sabato 31 gennaio 2015

Export vino Marche, convegno Enoliexpo Adriatica

"Italia & Marche, vigneti a confronto:
scenari, trend e performance sui mercati esteri"
Convegno svoltosi il 30/01/2015 a Fermo presso Fermo Forum,
nell'ambito di Enoliexpo Adriatica.
EXPORT VINO MARCHE di NOMISMA:
+65% in valore negli ultimi 10 anni, più della media nazionale,
Cina (+613%), Russia (+224%), Usa (+162%), Giappone (+90%).
I dati presentati a Enoliexpo Adriatica nel convegno dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini
by imtdoc.it
fonte www.imtdoc.it
Bianchi, rossi e bollicine italiane protagonisti sui mercati internazionali, mentre è sempre più depressa la domanda interna.
Le Marche si stanno rivelando una regione vinicola particolarmente virtuosa, con una crescita in valore dell’export del 65% nell’ultimo decennio (2003-2013).
È il quadro di sintesi fornito dal responsabile Wine Monitor di Nomisma, Denis Pantini al convegno dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini:
"Italia & Marche, vigneti a confronto: scenari, trend e performance sui mercati esteri", nell’ambito di Enoliexpo Adriatica.
Le 20 denominazioni di origine marchigiane – Verdicchio in testa – hanno segnato dal 2008 al 2013 performance particolarmente positive in Cina (+613%, contro il +393% della media nazionale), Russia (+224%, +79% il dato Italia), Usa (+162%, +35% Italia) e Giappone (+90% contro +50%), mentre cresce meno in Germania, dove la media italiana è del +28% contro il 18%.

Secondo il responsabile Wine Monitor di Nomisma, negli ultimi anni si è assistito a un cambio di paradigma sull’approccio al vino in molti Paesi del mondo:
Nei mercati più dinamici - ha detto - il vino passa da bevanda elitaria a bevanda sociale, sostituendosi ai consumi di birra, come in Usa e UK.
In Italia accade invece quasi l’opposto: da bevanda quotidiana a occasionale”.

Ma se in futuro con la crescita dei redditi aumenterà il consumo di vino nel mondo (il rapporto è mediamente superiore a 1) il 2014 si è chiuso con luci e ombre.
Da gennaio a novembre le importazioni in valore dall’Italia crescono più della media mondiale nel Regno Unito (+11,1% contro lo 0,8% di import totale), negli Usa (+5,4% contro 1,3%), in Svizzera (+2,8% contro -4,5%), ma perdono quote significative in mercati di sbocco come Germania (-7% contro -4,5%) e Canada (-5,1% contro -4,9%) o emergenti come la Cina (-3,7%) dove l’Italia paga un -13,3% sul valore dell’imbottigliato nonostante il boom degli sparkling (+58,6%).

Nelle Marche i top buyer in valore sono di gran lunga gli Stati Uniti, che rappresentano il 26% delle esportazioni, seguiti da Giappone (9%), Germania (8%), Svezia (8%), Regno Unito (7%), Russia (5%), Canada (5%) e Cina (4%).
Usa a parte – ha detto Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini che raggruppa 800 produttori vitivinicoli della regione - assistiamo a un graduale bilanciamento dei mercati della domanda, con buone performance tra i Paesi emergenti.
Per questo, la nostra attività di promozione nel 2015 insisterà sui 4 Paesi più promettenti - Usa, Canada, Cina e Giappone - con una dotazione finanziaria complessiva di 4,3 mln di euro, di cui oltre 2,8 mln di fondi OCM”.

