori diretti, a cui si aggiungono gli indiretti e i rappresentati, che portano il numero totale di aziende a quota 4.600 da 35 nazioni e ad oltre 17mila le etichette a catalogo (dati in aggiornamento).
Confermata la formula di Vinitaly – business in fiera, wine lover in città – con Vinitaly and the City ( 5-8 aprile – www.vinitalyandthecity.com ), che sta garantendo da un lato un maggiore flusso di operatori professionali in fiera e una diminuzione voluta e controllata del visitatore appassionato a cui sono dedicate le iniziative in città.

Fonti: elaborazioni dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su base doganale.
* Asia Orientale (anche Far East): Cina, Giappone, Hong Kong, Corea del Sud, Vietnam, Singapore, Tailandia, Taiwan, Malesia, Indonesia, Filippine, Maldive, Cambogia, Mongolia, Laos, Macao, Timor Est, Corea del Nord, Brunei, Birmania.

martedì 26 marzo 2019

Vinitaly 2019 in pullman con Piergallini Viaggi

Piergallini Viaggi organizza pullman con partenza dalle Marche, in occasione della 53^ edizione della fiera veronese dei vini e dei distillati.
Vinitaly è l’appuntamento per conoscere, degustare ed apprezzare i vini e distillati d’eccellenza provenienti da tutto il mondo per un brindisi che attende solo voi.
Vinitaly è anche il più suggestivo palcoscenico per diversi ed importanti momenti di presentazione e promozione del vino e dei distillati.
Tante occasioni per documentarsi e partecipare alle degustazioni guidate e ai seminari sui vini di tutto il mondo: imperdibili momenti di approfondimento tecnico, culturale ed economico.
Giornata unica.
Date:
7 aprile 2019 (confermato)
8 aprile 2019 (confermato)
9 aprile 2019 (in via di conferma)
10 aprile 2019 (in via di conferma)
Partenza:
ore 3.30 Pedaso (Via Mazzini di fronte Chiesa); 3.40 Santa Maria a Mare (Fermata Bus); 3.45 Porto San Giorgio (Bar Italia); 3.55 Porto Sant’Elpidio Faleriense (Distributore Agip/Toyota); 4.10 Civitanova Marche (Parcheggio Globo di fianco uscita casello autostrada); 4.25 Porto Recanati (casello autostradale); 4.45 Ancona (casello autostradale Ancona Nord); 5.05 Marotta (parcheggio nei pressi casello autostrada); 5.25 Pesaro (casello autostrada).
Ritrovo dei partecipanti per l’inizio del viaggio di ritorno alle ore 18.
Mappa Vinitaly 2019
Quota individuale di partecipazione € 47.
La quota comprende: viaggio in pullman.
Solo viaggio andata o solo viaggio ritorno € 34.
Riduzione (valida solo sulla quota di partecipazione andata e ritorno): partenza e rientro da Ancona nord, Marotta e Pesaro € 9.
Piergallini Viaggi srl
via Mazzini 19, 63827 Pedaso (Fm)
Tel.: 0734.931823
info@piergalliniviaggi.it