Nel dettaglio, è Ancona (58,2%) la provincia marchigiana con maggior peso nell’export, seguita da Pesaro-Urbino (18,7%), Ascoli Piceno (17,9%), Macerata (5,1%) e Fermo (0,1%).
Un successo, quello di Ancona, cui ha contribuito il Verdicchio, bianco fermo più premiato dalle guide italiane che, oltre ai volumi, ha visto crescere il prezzo medio negli ultimi 7 anni di circa il 30%.
Il campione di Jesi e Matelica ha infatti fatto da traino ai 136 milioni di euro del fatturato complessivo dei vini marchigiani: ad oggi il comparto conta 14.190 aziende, 17.400 ettari di vigneto (1,2 ettari la superficie media delle aziende) e 20 denominazioni di origine, sempre più apprezzate dalla critica enologica per carattere e qualità.
La composizione della produzione regionale per marchio di qualità vede infatti nel 2013 una maggior incidenza dei vini Dop/Igp sul totale rispetto alla media nazionale (65% Marche contro 59% Italia), con una percentuale di produzione vinicola Dop che arriva al 38%, mentre quella italiana si attesta al 31%.
Un risultato ottenuto grazie ad un percorso che negli anni ha scommesso sui vitigni autoctoni, escludendo ogni tipo di omologazione verso il gusto internazionale.
by imtdoc.it
CARLO CAMBI (Università Macerata): Enoturismo e Strade del Vino.
E’ ora che le Marche diventino il laboratorio per un nuovo modo di concepire il turismo del vino. L’enoturismo è stato pensato finora nella regione con un approccio totalmente vecchio”.
Così dichiara il docente di Teorie e Politiche del Turismo all’Università di Macerata, Carlo Cambi, intervenuto nel convegno dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini a Enoliexpo Adriatica 2015.
Per Cambi: “Abbiamo sbagliato a puntare sul turismo balneare, che è un prodotto maturo e a basso reddito: è ora di investire sul turismo enogastronomico - cresciuto dal 2,9% al 7% - puntando a conquistare i turisti con il vino, il Verdicchio in primis, per incrementare la brand reputation delle Marche”.
Strumento strategico, secondo il docente dell’Università di Macerata, sono le Strade del Vino che “non vanno ridotte a un percorso tematico” ma sono l’insieme delle eccellenze e delle unicità marchigiane: “un unicum che si colloca come agglomerato turistico in cui il vino è il collante”.
La Regione Marche è a tutt’oggi priva di una legislazione sulle Strade del Vino, ma questo ritardo – ha detto Cambi – si trasforma oggi in una posizione di vantaggio se il nascente Polo Enogastronomico Regionale sarà la cabina di regia, il centro di ricerca e il laboratorio di marketing territoriale in relazione alle eccellenze enogastronomiche, che si annuncia.
Significa – ha concluso - che potremo trasformare le eventuali Strade del Vino non in un fine, ma in uno strumento del turismo del vino, tracciando itinerari tematici fondati su standard minimi di qualità che consentono al turista di fare un’esperienza olistica dei nostri territori ”.

giovedì 29 gennaio 2015

Nasce Food Brand Marche

Nasce Food Brand Marche,
il nuovo polo per promuovere l’enogastronomia marchigiana nel mondo.
A Jesi (An) il centro hi-tech con 30 eccellenze e un’enoteca didattica unica in Italia.
fonte agenziaintercom
Svolta dell’agroalimentare nelle Marche, che per la prima volta si aggrega sotto un unico marchio.
Food Brand Marche – questo il nome del nuovo polo presentato il 28/01/2015 ad Ancona – è una compagine che già oggi vale il 40,2% (circa 439 mln di euro) del valore della produzione agroalimentare regionale, con 13 soggetti che hanno aderito al progetto per la promozione e la valorizzazione dell’enogastronomia marchigiana.
Si va dal lattiero caseario, con la TreValli Cooperlat, al vino con l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (capofila, assieme al comune di Jesi, attraverso l’Istituto Marchigiano di Enogastronomia) e il Consorzio Vini Piceni; dalle carni BovinMarche (80% IGP e 100% a marchio QM); da cereali e pasta biologici Con Marche Bio, ai maccheroncini di Campofilone Igp; dal Consorzio del Tartufo di Acqualagna e delle Marche a quelli della Casciotta d’Urbino Dop e dell’Oliva ascolana del Piceno Dop, fino al Centro Agroalimentare San Benedetto del Tronto e all'ASSAM (agenzia servizi settore agroalimentare Marche).
Spazio anche al turismo, con l’adesione del Consorzio Frasassi e del tour operator Esitour.

Il progetto multifiliera, il primo del genere mai realizzato in Italia, ha preso corpo grazie alla legge regionale n° 49 del 23 dicembre 2013 (che ha affidato la gestione del polo all’Istituto Marchigiano di Enogastronomia) e mira a mettere a sistema attraverso un unico brand i prodotti di alta qualità marchigiana.

Obiettivo: diventare – a partire dall’Expo – piattaforma e punto di riferimento per scuole, istituti alberghieri, imprese, ristoratori, ma anche produttori, tour operator, turisti, organizzazioni, enti.
Food Brand Marche – con sede istituzionale a Jesi negli ex locali dell’Enoteca regionale e di Italcook – sarà la porta d’accesso per il made in Marche: un catalizzatore per l’incoming di operatori italiani ed esteri, per il business e il turismo sul territorio.
Da maggio 2015 il settecentesco Palazzo Balleani diventerà infatti un centro polifunzionale all’avanguardia con il meglio dei prodotti regionali, ma anche un punto di riferimento per chiunque voglia entrare in contatto con realtà produttive/industriali, consorzi, tour operator, cultura e terroir marchigiani.
Circa 30 le eccellenze presenti: dai vini doc e docg ai presidi Slow Food, dalle produzioni biologiche a quelle QM (Qualità Marche, il marchio della Regione che attraverso Assam certifica qualità e tracciabilità delle produzioni agricole e agroalimentari) e all’olio, dalle dop alle igp.
Realtà queste, da scoprire attraverso percorsi tematici e multimediali, degustazioni, eventi promozionali e aziendali, corsi di cucina professionali e amatoriali con gli chef stellati Mauro Uliassi e Moreno Cedroni (ambasciatori del polo), corsi di formazione, incoming per operatori nazionali ed esteri.
Fiore all’occhiello del centro, oltre alle aree dedicate ad accoglienza e food, saranno video, touch screen, spazi tridimensionali e olografici.

Tra le azioni in programma anche la realizzazione di un’enoteca didattica unica in Italia nel suo genere, dedicata ai ragazzi dalla 5^ elementare alle scuole superiori: uno spazio di oltre 800 mq presso il centro Zipa di Jesi (apertura prevista: 2016), dove scoprire il fascino del lavoro in vigna e i segreti di uno dei prodotti chiave del made in Italy attraverso un mix di tecnologia, cultura rurale, attenzione all’ambiente e gioco.
Grazie ai supporti multimediali (postazioni interattive, video e giochi sui 5 sensi), gli scolari potranno sperimentare le fasi della lavorazione dell’uva, dal grappolo alla bottiglia, e allo stesso tempo imparare a conoscere terreno, pratiche agronomiche e strumenti del mestiere.
Un “viaggio” nell’agricoltura che comprenderà anche la fattoria marchigiana, alla quale sarà dedicata un’apposita sezione.

Gli spazi, messi a disposizione grazie al sostegno dei partner Banca Popolare di Ancona e Sogenus, saranno aperti inoltre a tutti gli appassionati del mondo del vino.
Prevista infine la creazione di un Osservatorio Food Terroir and Wine per l’analisi dei trend di consumo, stili di vita e percezione dei territori, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche.

martedì 27 gennaio 2015

Birraio dell'Anno 2014, risultati concorso.