martedì 19 marzo 2019

Tipicità 2019 si congeda

Tipicità 2019, la più bella di sempre, si congeda.
State facendo cose bellissime. Tornerò.”.
Questo il congedo di Paolo Mieli da Tipicità 2019, la ventisettesima, un’edizione che ha rappresentato una svolta epocale nella capacità del sistema Marche di presentarsi al grande pubblico.
Mieli, Serri, Calcinaro
Durante la “tre giorni” della manifestazione, nei padiglioni del Fermo Forum si è respirata un’atmosfera internazionale, con rappresentanze da otto paesi del mondo le quali hanno sviluppato relazioni con gli operatori, visitato Fermo ed il territorio regionale, scambiato esperienze con gli amministratori locali.
Oltre cento i giornalisti accreditati da tutt’Italia per l’evento e più di mille gli operatori professionali che si sono dati appuntamento a Fermo.
Un vero esercito di volti noti, tra i quali Duilio Giammaria, conduttore di “Petrolio”, Barbara Serra, arrivata appositamente da Londra, lo chef “bistellato” Claudio Sadler e lo stesso Paolo Mieli, personaggi che hanno offerto spunti di grande respiro che proiettano definitivamente Tipicità nell’olimpo delle manifestazioni che contribuiscono a creare un’idea di futuro migliore.
La carica dei diecimila che ha invaso il Fermo Forum ed il centro storico della città per le iniziative “in the city”, ha preso parte ad un cartellone con oltre 130 eventi.
Ben 210 gli espositori che hanno animato le aree tematiche ed il grande “Grembo” centrale, simbolo di questa ventisettesima edizione.
È stata un’edizione fortemente innovativa sotto molteplici aspetti.”, questo il commento di Paolo Calcinaro, Sindaco di Fermo, nel corso della serata che ha concluso Tipicità 2019, Stoccafisso senza frontiere, un gustoso “Giro d’Italia” animato da ben dodici sodalizi giunti nelle Marche da tutto lo “Stivale”.
Questo nuovo format con un grande spazio centrale - ha proseguito Calcinaro - è stato un’idea vincente che ha reso più fruibili i padiglioni, con grande soddisfazione dei visitatori.”. “Un grande risultato di squadra ottenuto dall’impegno corale dei tanti enti pubblici, delle imprese partners, degli Atenei e delle associazioni - ha aggiunto il sindaco di Fermo - con un plauso speciale agli studenti degli istituti alberghieri che, con instancabile tenacia, sono stati di grande aiuto, capitalizzando un’esperienza irripetibile per il loro futuro”.
Ci congediamo – ha dichiarato il direttore, Angelo Serri - con la soddisfazione di aver compiuto un ulteriore passo nella capacità di dar luce agli innumerevoli attrattori legati al cibo, alla manualità ed al territorio. Tipicità 2019 ha donato nuova consapevolezza agli operatori pubblici e privati della regione, ha fornito il vestito della festa a tutti quei fattori di competitività che le Marche possono esprimere sullo scenario nazionale ed internazionale.”. “Carichi di energie positive - ha concluso Serri - dopo questa favolosa edizione 2019 ripartiamo per le tante iniziative del brand-ombrello Tipicità in Italia e all’estero.”.
www.tipicita.it
Tipicità è una ricetta, unica in Italia, costituita da un network pubblico-privato guidato dal Comune di Fermo in collaborazione con Regione Marche, Università di Ancona, Camerino e Macerata, insieme ad una nutrita squadra di enti locali e con la partecipazione convinta di imprenditori, leader nei rispettivi settori, accomunati dal “valore territorio”.

mercoledì 6 marzo 2019

Rosso Piceno Doc '16 Colle del Buffo, Terra Fageto winery

Da uve Montepulciano e Sangiovese in percentuali paritarie, vinificato in acciaio con macerazione di 15 giorni e maturazione di otto mesi, si presenta rosso rubino cupo, impenetrabile.
Ventaglio aromatico abbastanza intenso, pulito; insiste su sentori floreali, frutto di bosco, mora e lampone, erbette aromatiche, rosmarino, accenni di lieviti e vaniglia.
Palato in buona continuità, coniuga note fruttate, avvolgenza, sapidità nel finale.
Quadro ben bilanciato, stemperato nel tannino, vivacizzato dalla carica acidica.
Degustato a 16°C.
Versatile nell'abbinamento a tutto pasto, preferibilmente in apertura, su primi piatti con ragù di carne, lasagne al forno, zuppa di fagioli e cotiche, ma anche su carni di animali di bassa corte, pollo in potacchio, spezzatino di vitello, lumache in umido.
Favorevole rapporto qualità/prezzo.
Rosso Piceno Doc '16 Colle del Buffo
alcool 13%
Azienda Agricola Terra Fageto
via Valdaso, 52 Pedaso (Fm)
Tel: +39 0734.931784
e-mail: info@terrafageto.it
web: http://terrafageto.it/
Disciplinare di produzione Rosso Piceno in due minuti circa:
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