I risultati di Birraio dell'Anno 2014 svoltosi a Firenze il 22 gennaio 2015
comunicato stampa Fermento Birra
Simone Dal Cortivo del birrificio Birrone di Isola Vicentina (VI) è il Birraio dell'Anno 2014.
Così hanno deciso settanta giurati, composti da degustatori professionisti ed esperti del settore, che con le loro preferenze hanno individuato il miglior birraio italiano dell'anno passato.
Il riconoscimento ideato e organizzato da Fermento Birra (www.fermentobirranetwork.com) con la sponsorizzazione di Comac (www.comacitalia.it) che premia la bravura di un produttore italiano intesa come eccellenza e costanza qualitativa di un intero anno, è stato consegnato ad un birraio capace di entusiasmare pubblico e critica con “birre da bere”, come recita il motto del birrificio, ovvero firmando prodotti semplici nella loro bontà, mai vittima di mode, privi di eccessi ma sempre entusiasmanti.
Un premio dunque ad una filosofia produttiva incentrata sull'equilibrio e sulla bevuta capace di valorizzare l'aspetto socializzante della birra e di ricordare che la birra artigianale italiana non è necessariamente vittima di eccessi e di aromatizzazioni sensazionali.
Un 2014 che ha visto il nome del Birrone consolidarsi per qualità e affidabilità con birre di non facile realizzazione come le basse fermentazioni, prodotti, artigianalmente parlando, più fragili e sensibili ad eventuali problematiche produttive e di conservazione.
Birre dunque difficili da fare, ma tanto facili da bere, come le due dorate di ispirazione tedesca, la SS46 una bavarian helles di 4.9° alc. e la più secca ed erbacea Brusca, pils di 4.9° alc.
Tra le birre di successo ricordiamo la Punto G, una bock ambrata ammiccante fin dal nome, o ancora la Gerica, fulgido esempio di contaminazione tra il mondo degli aromatici luppoli americani e la solida scuola tedesca.
Senza dimenticare la Scubi, una schwarzbier pluripremiata, dalle calde note di mou avvinte a sensazioni tostate di cacao e liquirizia.
Un birraio che negli ultimi anni ha dimostrato di saperci fare non solo con le rigorose lager tedesche, ma anche con tipologie di frontiera, come dimostra la Lola, birra a fermentazione spontanea prodotta con l'aggiunta di marasche e ciliegie locali, oggi affinata anche in botte, o la H, una stagionale prodotta con un particolare processo di maturazione che riduce la presenza di glutine rendendola adatta a chi ne risulta intollerante.
Simone è un veneto verace che ama la sua terra.
Per questo non ha saputo trattenersi dal gettare nel tino un ingrediente locale, qualcosa che possa raccontare il suo territorio: ecco nata la Maranella con aggiunta del locale mais Marano.
Complimenti dunque a Simone Dal Cortivo che con il suo Birrone è riuscito a primeggiare tra tanti colleghi di eccezionale caratura (si veda classifica), un gruppo di artigiani della birra, che dopo anni di crescita tumultuosa, permettono all'Italia birraria di guardare a testa alta tutti i più grandi e blasonati Paesi.
IL BIRRIFICIO
Ufficialmente il Birrone nasce il 19 aprile 2008 a Isola Vicentina (VI), ma la passione per le birre di Simone dal Cortivo, birraio e fondatore, viene da lontano.
L'’amore per luppoli e malti lo spinge, fin dalla fine degli anni ’80, a varcare il confine più volte alla ricerca di piccole brauhaus bavaresi.
La moglie, probabilmente anche per ridurre i continui blitz birrari in terra tedesca, gli regala un kit nel ’98, ma la “smania”, come la definisce lui stesso, non si placa, anzi.
Gli scambi con i birrai si intensificano sia in Germania, soprattutto con il braumeister di Bruckberg e in Italia con Paolo de Martin, del birrificio Barchessa di Villa Pola.
Il birrificio comincia con un impianto produttivo da 12hl, con birre di ispirazione tedesca che conquistano immediatamente il gusto del consumatore veneto.
Nel tempo i volumi, grazie ad un ottimo lavoro realizzato nel territorio, che fino al 2011 assorbe il 100% della produzione, aumentano passando dagli iniziali 350hl annui ai 3000hl attuali.
Nel 2013 arriva lo spostamento produttivo in uno stabilimento limitrofo 4 volte più grande (1100mq) dove viene creato anche uno spazio dedicato alla degustazione “La Casa del Birrone”.
Il 2014 è l'anno della consacrazione della critica: arrivano i premi per la Cibus e la Scubi prime a Birra dell'Anno, i riconoscimenti da parte della Guida alle Birre d'Italia di Slow Food, senza dimenticare il bronzo all'European Beer Star.
A questi si aggiunge, oggi, il Premio Birraio dell'Anno.
Info:
www.birrone.it
IL PREMIO
Il premio, giunto alla sesta edizione, nasce con l'intento di riconoscere il lavoro di un birraio svolto nel corso di un intero anno.
A differenza dei classici riconoscimenti, non intende valutare la bontà di una birra in un preciso momento, ma piuttosto la bravura tecnica del birraio nel suo complesso, la sua filosofia, la costanza qualitativa dei suoi prodotti.
CLASSIFICA BIRRAIO DELL'ANNO 2014
1 Simone Dal Cortivo del birrificio Birrone di Isola Vicentina (VI)
2 Giovanni Campari del Birrificio del Ducato di Roncole Verdi di Busseto (PR)
3 Valter Loverier del birrificio Loverbeer di Marentino (TO)
4 Donato Di Palma del birrificio Birranova di Triggianello (BA)
5 Luigi “Schigi” D’Amelio del birrificio Extraomnes di Marnate (VA)
6 Bruno Carilli del Birrificio Toccalmatto di Fidenza (PR)
7 Fabio Brocca del Birrificio Lambrate di Milano
8 Nicola Perra del birrificio Barley di Maracalagonis (CA)
9 Francesco Mancini del Birrificio del Forte di Pietrasanta (LU)
10 Riccardo Franzosi del Birrificio Montegioco di Montegioco (AL)
11 Enrico Dosoli e Marco Valeriani del birrificio Menaresta di Carate Brianza (MB)
12 Emanuele Longo del Birrificio Lariano di Dolzago (LC)
13 Pietro di Pilato del birrificio Brewfist di Codogno (LO)
14 Lorenzo Guarino del Birrificio Rurale di Desio (MB)
15 Alessio Selvaggio del birrificio Croce di Malto di Trecate (NO)
16 Agostino Arioli del Birrificio Italiano di Limido Comasco (CO)
17 Leonardo di Vincenzo del Birrificio Birra del Borgo (RI)
18 Luigi Recchiuti del birrificio Opperbacco di Notaresco (TE)
19 Jurij Ferri del birrificio Almond '22 di Loreto Aprutino (PE)
20 Renzo Losi del Black Barrels di Torino (TO)
ALBO D'ORO BIRRAIO DELL'ANNO
2014: Simone Dal Cortivo, birrificio Birrone di Isola Vicentina (VI)
2013: Luigi D’Amelio, birrificio Extraomnes di Marnate (VA)
2012: Riccardo Franzosi, Birrificio Montegioco di Montegioco (AL)
2011: Gino Perissutti, birrificio Foglie d’Erba di Forni di Sotto (UD)
2010: Valter Loverier, birrificio LoverBeer di Marentino (TO)
2009: Nicola Perra, birrificio Barley di Maracalagonis (CA)

Info:
http://www.birraiodellanno.it/

venerdì 23 gennaio 2015

Slow Food Congresso di Condotta del Fermano

Venerdì 30 Gennaio 2015 alle ore 19,45 si terrà il
Congresso di Condotta del Fermano,
presso la Trattoria Pennesi di Pedaso (Fm).
Tutti i soci, amici e simpatizzanti sono invitati a partecipare al congresso, che avrà il seguente ordine del giorno:
- Approvazione dell’Atto Costitutivo della Condotta del Fermano
- Approvazione del nuovo statuto
- Cena Slow Food (costo della cena € 35 per i non soci e € 30 per i soci).
CENA Slow 30 Gennaio 2015
Menù
antipasti:
panocchie bollite
sgombretti all'olio extra vergine nuovo
carpaccio di cefalo
parmigiana di pesce
sardoncini scottadito
primo piatto:
tuffoli di pasta Mancini al ragù di suri
secondo piatto:
fritto di paranza e verdure
dolce:
zuppa inglese della casa
vini:
Azienda Biologica Terra Fageto di Pedaso (Fm) 

Diventa socio Slow Food
info e prenotazioni:
Luigi 347 7526191
Caterina 334 7332410

recensione d'archivio:

mercoledì 21 gennaio 2015

Cucina di mare, vino rosè e bollicine.

A volte si ha l'opportunità di testare vini tipici, con forte legame territoriale, fuori dal loro contesto d'origine ed in abbinamento a piatti caratteristici di altre zone.
In questi casi può capitare che l'abbinamento cibo-vino appaia non ideale, indipendentemente dalla qualità oggettiva dell'uno o dell'altro elemento.
Tali difficoltà d'abbinamento possono essere oggettive oppure derivare da ragioni di tipo soggettivo, nel senso che le tradizioni alimentari dei diversi territori, possono indurre in abbinamento alcune tipologie di vini, escludendone altri, solo perchè in ogni territorio gli accoppiamenti cibo/vino si consolidano nella quotidianità ed è poi difficile far cambiare abitudini al palato.
Altresì è da rilevare come frequentemente sia proprio il legame territoriale tra cibo e vino a dimostrarsi in grado d'esaltare sia l'uno che l'altro.
Questa premessa mi serve per introdurre un incontro di qualche anno fa tra la cucina di mare di Porto San Giorgio (Fm) nelle Marche e i vini rosati del Salento e della Campania.
Un incontro rivelatosi positivo per la qualità dei vini e dei piatti, nonostante fossero tra essi emersi più punti di contrasto che di contatto.
In quella circostanza il rigore dell'abbinamento vino-cibo assunse una valenza decisamente inferiore rispetto all'occasione meramente conviviale ed edonistica.
Abbiamo degustato:
pesci lessi dell'Adriatico (gallinella, spigola, pesce s. pietro),
salmone marinato,
carpaccio di tonno affumicato,
mammelle di seppia lesse,
rana pescatrice arrosto,
cozze in guazzetto
rigatoni al sugo di
ricciola dell'Adriatico
zanchette romane o
sogliola dei poveri,
pescate in acque
di pertinenza croata
I vini:
Salento rosato igt '08-'09 Girofle, Azienda Monaci.
Brindisi doc rosato '08 Vigna Flaminio, Agricola Vallone.
Salento igt '09 Five Roses 66°anniversario, Leone de Castris.
Campania igt '09 Lacrimarosa, Mastroberardino.

Vini d'entrée:
Trento doc Talento rosè, Rotari
Franciacorta docg Saten '05, Ferghettina
tasting d'archivio:

domenica 18 gennaio 2015

Domodimonti vini

"La Cantina del Mese" è un'iniziativa di Ais Marche delegazione di Fermo
che cura e organizza le visite guidate in azienda.
Il primo appuntamento del 2015 ci porta in
contrada Menocchia a Montefiore dell'Aso (AP) nella regione Marche.
Qui ha sede la Società Agricola Domodimonti.
In tempi di delocalizzazione d’impresa, la vicenda Domodimonti si pone in assoluta controtendenza e denota tutta l’attrattività che il settore agroalimentare è in grado d’esercitare oggi, nei confronti dei capitali d’investimento.
La Società Agricola Domodimonti nasce all’inizio degli anni 2000 ad opera dei coniugi Francesco e Marisa Bellini, imprenditori farmaceutici canadesi d’origine italiana.
Il richiamo della terra natìa li convince ad investire prima in viticoltura e successivamente in ambito sportivo con l’acquisizione del pacchetto di maggioranza della società Ascoli Calcio.
Nel 2003 diventano proprietari di una vecchia cantina in contrada Menocchia a Montefiore dell’Aso (AP) ora trasformata in deposito-magazzino e ne realizzano ex novo un’altra a poche centinaia di metri di distanza.
Oggi Domodimonti è un’azienda vinicola moderna, con struttura architettonica a basso impatto ambientale/paesaggistico e dotata d’impianti di trasformazione tecnologicamente avanzati, con monitoraggio computerizzato delle operazioni di cantina.
L’estensione complessiva si aggira intorno ai 48 ettari, di cui 8 a oliveto e 30 a vigneto.
Quest’ultimi sono ripartiti nel territorio dei comuni di Montefiore dell’Aso (AP) e Massignano (AP) al confine con la provincia di Fermo e si trovano ad un’altezza compresa tra 50 e 250 metri sul livello del mare, su terreno prevalentemente argilloso ed esposizione sud.
Le uve coltivate sono sia locali che internazionali: Passerina, Pecorino, Montepulciano, Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot.
La produzione, destinata per l’80% al mercato estero in particolare canadese e statunitense, si aggira intorno alle 150.000-200.000 bottiglie all’anno, per 6 etichette con forbice di prezzi al consumo piuttosto ampia tra € 7 e € 49.
In occasione della visita abbiamo avuto modo di testarle tutte; in particolare 2 ci hanno favorevolmente impressionato:
Offida docg Pecorino '13 Li Coste - alcool 13% - circa € 12
Per il 20% affinato in barrique di primo passaggio.
Si presenta alla vista giallo paglierino limpido.
Al naso pomacea, fiori di tiglio e le spezie del legno piccolo.
In bocca è sapido, fresco, agrumato.
Ammorbidito dalla vaniglia del legno, trova un buon punto d'equilibrio tra parti dure e morbide.
Chiude con sensazione retrogustativa ammandorlata.
Marche igt Rosso '11 Passione e Visione
(Private Selection)
alcool 14% - circa € 49
Ottenuto da selezione accurata di uva Petit Verdot proveniente da impianti del 2005 relativamente recenti, può essere considerato come il vino di maggior prestigio di tutta la gamma: di grande longevità, destinato alla lunga conservazione.
Giunto alla seconda edizione prodotta in 7000 bottiglie, non viene commercializzato nelle annate sfavorevoli come pare che sia la 2014.
Affinato in barrique per periodi variabili da 14 mesi e oltre a seconda dell'annata e successiva maturazione di 10 mesi in bottiglia, si presenta nella sua veste più austera: rubino scuro, profondo, con riflessi granata.
Naso intrigante, intenso, contraddistinto da note di cuoio, radice bagnata, sottobosco, mineralità.
In bocca conferma la stessa fisionomia, evidenziando sensazioni vegetali, spezie, frutto nero maturo, rabarbaro e lieve astringenza in chiusura.
Vino di stampo bordolese, fine, complesso, con quadro gustolfattivo ricco ma non eccessivamente materico: avrebbe meritato un'analisi più attenta e articolata, ma la contingenza della visita non ha consentito di soffermarsi più di tanto.
Per i caratteri di sapidità, avvolgenza alcolica e persistenza, lo abbinerei su:
coniglio in porchetta

Domodimonti Srl Società Agricola | Europe
contrada Menocchia 212/A, Montefiore dell'Aso (AP)
tel: +39 0734 930010
fax: +39 0734 919498
email: info@domodimonti.com
web: www.domodimonti.com
Domodimonti | North America
275 Armand-Frappier Boulevard
Laval (Québec) H7V 4A7 - Canada
tel: +1 450 680 4586
fax: +1 450 680 4485
email: info@domodimonti.com
web: www.domodimonti.com

giovedì 15 gennaio 2015

Fermo, Marche, Italy

by Massimo Gazzani
Regione Marche
Comuni della Marca Fermana
https://www.youtube.com/watch?v=sxFChypxUU4
Fermo divenne colonia romana nel 264 a.C. e furono proprio i romani a dare alla città il suo monumento più eccezionale ed unico nel suo genere, quello che da solo meriterebbe un viaggio: le “Grandi Cisterne”.
Ubicate sotto la Piazza del Popolo, la loro costruzione risale al 1° secolo d. C. ; si estendono per 2212 mq. e servivano come serbatoi d’acqua per l’intera città.
Un complesso architettonico perfettamente conservato, formato da trenta enormi sale sotterranee con arcate e volte a botte, comunicanti tra di loro e disposte su tre file parallele.
Si riempivano d’acqua di falda e un complicato sistema di ugelli e tubi consentiva di governarla secondo i cicli e le stagioni.

martedì 13 gennaio 2015

I Giorni della Merla 2015, Maria Pia Castelli winery.

Secondo la tradizione popolare, gli ultimi tre giorni del mese di gennaio coincidono con quelli più freddi dell'inverno, i cosiddetti "tre giorni della merla".
La leggenda narra infatti che una merla dal piumaggio bianco, per riparsi dal freddo invernale si riparò sotto un camino, uscendone dopo tre giorni con il manto grigio per la fuliggine e da allora rimase di quel colore. 

Da qualche anno in corrispondenza della fine del mese di gennaio e per celebrare la fine del periodo più freddo dell'anno,
l'Azienda Agricola Maria Pia Castelli
di Monte Urano (Fm)
organizza una
vendita di vino rosso sfuso di grande qualità previa prenotazione
e apre le porte della cantina per
visite e degustazioni.
Un'occasione da non perdere per gli appassionati!
31 Gennaio e 1 Febbraio vendita di vino rosso sfuso solo su prenotazione.
Telefoni:
0734 841774 Cantina
340 6479660 Massimo
336 427539 Enrico
Nei due giorni, banchi d'assaggio di piccole realtà del territorio e altre sorprese.

Azienda Agricola Maria Pia Castelli
via Sant'Isidoro 22, Monte Urano (Fm)
tel: 0734 841774
http://www.mariapiacastelli.it/

percorso stradale consigliato:

sabato 10 gennaio 2015

Birra rossa Lalcina, birrificio Le Fate

Siamo a Comunanza (AP) nella regione Marche.
Qui ha sede il Birrificio Artigianale Le Fate, nato dall'incontro tra un ex sommelier (Mauro Massacci) ed un'azienda agricola (Antonio Dionisi).
Attualmente il Birrificio imbottiglia una mezza dozzina di etichette.
by birrificiolefate.it
L'azienda agricola non dispone d'attrezzature per la maltazione (trasformazione del cereale in malto), che è procedura complessa, generalmente non alla portata di piccole aziende agricole.
Peraltro la normativa prevede che per accedere all'agevolato regime fiscale agricolo, tale fase debba avvenire solo all'interno dell'azienda oppure in alternativa, presso una struttura associativa di cui si è soci.
Il Consorzio Italiano Produttori Orzo e Birra (COBI) nato nelle Marche nel 2003, prendendo l'orzo dei conferitori e trasformandolo in malto di prima qualità nel maltificio consortile di Ancona, ha inteso risolvere le criticità relative alla fase di maltazione e all'accesso al regime fiscale agevolato.
Così come altri soci produttori di cereali provenienti da tutta Italia, anche Birrificio Le Fate conferisce il proprio cereale nel maltificio consortile di Ancona dove avviene la selezione e trasformazione in malto.
Lalcina birra rossa artigianale doppio malto, appare non limpida alla vista per la presenza di sedimenti, con cappello di schiuma dallo spessore ridotto e poco persistente.
Il naso è intenso, diretto, contraddistinto da toni floreali e di frutta fresca: pesca nettarina, ananas, frutto esotico, sfumature vegetali in sottofondo.
Tutto torna al palato.
L’attacco è fruttato, il finale amaricante luppolato.
Dopo breve ossigenazione emergono le note di mela essiccata disidratata, arancia, tè verde, lieviti, sensazioni di radice bagnata e di tubero: il quadro gustativo diventa variegato.
La birra è piacevole al gusto, certamente non strong, dal tratto aromatico importante.
Ingredienti:
acqua dei Monti Sibillini, malto d’orzo, luppolo, lievito, zucchero.
Birra rossa artigianale doppio malto Lalcina - alcool 6 % - circa € 7 - cl. 75
Birrificio Le Fate
prodotto e imbottigliato da Dionisi Antonio Azienda Agricola,
contrada Colle Terme 5 (stabilimento: via Petrarca 3), Comunanza (AP).
Tel e Fax: 0736 844337
Mauro Massacci
Tel: 320 1108738
Email: info@birrificiolefate.it
Web: www.birrificiolefate.it
abbinata su:
pizza napoletana, carciofi, olive, mozzarella, pomodori pachino

martedì 6 gennaio 2015

Cantina Lumavite, Rapagnano (Fm).

In località Piane di Rapagnano (Fm), in contrada Santa Colomba a circa 250 metri sul livello del mare e 20 km dalla costa Adriatica, ha sede la cantina di trasformazione dell'Azienda Agricola Lumavite, impegnata da circa un decennio in produzioni di qualità.
Azienda di piccole dimensioni, dispone di appena 5 ettari coltivati a Sangiovese, Montepulciano, Syrah, per una produzione media annua di 30.000 bottiglie.
Vigne relativamente recenti, impiantate meno di 20 anni fa; esposte a sud/sud-est, su terreno che degrada dall'argilloso medio impasto, al calcare vivo
"lu cacinellu" nel dialetto locale ).
Fittezza d'impianti, basse rese (fino a 40 quintali per ettaro), naturalità (concimazione organica, sovescio di leguminose, utilizzo di lieviti selvaggi, rifiuto di pesticidi), sono le parole d'ordine che inquadrano un'impostazione produttiva tesa ad elevare gli standard qualitativi e ridare impulso alla viticoltura locale.
Per il momento l'azienda produce solo vini rossi:
Marche igt rosso Vidacilius (40% Montepulciano, 40% Sangiovese, 20% Syrah)
Marche igt rosso Frasseto (Sangiovese)
Marche igt rosso Sessantaditino (Sangiovese)
Marche igt rosso Tusiano (Montepulciano)
Etichette testate
Marche igt rosso '06 Tusiano
Azienda Agricola Lumavite
sede operativa: contrada Santa Colomba, Rapagnano (Fm)
web: www.lumavite.it
email: info@lumavite.it

venerdì 2 gennaio 2015

Marche igt Moresco '08, Madonnabruna winery

L'Azienda Agricola Madonnabruna è una delle cantine più rappresentative della provincia di Fermo nella regione Marche.
Per raggiungerla si può uscire dal casello autostradale di Porto S. Giorgio dell'A14, prendere direzione sud, imboccare la prima strada a destra (via San Pietro Vecchio) e percorrerla per circa km. 5,6.
Fondata sul finire degli anni '60, si estende su poco più di 50 ettari, una parte dei quali destinati ad ospitalità agrituristica, seminativo, bosco, frutteto ed un'altra parte di circa 12 ettari a vigneto.
Da quest'ultimi coltivati prevalentemente con vitigni locali come Montepulciano, Sangiovese, Passerina, Pecorino, ma anche internazionali come Cabernet Sauvignon e Merlot, ricava una produzione media di 50.000 bottiglie all'anno.
L'etichetta in esame, si conferma puntualmente in tutte le annate al top della gamma.
Quest'edizione in particolare mi pare decisamente convincente: è probabile che l'andamento vendemmiale abbia avuto un certo peso.
Ottenuto da uva Montepulciano e Sangiovese (80 % - 20 %), maturato in legni nuovi di diversa provenienza (Allier, Nevers, Tronçais, Fontainebleau), si presenta alla vista di un bel colore rosso rubino scuro, tendente al granato.
Naso intenso, fine, complesso, tipico: inconfondibili le note di marasca sotto spirito e in confettura che rivelano la presenza di alte percentuali di Montepulciano.
Giocato in questa fase su toni stramaturi di confettura di ciliegia e speziati di noce moscata, su sfumature vegetali, humus e cuoio.
In bocca è morbido, oserei dire decisamente morbido; appena ravvivato in centro bocca e in chiusura da sensazione fresche.
In evidenza note di cioccolato, frutto maturo, ciliegia e spezie dolci, in linea di continuità con la precedente fase.
3.300 bottiglie prodotte.
Marche rosso igt Moresco '08 - alcool 14 % - circa € 12.
Azienda Agricola MADONNABRUNA
contrada Camera, 100
63900 Fermo (FM)
tel: +39 0734 679500
mob: +39 338 1753801
web: http://www.madonnabruna.it/
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